sabato, Novembre 16, 2024

Ferrari: equilibrio performance/affidabilità. I problemi del presente e le speranze future

E’ molto complesso giudicare la prima parte della stagione di F1 della storica scuderia Ferarri, in quanto il valore espresso è fortemente vincolato al punto di riferimento con il quale si paragonano i risultati. Se il termine di paragone è la stagione 2021, i primi tredici round del mondiale possono essere giudicati come un successo.

Il Cavallino Rampante è riuscito a cogliere quattro successi che mancavano dal lontano 2019, offrendo performance eccellenti su ogni tipo di circuito. La F1-75 rappresenta uno dei migliori progetti tecnici della Ferrari dopo l’era Schumacher, sia dal punto di vista aerodinamico che sul fronte meccanico.

L’unità di potenza 066/7 è riuscita a colmare un sensibile gap su Mercedes e Honda divenendo, almeno in termini di prestazione pura, il propulsore di riferimento. Tutto bene quindi? La rivoluzione regolamentare del 2022, con il ritorno delle monoposto ad effetto suolo, era un’occasione unica che molte squadre attendevano per un generale reset dei valori in campo.

Il team di Maranello ha riposto speranze e risorse per risorgere dopo il biennio 2020/2021 estremamente deludente e fortemente inficiato dal downgrade sull’unità turbo-ibrida a valle dell’engine settlement stipulato con la Federazione Internazionale nel febbraio del 2020.

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la Power unit Ferrari che ha equipaggiato la SF1000 durante la stagione 2020

Per stessa ammissione di Mattia Binotto, scuderia modenese ha interrotto anzitempo lo sviluppo della monoposto 2021, con il chiaro obbiettivo di allocare maggiori risorse alla progettazione della F1-75, potendo esaminare diversi concept aerodinamici. Un chiaro vantaggio rispetto a Mercedes e Red Bull che hanno lottato per il titolo mondiale piloti fino all’ultima curva della tappa finale di Abu Dhabi 2021.

Se, a ragione, la rossa è considerata complessivamente la migliore monoposto dello schieramento, il parziale di nove vittorie Red Bull contro le sole quattro affermazioni conseguite da Charles Leclerc e Carlos Sainz, rappresenta la fredda rappresentazione numerica di un fallimento.

Al netto di alcuni discutibili piani tattici deliberati degli strateghi che operano tra il muretto e la GES , l’affidabilità dei propulsori italiani e della meccanica in generale si è dimostrate il vero tallone d’Achille della stagione in corso.

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Giri percorsi dai team nelle prime 13 gare del mondiale.

Da una puntuale analisi dei giri percorsi in gara, risulta che la coppia di piloti Ferrari, nei primi 13 round del mondiale, abbia percorso solo 81% dei giri previsti a fronte di una percentuale superiore al 96% del tandem Hamilton/Russell. In termini chilometrici le rosse hanno effettuato circa 1000 Km in meno rispetto alle frecce d’argento, ovvero poco più di tre Gran Premi.

In questo computo incidono i prematuri ritiri di Sainz e Leclerc dovuti ad errori di guida, fattore abbastanza irrilevante in quanto, in diversa misura, quasi tutti i piloti sono stati protagonisti di ritiri dovuti a errori individuali. Inoltre, in questa speciale classifica, i team motorizzati Ferrari occupano le ultime tre posizioni, evidenziando inequivocabilmente che le power unit made in Maranello sono le più fragili del lotto.

Gli ambiziosi target prestazionali fissati dal reparto motori sono stati confermati dalle performance della F1-75 specie in qualifica, sessioni in cui una rossa è partita sempre in prima fila ad eccezione della tappa canadese.

Nel delicato equilibro prestazioni/affidabilità, gli ingegneri Ferrari, in fase di progettazione, hanno estremizzato la ricerca della massima performance per chiudere il gap con i rivali della Mercedes e Honda. Ne abbiamo parlato tramite uno scritto dedicato fruibile a questo link. Il risultato di tale filosofia progettuale è sotto gli occhi di tutti nel bene e nel male.

La definitiva risoluzione dei problemi di affidabilità, differita alla prossima stagione, testimonia che l’entità dei problemi richiede una profonda rivisitazione del progetto 066/7. Modifiche possibili grazie al processo di deroga previsto dalla Federazione Internazionale in caso di comprovati problemi di reliability alle unità propulsive.

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Infografica freeze propulsori, processo di richiesta di deroga e scadenze di omologazione

Nonostante tutto gli uomini della Ferrari sono certi di poter iniziare un ciclo vincente. La F1-75 ha mostrato come la perfetta simbiosi tra un concept aerodinamico unico nel suo genere e le prestazioni del propulsore 066/7 sia stata a tratti dominante, sino a quando non sono “intervenuti” i suddetti grattacapi di natura tecnica.


Ferrari 2022: il concetto della F1-75

Un approccio meno aggressivo in fase di progettazione della power unit avrebbe offerto maggiori possibilità di lottare con Red Bull nella conquista dei titoli iridati? Difficile dirlo a posteriori.

La potenza del propulsore Ferrari concorre in modo decisivo a minimizzare il gap in velocità di punta rispetto alla RB18, in quanto la filosofia aerodinamica della F1-75 è antitetica alla monoposto di Milton Keynes. Mentre il bolide della scuderia austriaca nella filosofia a basso drag uno dei principali punto di forza, l’ultima creatura di Maranello è il punto di riferimento in termini di carico aerodinamico.

Nella prima parte della stagione è apparso evidente come in molte gare l’elastico tra Charles e Max fosse legato alla superiorità della F1-75 nei segmenti di pista a media-bassa velocità, contro la netta supremazia della RB18 nei tratti rettilinei. Per tale motivo, in diverse gare Leclerc ha lottato con il cronometro per accumulare un gap superiore al secondo affinché, Verstappen, non potesse attivare il DRS e superarlo in maniera sin troppo facile.

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Max Verstappen precede di un soffio Charles Leclerc durante il GP di Imola 2022

Non si può tuttavia ignorare che la poco performante ma super consistente Mercedes si avvicina sempre più nella classifica costruttori della Ferrari e allo stesso tempo, Russell, sia distante appena venti punti da Charles Leclerc. 

Solo freddi numeri che, tuttavia, nel caso di Ferrari e Mercedes, testimoniano che un approccio troppo sbilanciato nell’equilibrio performance/reliability conduce sostanzialmente ai medesimi risultati almeno in termini di punti.

Per la squadra rossa, almeno nell’immediato, l’affidabilità potrebbe essere un fattore determinante valutando l’economia delle classifiche mondiali. Tuttavia, secondo un antico mantra della F1, è molto più semplice rendere affidabile un mezzo veloce piuttosto che il contrario. Ma per gli uomini della Ferrari si tratta di una speranza ormai differita alla prossima stagione? 


Autore: Roberto Cecere – @robertofunoat

Foto: Scuderia Ferrari

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