Si è fatto un gran parlare, dal momento in cui è stato chiaro che la Ferrari F1-75 fosse una vettura dal potenziale enorme, di quale potessero essere i segreti di un tale recupero prestazionale da un anno all’altro. La fase ascendente della Ferrari era iniziata già l’anno scorso. Dopo un 2020 pessimo, condizionato da un progetto tecnico rivelatosi fallimentare e da una power unit “azzoppata” dall’accordo riservato con la FIA, l’anno scorso, pur non portando a casa delle vittorie, la Scuderia è stata in grado di chiudere in terza posizione progredendo di gara in gara e mettendosi alle spalle la McLaren che, all’inizio del campionato, sembrava essere più consistente.
Uno dei segreti della competitività della vettura italiana è di certo un propulsore che, lo dicono i fatti e le dichiarazioni di Mattia Binotto, ha puntato più sulla performance che sull’affidabilità. A prestazioni di gran livello, dunque, sono dovute necessariamente coincidere delle battute d’arresto che si sono formalizzate in ritiri o arretramenti in griglia per preventive sostituzioni di elementi costitutivi della power unit.
Ma il V6 turbo-ibrido non può essere l’unico elemento che spiega il primeggiare della F1-75 su molte piste. Alla base c’è un concept aerodinamico unico nel suo genere e che i competitor, ad oggi, non sono riusciti a replicare visto che molti sono andati sul sentiero tracciato dalla Red Bull. Vedasi Aston Martin e Williams.
F1. Ferrari: il perché di una rimonta clamorosa
Ma come ha fatto la Ferrari a spiazzare le concorrenza con un progetto così estremo ed al contempo efficace? C’è chi sostiene che la cosa sia accaduta grazie al vantaggio col quale David Sanchez e il suo staff hanno potuto operare. Questa teoria, che ridimensionerebbe la genialità degli ingegneri Ferrari, è stata rigettata da Binotto che ha sottolineato che nel 2021 si è partiti, nella delibera dei progetti, insieme agli altri team.
“Abbiamo iniziato tutti contemporaneamente a sviluppare l’auto 2022 – ha spiegato il dirigente di Losanna ai microfoni di Motorsport in una recente intervista – Era gennaio 2021 quando finalmente è stato possibile iniziare a lavorare alla CFD e ad utilizzare il wind tunnel con le nuove vetture. Prima non potevamo farlo“. In effetti il regolamento vietava di operare sui progetti 2022 in quella data fase.
“Non è che abbiamo anticipato l’inizio dello sviluppo rispetto a tutti gli altri. Siamo partiti tutti esattamente nello stesso momento. Poi è questione di quante risorse e priorità si possono mettere nel progetto. Forse le due vetture che lottavano per il campionato 2021 dovevano destinare più risorse agli sviluppi per quella stagione “.
F1. McLaren è la pietra di paragone della crescita Ferrari
Il punto di riferimento della passata annata, per la Ferrari, è stata la McLaren. “Finire quarti non era il nostro obiettivo. Abbiamo dovuto lottare con loro fino alla fine del Campionato e abbiamo sviluppato le nostre vetture anche per tutto il 2021“. E questa evidenza espressa da Binotto dà la cifra dei progressi Ferrari. Woking e Maranello, per questioni afferenti al balance of performance tecnico, non differivano molto nel numero di corse in galleria del vento e di gettoni CFD. Eppure la differenza in questo mondiale è stata ed è clamorosa.
Segno tangibile che nella factory modenese si è operato in maniera efficace individuando, a parità di tempo e condizioni, quegli elementi tecnici che hanno reso la F1-75 un vero e proprio benchmark per la categoria. Su questa capacità conoscitiva la Ferrari intende costruire un ciclo vincente per rinverdire i fasti di un paio di decenni fa. La strada è complessa ma non impossibile da percorrere.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Scuderia Ferrari, McLaren F1