martedì, Novembre 5, 2024

Red Bull “lavora” sull’accordo con Porsche

Dato di fatto in F1: la partecipazione tra Porsche e Red Bull, per il momento, non è stata ancora confermata. Questo nonostante le più rosse aspettative in merito al prossimo futuro per la casa tedesca con sede a Stoccarda, legate all’approvazione del nuovo regolamento 2026 sulle unità turbo ibride avvenute il mese scorso.

Infatti, a quanto pare, il colosso automobilistico di Zuffenhausen attendeva tale “liaison” per fare la prima mossa. Un patto che ha subito diversi ritardi nel suo annuncio, questo perché diverse scuderie all’interno del Circus erano dubbiose nell’accettare una tale serie di compromessi.

A tal proposito Oliver Blume, CEO del gruppo Volkswagen, proprietario di Porsche, ha recentemente messo in piazza i diversi ostacoli palesatesi nella trattativa, sottolineando come una decisione definitiva al riguardo non sia ancora stata presa ruguardo all’entrata nella massima categoria del motorsport.


F1: una fusione che deve favorire Red Bull

In Formula Uno si sa… gli interessi politico-economici sono alla base di qualsiasi accordo. Se le parti preposte all’intesa non ottengono determinate garanzie, pertanto, i dubbi sulla partnership si alimentano e tutto diventa tremendamente più difficile. Di questo fatto ne è conscio Christian Horner, team principal della squadra di Milton Keynes. Lo Spice boy ha dettato le condizioni e, di conseguenza, ha lanciato un chiaro messaggio a Porsche: “a questo punto possiamo anche continuare da soli“.

Il prematuro e da una parte apparentemente inspiegabile ritiro della casa nipponica dalla F1, proprio quando il propulsore giapponese aveva raggiunto un livello di prestazioni davvero alto, ha di fatto obbligato Red Bull a intraprendere una strada mai battuta. Malgrado i dubbi sul lavoro motoristico, i provvedimenti messi in atto attraverso la Red Bull Powertrains hanno convinto anche i più scettici.

F1
la power unit 2022 che equipaggia la Red Bull RB18

Il massiccio reclutamento di ingegneri, basti pensare al “saccheggio” tecnico nei confronti di Mercedes, tema di conversazione per molti scritti durante l’ultimo anno, sedotti con ingegno e poi “rubati” al team di Brackley, ha e sta continuando a dare i propri frutti.

L’indipendenza che la scuderia austriaca ha saputo ottenere funziona e la gestione delle unità turbo ibride pare davvero ottima. Per questa semplice ragione, il britannico a capo del reparto corse austriaco, pretende un determinato atteggiamento da un nuovo fornitore: adattarsi pienamente a Red Bull, visto il grande emolumento finanziario necessario a mettere in moto un’intesa di tale portata.


F1. Red Bull pronta a diventare costruttore al 100%?

Red Bull non teme nessuna sfida. Lo ha dimostrato sin dalla sua nascita nell’oramai lontano 2004. Il sogni nutriti da Dietrich Mateschitz sono diventati presto realtà e durante i quindici anni e poco più di vita, il team ha conquistato 85 vittorie, 77 pole position, 82 giri veloci, 224 podi e messo segno 21 doppiette. Ha vinto 4 titoli costruttori e 5 mondiali pioti. Un palmares di tutto rispetto, insomma, a dimostrazione che idee chiare e competenza sono presenti.

Ecco perchè le convinzioni future concernenti un percorso scevro da partner non spaventano minimamente la dirigenza. La squadra austriaca ha una grande forza, molto potente in ogni suo reparto. Il lato powertrains, come detto, sebbene sia ancora agli albori e la curva di apprendimento risulti ancora lunga, sta svolgendo un ottimo lavoro senza particolari intoppi.

F1
la concentrazione di Christian Horner, team principal della scuderia austriaca Oracle Red Bull Racing

Come lo stesso Horner avverte solo il tempo darà ragione alle scelte future. Tuttavia la voce grossa, solida nella sua melodia, attraverso la quale Christian ha messo in chiaro la situazione, pare un’avviso a Porsche: uno step back imprescindibile per raggiungere l’intesa tanto bramata.

Uno stratagemma mediatico per far realizzare un passo indietro alla casa automobilistica posseduta da Volkswagen verso l’unione di intenti. D’altronde, l’appoggio tecnico-finanziario di un tale gigante dell’automotive farebbe comodo a chiunque, anche a chi, come Red Bull, ha dimostrato grande solidità.


Autore: Alessandro Arcari – @berrageiz

Foto: Oracle Red Bull Racing

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