Nella seconda parte della stagione, il team Red Bull F1 ha mostrato un cambio di passo che ha spiazzato la concorrenza. Il dominio di Max Verstappen apprezzato nel trittico di gare in Belgio-Olanda-Italia era difficilmente prevedibile rispetto a una prima parte del mondiale in cui il duello ravvicinato con la Ferrari offriva la percezione di un competitor comunque battibile.
Il gran premio di Monza, al netto del caos finale dovuto alla controversa gestione della fase di neutralizzazione della gara (leggi per approfondire), è stato emblematico in merito alla consapevolezza raggiunta dal team di Milton Keynes. Nonostante la miglior performance espressa dalla Ferrari dopo la pausa estiva, con la fantastica pole position di Leclerc e l’ennesima penalità in griglia comminata a Max Verstappen, Red Bull ha vinto la storica gara brianzola in scioltezza.
F1.L’inarrestabile crescita prestazionale della RB18
L’ultima creatura di Adrian Newey è sempre stato un progetto vincente, anche se inizialmente penalizzato dal sovrappeso che ne limitava l’enorme potenziale. Non è affatto casuale che la RB18 sia stata l’unico mezzo che ha sofferto in modo marginale dell’effetto collaterale delle nuove monoposto ad effetto suolo: il porpoising.
Consapevoli della bontà della specifica di base, gli ingegneri del team anglo-austriaco si sono concentrati sull’alleggerimento in diverse aree della monoposto (clicca qui per approfondire). Al netto di correttivi microaerodinamici, l’unico vero update sul corpo vettura ha debuttato nel gran premio d’Inghilterra attraverso un nuovo disegno del cofano motore. Tale intervento ha consentito di modificare l’estrazione dei flussi di l’aria calda provenienti dalla power unit.
Inoltre, l’accentuata svasatura, ha amplificato l’effetto Coanda e ha aumentato la portata del flusso d’aria verso la beam wing. Un indicatore della qualità di un progetto sono i tentativi di replica del concept aerodinamico da parte dei competitor. Negli anni di dominio della Mercedes, le copie in carta carbone brandizzate Racing Point sollevarono molte polemiche ma erano la dimostrazione pratica di quale fosse l’indirizzo aerodinamico vincente.
Analogamente, nel corso di questa stagione, Aston Martin, Williams, Alpine e McLaren hanno modificato in modo invasivo le proprie monoposto convergendo in maniera chiara verso la filosofia aerodinamica della RB18, in una fase in cui la creatura di Adrian Newey non aveva espresso ancora tutto il suo straripante potenziale. Una volta raggiunta la concorrenza, sul piatto della “bilancia”, il binomio Verstappen/Red Bull è diventato imbattibile.
F1.L’introduzione degli update sarà differita?
I nuovi rapporti di forze apprezzati dopo la lunga pausa estiva potrebbero modificare la schedulazione dello sviluppo inizialmente programmata dagli uomini di Milton Keynes. La conquista dei titoli iridati nel campionato piloti e costruttori è diventata ormai un puro esercizio matematico. La possibilità di introdurre ulteriori aggiornamenti sulle monoposto di Max Verstappen e Sergio Perez è vincolata esclusivamente fattori di carattere tecnico e di convenienza politica.
La stabilità del regolamento tecnico che caratterizzerà la Formula 1 nel prossimo triennio, unitamente alle poche giornate di test, potrebbero essere delle ragioni valide per testare l’ultimo pacchetto di update da integrare nella monoposto della prossima stagione. Contestualmente, un eventuale ulteriore step prestazionale della RB18, potrebbe destabilizzare il governo del Circus che, attraverso il nuovo quadro normativo, ambiva ad un livellamento delle forze in campo. Obiettivo da considerare ad oggi fallito.
F1.L’alba di un lungo dominio ?
Nonostante la prepotente crescita della RB18, Christian Horner cerca di minimizzare quello che appare l’inizio di un nuovo dominio dopo la lunga era caratterizzata dello strapotere delle frecce d’argento: “Potrei solo desiderare di infliggere a Toto una tale quantità di dispiacere per i prossimi 8 anni. È altamente improbabile. Finora abbiamo avuto un anno meraviglioso. La Ferrari è veloce, la Mercedes si sta sistemando“.
Un approccio prudente di un “pistaiolo”, per dirla alla Arrivabene, divenuto manager del suo team a soli 24 anni (l’eta di Max per intenderci) quando fondò il team di Formula 3000 Arden International nel 1997.
Un uomo consapevole dei suoi limiti nelle vesti di pilota quando abile in quelle di manager. Le sornione prospettive future di Horner rappresentano la corretta strategia comunicativa di un manager confidente di poter sbaragliare la concorrenza ancora a lungo. I proclami di vittoria, puntualmente disattesi, appartengono a uno stile manageriale di altre latitudini…
Autore: Roberto Cecere – @robertofunoat
Foto: F1, Oracle Red Bull Racing F1 Team