F1. Una pole position un po’ inaspettata per la Ferrari. Queso anche se già da ieri la rossa aveva dato buoni riscontri in pista. Il campionato di certo non si riapre, ma stupisce vedere un Cavallino Rampante davanti a tutti a Monza, soprattutto dopo l’abissale distacco che ha accusato in Belgio nei confronti della Red Bull. Questa prima posizione rinchiude in sé specifiche motivazioni e allo stesso tempo offre alcune preoccupazioni per la gara.
Per il sabato, come era prevedibile, i tecnici italiani confermano la configurazione aerodinamica scelta nella giornata di ieri. Un assetto decisamente molto scarico per riuscire ad incrementare il più possibile le velocità massime. I piloti si sono detti soddisfatti dell’handling, anche se Charles ha espresso la necessità di migliorare la rotazione in curva 6 alla fine delle Fp3.
Ne avevamo parlato ieri: in uscita dalla Lesmo 2 la RB18 aveva più trazione. I bolidi austriaci riuscivano a creare un vantaggio che si portavano sino all’Ascari. Ecco perché il lavoro del team d Maranello si è concentrato nel ridurre ulteriormente quella tendenza al sottosterzo nelle curve più lente. Si è aumentato quindi di qualche grado l’incidenza dell’ala frontale per sistemare la monoposto. Nel complesso la F1-75, è una vettura con un bilanciamento abbastanza avanzato. Questo significa che tendono a soffrire meno di sottosterzo su circuiti in cui l’anteriore viene messo a dura prova.
La Red Bull riesce a generare molto carico con il fondo, vantaggio enorme per avere più opzioni da scegliere in merito al setup. Rispetto alla rossa, la vettura di Milton Keynes ha un bilanciamento naturale spostato sul posteriore. Probabilmente anche per questo motivo la differenza tra le due auto è stato inaspettatamente minore, come è successo in Austria, dove è difficile contenere il sottosterzo.
Anche la Mercedes in questo week end si è inaspettatamente inserita nella lotta per le prime file. Avendo una vettura più simile a Ferrari, hanno preso la medesima decisione di diminuire molto il carico verticale. Di base, avendo un progetto ‘zero sidepod’, dovrebbero poter avvalersi di una bassa resistenza aerodinamica e di un’alta efficienza. Ciononostante così non è per via di un fondo che ha un concetto molto diverso rispetto a Red Bull, rivelatosi poi meno vantaggioso.
Nella giornata di venerdì, tra le prime e le seconde libere, non sono riusciti a migliorarsi molto rispetto ai competitor. Sabato invece si sono concentrati nel ritrovare quel grip al posteriore che mancava. Un fattore decisamente importante per uscire dalle chicane. Tuttavia nell’ultima parte del Q3 Russel si è lamentato di aver perso aderenza.
F1. Gp Italia 2022: micro settori
Proponiamo qui il grafico dei micro settori. Prendendo in esame l’immagine ha seguire, notiamo come il monegasco non abbina lasciato quasi nulla a Max Verstappen, tirando fuori dal cilindro una prestazione davvero maiuscola.
Molto importante il ruolo della scia su questa pista. La situazione migliore è partire il giro con una vettura davanti di circa 4-5 secondi. Sotto questo aspetto, però, è stato interessante notare che in Red Bull non c’è stato questo gioco di squadra, segno di chiare tensioni all’interno del team.
In Ferrari Leclerc ha “aiutato” Sainz nel primo tentativo della Q3. Il monegasco avrebbe dovuto riceverla per l’ultimo giro secco della qualifica, tuttavia, all’uscita dai box, Norris si è messo in mezzo. Per fortuna Leclerc è comunque riuscito a prendere la scia della McLaren numero 4.
Nell’analisi che faremo ora, bisognerà quindi tenere conto che il ferrarista ha risentito di un’ottima scia, che l’ha in parte aiutato a conquistare questa pole position inaspettata. Tale contesto è valsa circa 3.8 km/h di media. Il risultato è stato ottenuto calcolando la media delle differenze nelle top speed tra i due piloti Ferrari. Lo spagnolo, infatti, all’ultimo giro era davanti alla coppia Norris–Leclerc e non ha risentito di alcuna scia.
F1. Gp Italia 2022: telemetria
Affrontando la prima chicane, Leclerc cerca di staccare leggermente più tardi, andando sul freno 8 metri più tardi. Sul primo cordolo Max e Charles arrivano con la stessa velocità, ma è nella fase d’uscita che il pilota della rossa fa la differenza. Questo è il primo punto in cui rileviamo degli ottimi miglioramenti rispetto alla giornata di ieri. In trazione il monegasco riesce ad avere una progressione migliore rispetto a Verstappen.
Questo aiuta ad incrementare la velocità di punta che si raggiunge alla staccata della seconda chicane. In questo punto la vettura modenese arriva con ben 9km/h in più. Quasi il doppio rispetto a venerdì. Un delta decisamente elevato soprattutto pensando a Spa, dove uno dei problemi principali era proprio la rapidità sul dritto. Nuovamente, il dato più importante che osserviamo riguarda la trazione dell Ferrari. In questo tratto, nelle libere, Max riusciva a guadagnare qualche metro prezioso.
Molto interessante analizzare nel dettaglio la zona guidata. Godendo di una accelerazione migliore in uscita dalla Roggia, il monegasco arriva alla prima Lesmo con qualche punto di velocità in più rispetto all’olandese. A centro curva soffre le scelte di setup, ma riesce comunque a sfruttare bene l’uscita facendo scorrere l’auto. Arriviamo quindi alla seconda di Lesmo dove ieri aveva sofferto, identificando come punto cruciale per trovare maggior performance.
Abbiamo sottolineato come in uscita dalla 6 la rossa perdesse troppo. Elemento che di fatto si ripercuoteva sulle velocità massime rilevate prima dell’Ascari. Ritardare leggermente la frenata, rivendendo anche la sua traiettoria in ingresso, ha concesso una percorrenza superiore in uscita.
Qui sopra si possono vedere gli effetti diretti di questo miglioramento. Quasi nullo il distacco in termini di velocità massime, mentre ieri si aggirava sui 5km/h. Non c’è alcun dubbio che la scia di Norris abbia aiutato, ma in Ferrari sono stati formidabili nel curare il setup meccanico e migliorare la trazione della rossa. Ottimo anche il lavoro fatto con i piloti per migliorare le traiettorie in pista.
Nella percorrenza dell’Ascari le vetture modenesi si sono comportate molto bene, quasi nessuna correzione. Ciò ha consentito di colmare ancora una volta le differenze patite in mattinata. Qui la trazione è fondamentale. Mercedes è stata carente da questo punto di vista e ciò si è visto nel risultato finale.
Già dopo il primo apice della chicane si va in piena. La Red Bull detiene un certo vantaggio nei primi metri, ma questo va presto ad annullarsi. Nel primo terzo del rettilineo la F1-75 comincia a guadagnare, riuscendo a sprigionare più potenza dalla power unit.
Sono 7 i km/h di differenza con cui la numero 16 approccia alla Parabolica. In questa parte del tracciato, però, Charles è costretto ad “abbattere” più velocità a centro curva. L’ala più scarica non gli consente di portare la stessa velocità all’apice della curva. Tuttavia in trazione riesce subito ad avere uno spunto migliore.
Autori e grafici: Niccoló Arnerich – @niccoloarneric – Alessandro Arcari – @berrageiz
Foto: Scuderia Ferrari