Ferrari perde ancora. Il sedicesimo round di F1 2022 non era favorevole alla rossa. Ciò nonostante il grande lavoro realizzato dagli ingegneri del Cavallino Rampante ha funzionato. Una messa a punto che ha saputo valorizzare le doti della F1-75, purtroppo però attualmente inferiori a quelle della Red Bull. La RB18 è più veloce, un dato assolutamente inopinabile.
Se le cause sono da ascrivere alla direttiva TD0039 (leggi qui la disquisizione tecnica) o, semplicemente, si tratta di uno step in avanti realizzato dalla squadra di Milton Keynes poco importa. Fatto sta che le rosse non sono più le monoposto di riferimento, almeno in gara. Il mondiale è oramai chiuso e pertanto non resta che analizzare le cose buone svolte durante la stagione in corso. L’obbiettivo è quello di presentarsi ai cancelli partenza, il prossimo anno, con tutte le carte in regola per provare a vincere.
La strategia utilizzata sulla numero 16 durante il Gran Premio d’Italia resta dubbia. Se è pur vero che quando ci si rende conto che l’avversario è troppo forte è giusto provare qualcosa di diverso, se tale provvedimento non è fattuale il senso di metterlo in atto decade. Binotto, team principal della scuderia di Maranello, ha giustificato così la scelta del pit anticipato su Leclerc. Una mossa diversiva della quale non si conoscevano i possibili benefici.
Prendendo in esame i lap time della corsa, abbiamo capito che le due soste non hanno cambiato lo stato delle cose. Al contrario, non considerando la Safety Car nel finale, in quanto del tutto ininfluente ai fini del risultato, fermare Charles sotto regime di VSF non ha fatto altro che aumentare il delta su Verstappen. Malgrado mescole più fresche infatti, il passo del monegasco non ha portato i benefici sperati. Tutto sommato però, perso per perso, puntare il dito sulla strategia quando nulla sarebbe cambiato pare alquanto inutile.
C’è però un tema importante da considerare. Si riferisce alle norme vigenti che regolano una determinata situazione di gara. Ci tratta dello scenario andato in onda nelle ultimissime fasi della corsa, quando Daniel Riccardo, al volante della sua Mclaren MCL36, si è visto costretto ad abbandonare prematuramente la gara per un problema tecnico.
F1. GP Italia 2022: Binotto vs Safety Car
I fatti scaturiti dal contesto appena descritto li conosciamo. Risulta perciò unitile ricordarli. Quello che però pare interessante è il dopo, legato alle conseguenze che ha generato l’apparizione di Bernd Mayländer alla tornata numero quarantasette. Benché il tecnico di Losanna sembri non voler puntare il dito, le sue ragioni a tal proposito “condannano” un corpo normativo che non piace del tutto.
Mattia sostiene che le regole siano state ampiamente trattate da team, piloti e federazione internazionale dopo i fatti di Abu Dhabi 2021. La conclusione definisce “miglior compromesso possibile” l’attuale legislazione che vige in situazioni del genere. Tuttavia, sebbene il fatto venga giudicato regolare, l’interrogativo in merito alle tempistiche resta. Entra quindi in gioco la posizione della Safety Car, vettura che ha calcato l’asfalto italiano ubicandosi davanti a George Russell e non a Max Verstappen.
Il secondo punto torbido riguarda l’attesa per compattare il gruppo. Prospettiva che non soddisfa Binotto in quanto viola il tempo minimo che un pilota deve rispettare per realizzare una tornata. In questo caso, pertanto, una giustificazione legata alla sicurezza non sembra valida. La celerità delle operazioni è mancata. Se così non fosse stato, per lo spilungone della Ferrari, ripartire per un ultimo giro era possibile…
Autore: Alessandro Arcari – @berrageiz
Foto: Scuderia Ferrari
