Quattro giorni dopo il Gran Premio d’Italia, sedicesima tappa del campionato del mondo di F1 2022, tiene ancora banco la polemica circa la modalità con cui si sono chiuse le operazioni di gara (leggi per approfondire). Molto si sta dibattendo sulle possibilità di vittoria che Charles Leclerc avrebbe potuto avere nel caso in cui la direzione avesse concesso strada libera ai duellanti.
Al di là di diatribe incomprensibili e di scuse sbilenche fatte a mezzo tv per lo spettacolo mancato frutto di un GP monco, bisogna fermamente evidenziare che non si erano create le condizioni minime di sicurezza per consentire il normale epilogo di una gara che ha visto ancora una volta Max Verstappen dominare con una tale sicurezza da rendere questo finale di stagione un canovaccio prevedibile, scontato e noioso.
E la Ferrari? Gara comunque positiva per gli alfieri de La Scuderia che hanno ottenuto il massimo raggiungibile in base al potenziale che oggi riesce ad esprimere la F1-75. Performance di alto livello ma che di certo non risultano sufficienti per avere la meglio del pacchetto Verstappen-RB18 che a tratti sembra fare uno sport a parte senza che qualcuno possa concretamente scalfirne l’imperio.
F1. Gp Italia 2022/Ferrari: una azzardo lecito ma infruttuoso
La marginali possibilità di riassaporare l’ebbrezza del gradino più alto del podio per Leclerc si sono infrante ben presto, ossia quando è stato richiamato ai box in regime di Virtual Safety Car. Un azzardo comprensibile che non può essere considerato un errore. La Ferrari, essendo in possesso di un passo meno solido rispetto alla Red Bull n°1, doveva tentare di sparigliare le carte con una manovra aggirante. Che non è riuscita perché la direzione gara ha solertemente ridato bandiera verde. Inaki Rueda, il capo delle strategie della Rossa, ne ha parlato nel consueto debriefing post gara:
“Charles è partito su gomme soft nuove e già al sesto giro aveva alle sue spalle Max Verstappen che scattava dalla settima posizione. Sapevamo che la gara sarebbe stata tra loro due. Sulla carta la strategia migliore era ad una singola sosta, con un primo stint con gomme soft e il secondo con gomme medie”.
“La differenza stimata tra le due tattiche era di dieci secondi in favore di quella a una sosta. Dato che una VSC in genere fa risparmiare nove secondi su una sosta ai box abbiamo deciso di sfruttare la neutralizzazione per passare ad una strategia a due soste. Confidavamo in un’altra VSC o Safety Car nel finale di gara, eventualità che poi è avvenuta”.
Possibilità realizzatasi ma che non ha permesso provvedere alla stoccata vincente causa neutralizzazione delle operazioni. Il timing dell’ingresso delle vetture di sicurezza non è stato alleato nemmeno di Sainz che ha visto mortificata la sua rimonta su George Russell per una clamorosa terza piazza proprio dall’interminabile ed interminata safety car che ha congelato anzitempo l’evento.
F1. Ferrari: la SC mortifica la rimonta di Sainz
“Carlos è stato bravissimo nel suo stint con gomma media a risalire così in fretta. Il nostro piano era di sfidare poi le vetture più veloci nella seconda parte di gara forti della gomma soft. Tutto stava andando come previsto e dai nostri calcoli avrebbe raggiunto George Russell equipaggiato con gomma dura usata a due giri dalla bandiera a scacchi per quella che sarebbe stata la lotta per il terzo gradino del podio”.
Che la gestione delle operazioni da parte delle direzione e degli stessi addetti alla pista sia da considerare rivedibile è un fatto piuttosto incontrovertibile poiché la Safety Car è uscita davanti a Russell, terzo in quel momento, e non davanti al capofila Max Verstappen. Si sono persi tre giri per cercare in pista il leader della corsa; fatto che non ha poi permesso il normale riavvio della gara in ossequio a procedure chiarissime ed incontestabili definite dopo Abu Dhabi 2021.
“Normalmente – ha spiegato Rueda – un Safety Car dura circa due o tre giri e dato che al momento dell’ingresso in pista della vettura di sicurezza mancavano ancora sei giri ci aspettavamo almeno due o tre giri al termine della corsa, motivo per cui abbiamo fermato entrambi i piloti equipaggiandoli con gomme soft, leggermente usate nel caso di Leclerc e nuove per Sainz“.
La Ferrari, inutile dirlo, non ha brillato sul piano strategico nell’arco del campionato. Sono diversi gli episodi che hanno permesso a Verstappen di incamerare un distacco ragguardevole su Leclerc. Ma stavolta nulla è possibile imputare a Rueda al quale andrebbe invece fatto un plauso per aver provato qualcosa di diverso.
Spesso si lodano le tattiche inscenate dalla Red Bull guidata da una sagace Hanna Schmitz il cui lavoro è diventato un autentico benchmark per tutta la F1. Ma certe scelte pianificate in pochi istanti diventano valide ed efficaci quando c’è un mezzo tecnico che permette di applicarle e, soprattutto, che consente di aggirarle qualora non si rivelino vincenti. Quel che sta mancando in casa Ferrari che è alle prese con un ormai conclamato scadimento prestazionale che i tecnici intendono superare in chiave 2023.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Scuderia Ferrari F1