F1: il pagellone della bandiera bianca del Froldi
Per un attimo ho pensato di essere su “Scherzi a parte”. Ho impiegato qualche secondo, mentre il tempo sembrava essersi fermato, a realizzare che era accaduto di nuovo! Che il colpo di scena era arrivato. Puntuale come un orologio svizzero. Anzi di Losanna! Sì, ho cominciato a pensare che due cose sono certe: la morte e la Rossa che fa qualche casino in gara. Ma sulla prima comincio ad avere qualche dubbio.
Ebbene… La Ferrari di Sainz, ferma mestamente al pit stop…, era su tre ruote! Omaggio a Irvine presente in circuito? Non lo sappiamo, ma potrebbe essere una spiegazione plausibile. E dopo un attimo che è sembrato infinito (in realtà una decina di secondi) ecco arrivare trafelato un meccanico per montare, finalmente, la posteriore destra.
Ai tempi di Montezemolo, senza andare troppo lontano, come ha ricordato l’ingegnere Mazzola, per una cosa del genere il lunedì ci sarebbe stato un “48” fra le mura di Maranello. Invece non succederà nulla! E’ stato solo un “pasticcio”, cui si porrà certamente rimedio. Parole e musica del gran visir della Ferrari, eccellentissimo Matthias Bin-eight. Sul ponte di comando, la controfigura di Egon Spengler (ma meno simpatica) finalmente ha fatto sventolare bandiera bianca.
Era ora. Meglio una fine spaventosa che uno spavento senza fine. Ci riproveremo l’anno prossimo. E poco importa che Red Bull resterà astronave e tornerà la Mercedes. Che in realtà è già tornata. In Ferrari si vince l’anno prossimo da sedici, lunghissimi anni. Per essere precisi sono 15 gli anni senza mondiale piloti (2007), l’unico che davvero conti, e appunto nel 2023 partiremo con 16 anni di digiuno. Abbiamo fatto di peggio: 21 anni. Ma siamo sulla buona strada.
Ma voi quanto credete alle interviste sempre più surreali e stucchevoli del TP Ferrari, ora che ha riottenuto pure le domande sdraiate? Meglio aver finalmente abdicato. Credetemi. E meglio aver sepolto le aspettative di inizio mondiale. Su una pista che sarebbe dovuta essere cucita su misura, la monoposto Ferrari ha mostrato una delle sue peggiori performance, la seconda consecutiva dopo la chiacchierata direttiva FIA-Mercedes. Due indizi non fanno una prova ma ci si avvicinano. Meglio una fine spaventosa che uno spavento senza fine.
Purtroppo, da qui alla fine del mondiale sarà un lungo arrancare e prendere sberle sui denti. Mercedes, forse non a Monza, si prenderà agevolmente il secondo posto fra i costruttori. Dopo aver partorito un cancello e averlo corretto in corsa.
E Ferrari finirà mestamente un’annata che ovviamente chi vorrà vedrà come positiva. Se si pensa a dove eravamo l’anno scorso e due anni fa… E’ una vita grama quella del tifoso ferrarista dopo il 2008… Ma, a pensarci bene, non è tutto relativo? E su quali basi, se finiamo in calando, potremmo basare le speranze per il prossimo anno? La risposta è in chiesa. Accendendo un cero alla Madonna o a qualche santo cui siamo particolarmente devoti. D’altronde… sempre di fede si tratta…
F1. Gp Olanda 2022: voti
Sainz. Voto: Karma. Nei giorni scorsi Carlos aveva ricordato che la Ferrari non ha fatto davvero grossi errori, e che arrivano troppe critiche. Per rimettere le cose a posto, allora ai box hanno pensato bene di dimenticare una gomma. Della serie che, in un attimo, si è trovato nella situazione in cui si trova quasi sempre Leclerc.
La pax binottiana. Voto: zero. Il TP Ferrari gronda bontà da tutti gli artigli e non è affatto suscettibile. Dopo l’Ungheria, a circuito ancora caldo, ha raccontato una cosa non vera. Cioè che la Ferrari andava male. Quella di Sainz certamente. Ma Leclerc senza la “ruinata” invece poteva vincere. Lo hanno detto e scritto tutti, lo stesso Leclerc, e basta vedere i tempi della sua Ferrari con le gomme gialle.
Tutta la vicenda relativa al silenzio stampa Ferrari con Sky a Spa, dopo l’intervista in Ungheria in cui il TP si sarebbe risentito con Vanzini, legandosela al dito, e la successiva pace armata a Zandvoort, non è una pagina edificante. E non certo per chi intervista.
Mattia Binotto vs Autocritica. Voto: siamo perfetti, non sbagliamo mai, facciamo scelte che potenzialmente sono vincenti, team strategico ottimo, impapereremo e così via. Il repertorio è ormai noto, ripetitivo e stucchevole. Le cose che dice sembrano essere uno sberleffo a tutti i tifosi. A parte il pasticcio (sue parole) della ruota mancante, non abbiamo mai sentito una volta Binotto recitare il mea culpa o il miserere. Ma, oltre all’ipotesi che ami prendere in giro i tifosi sparsi nel mondo, ne esiste un’altra, ben più inquietante: che lui creda davvero a quello che dice. Brividi.
Mattia da Losanna. Voto: ci sei o ci fai?
Il vero, fondamentale quesito è: ma Binotto lo sa di essere a capo della più grande scuderia della storia del motorsport?
Russel su Hamilton. Voto: azz.
Nico Rosberg. Voto: grazie. Ci voleva Rosberg a parlare dell’incapacità del TP Ferrari di gestire la squadra. Finalmente.
Vettel. Voto: non ci credo. Non so cosa dire, ma Vettel sembrava non essere in circuito. E io non sono certo fra i suoi detrattori. Brutto episodio.
Tsunoda-Tsunami. Voto: imbarazzante. A dir poco.
Safety Car dopo che Bottas si ferma in un punto pericolosissimo. Voto: è tutto uno spettacolo ridicolo.
Ci hanno impiegato una vita a mettere la Safety Car, quando era pacifico che dovesse esserci subito. D’altronde, con tutti quei tifosi orange sugli spalti, non vorrai mica rovinare la festa a Max? Non sia mai, signora mia. Ovviamente, se una cosa del genere succedesse a Monza, faranno di tutto per non far sì che Ferrari sia avvantaggiata. Si chiama Formula 1. Si legge anglosfera.
P.S.: Monza. Appunto. Temo, sportivamente parlando, che sarà un bagno di sangue. Qualcuno se lo augura. Per far saltare il banco del cavallino. Non sono fra quelli. Almeno non a casa nostra.
Autore: Mariano Froldi – @MarianoFroldi
Foto: Scuderia Ferrari