giovedì, Novembre 14, 2024

Le inutili lamentale di una F1 che non sa cambiare

La F1 scopre che le gare possono terminare dietro safety car e tutti cadono dalle nuvole. Basterebbe dare uno sguardo distratto ai regolamenti per avvedersi che non c’è nulla di strano. Irrituale? Sicuramente. Legale? Ovviamente sì. Finché non esiste una norma che vieta ad un direttore di gara di tenere in pista la macchina di sicurezza tutti i commenti votati all’indignazione vanno derubricati a mero chiacchiericcio da bar. Doverosa precisazione prima di calarsi nella riflessione.

Chiaramente si può e si deve entrare nel merito, nella singola fattispecie. Ieri a Monza molte cose non hanno funzionato. A partire dall’Aston Martin guidata da Bernd Maylander che entra dinnanzi a George Russell, terzo, e non davanti al leader del gran premio per concludere alla lentezza dei commissari nell’intervenire. Per giunta con un mezzo di recupero in retromarcia in un tratto non troppo largo.

Qualcuno ha invocato la bandiera rossa. Ma non per ragioni di sicurezza, ma per alimentare l’azione. Ma non c’erano gli estremi per farlo. Ed in supporto di tale evidenza viene ancora una volta il regolamento che più o meno spiega che se c’è una macchina ferma fuori pista si usa la VSC per rallentare i piloti. Se, come nel caso di specie, la vettura è ferma in pista e in zona pericolosa allora interviene la SC. Se, in ultima battuta, la pista è ostruita o c’è grave pericolo si fermano le operazioni a mezzo bandiera rossa. Per questi dettagli vi invitiamo a consultare il nostro focus regolamentare: leggi qui.

F1
Safety Car Gp Monza 2022

F1. Finali sotto safety car: nessuna anomalia

C’è poco da fare: con questo regolamento i finali di Gran Premio sotto safety car sono possibili. Così come lo era l’anno passato ad Abu Dhabi quando Michael Masi avrebbe dovuto fare esattamente ciò che ieri ha fatto la direzione gara. Ma questa è un’altra storia che ormai è stata sommersa da sacrosante osservazioni che hanno determinato legittime epurazioni e necessarie riscritture regolamentari per offrire un testo più completo ad esperti che siano tali.

A proposito di riscritture, questo è ciò che vorrebbe qualcuno per giungere ad epiloghi più combattuti. La F1 si è interrogata su questa dinamica senza arrivare però ad un accordo che mettesse per iscritto che le gare non possono concludersi alle spalle del cofano di una Mercedes-AMG GT 63 S 4MATIC piuttosto che di una Aston Martin V8 Vantage.

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Michael Masi, ex direttore di gara della massima categoria del motorsport

F1. Il Circus vuole provare a riscrivere le regole sotto SC

Non si tratta di una congettura o di una notizia campata in aria, è stato Adreas Seidl, team principal della McLaren, a rivelarlo. Il manager ha spiegato che, dopo quanto accaduto il 12 dicembre scorso, ci sono state molte discussioni tra FIA, F1 e tutti i team per cercare di capire come modificare le regole col fine di assicurarsi che le gare non finissero mai sotto una safety car. Se non si è arrivati alla quadratura del cerchio è perché sono state le scuderie a non trovare l’intesa. Quindi, ad oggi, i protagonisti devono semplicemente accettare che alcune gare possano “morire” dietro la Safety Car. Con buona pace dei polemisti di professione e degli “alibisti” di natura.

Red Bull e Ferrari, dopo la gara di Monza, si sono particolarmente agitate per l’epilogo deludente. Ma a questo punto, e fuori da comode diplomazia, bisogna dire che non vi sono ragioni valide per scagliarsi con ferocia contro la direzione visto che tutto si è svolto nel rispetto scrupoloso delle regole. Diverso è, chiaramente, il discorso sulla tempistica della delibera e sulla goffaggine dell’intervento.

Sul tavolo dei decisori c’era la proposta di interrompere la gara provvedendo ad una nuova procedura di partenza se fossero mancati pochi giri al termine. L’accordo è saltato perché alcuni team, a giusta ragione, volevano paletti chiari sui giri restanti per attivare una simile procedura. Non si voleva, ovviamente, aprire a meccanismi poco leggibili e che avrebbero concesso troppa discrezionalità a chi deve prendere decisioni in pochi istanti. In poche parole, il timore è che si desse un canovaccio normativo troppo ampio col rischio di ricadere in un Masi-bis.

Seidl ha spiegato che il processo decisionale è stato lungo e tormentato ma che alla fine si è stabilito che i regolamenti dovessero rimanere come sono perché non è semplice deliberare bandiera rossa solo perché mancano pochi giri al termine. Il rischio scongiurato – e deve essere considerato un bene – è che si sia posto un argine all’arbitrarietà, alla possibilità di sospendere una gara senza giusta causa.

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Moahammed Ben Sulayem (FIA) e Stefano Domenicali, CEO della F1

F1. La FIA intende evitare altre Monza

La questione verte tutta sulla creazione artefatta dello spettacolo. Ieri, a caldo, Wolff si è scagliato fermamente contro questa prospettiva ribadendo che non ha senso interrompere le operazioni solo per dare al pubblico un po’ d’azione. D’altro canto qualcosa bolle in pentola e, essendo ben consci della fame di spettacolo di Liberty Media, si potrebbe presto arrivare ad una ridefinizione delle procedure. Il presidente della FIA Mohammed Ben Sulayem, difatti, ha tenuto un incontro tra i funzionari di gara e i team manager della F1 per discutere di tutta una serie di questioni sportive.

All’ordine del giorno ci sarebbe un punto nodale: migliorare gli standard della F1 con la fattiva partecipazione dei piloti, delle squadre, degli steward e di tutti i funzionari di alto rango per creare un vero e proprio tavolo collaborativo. E possibilmente capace di dirimere le controversie. Se i “round” avranno effetto lo capiremo nel prossimo futuro.

Il neopresidente emiratino è un uomo di teoria e soprattutto di prassi. Lo ha dimostrato agendo con solerzia dopo il disastro procedurale messo in scena ad Abu Dhabi. La F1 è dinnanzi ad un nuovo bivio. Da un lato la strada che conduce al mantenimento dello status quo; dall’altro il percorso che porta alla riscrittura normativa. Atto basilare per mettere fine alle polemiche e dotare i decisori di strumenti validi, efficaci e inattaccabili.


Autore: Diego Catalano @diegocat1977

Foto: F1, FIA

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