Per Max Verstappen la strada verso il secondo titolo in F1 è praticamente spianata. Con sette gran premi da disputare ed un vantaggio di 109 punti sul primo avversario servirebbe un cataclisma per orientare la stagione su binari diversi da quelli che portano ad Hasselt.
Oggi Max raccoglie i frutti maturi del suo legame pluriennale con la Red Bull, una realtà nella quale l’olandese ha creduto anche quando, forse, c’erano gli elementi per essere scettico. Dubbi che non potevano ricadere sulla gestione tecnica stante la presenza del guru Adrian Newey. La scuderia austriaca ha dovuto invece penare con le motorizzazioni passando dalla Renault, vincente con gli aspirati e mai convincete con i turbo-ibridi, alla Honda diventata poi la certezza intorno alla quale aprire il ciclo che stiamo vivendo.
Eppure non è stato semplice: prima le porte in faccia sbattute da Ferrari e da Mercedes, poi il legame con un costruttore che veniva dal disastro McLaren. Red Bull e Honda si sono reciprocamente annusate e hanno capito che potevano gettare le basi per una collaborazione proficua. E vincente. Max è stato alla finestra e, mostrando spiccato pragmatismo nonostante la giovane età, ha creduto nelle potenzialità dell’accordo non lasciandosi affascinare da altre e più comode proposte.
F1. Red Bull – Verstappen: un matrimonio molto proficuo
“È davvero divertente far parte del team, c’è davvero un’ottima atmosfera in squadra. Trovo che sia la cosa più importante. Anche se non stai vincendo, se l’atmosfera di squadra è buona, puoi migliorare molto nel tempo. Così riesci ad essere paziente a non forzare le cose. Questo è quello che ho sempre imparato. Avrei potuto trasferirmi in un’altra squadra e provare ad inseguire il successo immediato, ma mi sono fidato del processo e credo nelle persone del team. Ciò sta dando i suoi frutti, quindi sono molto felice“.
Si è così arrivati a sette stagioni insieme corredate da due titoli (al diavolo la scaramanzia), 30 vittorie, 17 pole position (per ora) e un balcone che affaccia su un futuro che ad oggi appare luminosissimo. Red Bull e Verstappen, qualche mese fa, si sono ulteriormente legati in un matrimonio che durerà fino a tutto il 2028.
Il pilota si è ancora una volta fidato di un team che ha una serie di opzioni vincenti alle quali poter ricorrere: unirsi a Porsche formando un blocco politico-tecnico potentissimo (ipotesi appena tramontata, ma in F1 le partite potrebbero riaprirsi clamorosamente), continuare col suo reparto powertrains che cresce di mese in mese o provare a convincere Honda a restare in F1 anche dopo il 2025. Max ha capito che, comunque vadano le cose, può cadere in piedi.
In effetti la Formula Uno contemporanea ci racconta che sono i solidi e lunghi legami quelli che producono i risultati più concreti. Lewis Hamilton è alla sua decima annata in Mercedes. Due lustri in cui ha raccolto ben sei titoli iridati. Se consideriamo il legame con il gruppo di Stoccarda in quanto motorista, la carriera dell’inglese è marchiata a fuoco dalla Stella a Tre Punte con la quale ha vinto praticamente ogni cosa che c’era da vincere diventando il pilota più titolato di sempre. Un cammino condiviso lungo sedici anni. Un altro record associabile a quelli sportivi già ottenuti.
F1. Ferrari: Leclerc studia i suoi colleghi
A questi due modelli guarda Leclerc per definire il suo paradigma vincente. Ci aveva creduto Charles. Il 2022, ad un certo punto, sembrava essere l’anno buono per entrare nel club degli iridati. Invece, con ogni probabilità, la stagione si chiuderà lontano dalla vetta, con l’amaro in bocca e con la delusione di aver dilapidato un potenziale tecnico importante. Ma proprio l’esempio dei due colleghi è l’appiglio per crederci ancora e per guardare al futuro senza ansie e paure.
“Sicuramente, dopo gli ultimi due anni, non credo che molte persone si sarebbero aspettate un salto di performance così grande e che ci consentisse di lottare per la vittoria – ha detto Leclerc alla stampa italiana – Questo ci dà fiducia per il futuro e sono convinto che abbiamo lavorato benissimo“.
Charles è in Ferrari da quattro anni ma la sua carriera è sempre stata tinta di rosso visto che emerge dall’Academy di Maranello. Fedeltà all’azienda che lo ha lanciato e che lo deve ripagare per questo slancio d’amore. Vero che il monegasco potrebbe volgere lo sguardo altrove, ma potrebbe essere proprio la perseveranza la chiave per il successo.
F1. Ferrari/Leclerc: una crescita simbiotica
Il pilota e il team stanno crescendo all’unisono. E’ un’evidenza che nessuno può negare al di là di un 2022 iniziato con delle premesse che purtroppo non si sono concretizzate. La Ferrari è la comfort zone di Leclerc, così come la Red Bull lo è per Verstappen e la Mercedes per Hamilton. La storia recente insegna che sono i pacchetti team-auto-pilota ad imporsi con maggiore potenza. Per crearne di efficaci serve tempo, ecco perché la strada più conveniente è quella della continuità.
Chiaro che servono massicce doti di pazienza e di abnegazione quasi fideistica da parte dell’ex Sauber che scalpita. Ma le prospettive sembrano piuttosto rosee e lasciare la Ferrari, ad oggi, potrebbe essere un colpo di testa infruttuoso sul lungo periodo. Charles è giovare, ha ancora molti anni di attività ad alto livello dinnanzi a sé. Ecco perché continua a credere nel Cavallino Rampante.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Oracle Red Bull Racing, Scuderia Ferrari F1, Mercedes AMG F1
