sabato, Novembre 23, 2024

Ferrari: la strada per il sogno iridato è ancora lunga

Ospite d’eccezione nell’ambito della kermesse “il Festival dello Sport” organizzato dalla “Rosea”, Il managing director della gestione sportiva e team principal della Scuderia Ferrari F1, Mattia Binotto, ha analizzato la stagione del Cavallino Rampante. Il manager italo-svizzero ha evidenziato i motivi per i quali al brillante avvio della stagione non è più seguito un duello ravvicinato con i rivali della Red Bull.

Il “continuous improvement” è il mantra della gestione Binotto in una disciplina nella quale in pochi mesi possono cambiare i rapporti di forza. Ed è proprio quello che è successo nei primi round della stagione con Charles Leclerc in fuga solitaria nella classifica piloti fino alla vigilia del weekend di Imola. Dalla tappa sul circuito intitolato a “Enzo e Dino Ferrari” è iniziata l’inesorabile rimonta del team di Milton Keynes, in grado di fornire a Max Verstappen la possibilità di giocarsi il primo match point per il bis iridato già nella prossima tappa del mondiale in programma a Singapore.

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Mattia Binotto e Antonio Giovinazzi ospiti alla kermesse della Gazzetta dello Sport

F1. La consapevolezza dei propri punti di debolezza

Il team principal Ferrari ha ammesso che la via del successo non può prescindere dal continuo sviluppo della monoposto, da scelte efficaci in pista e dall’affidabilità complessiva della vettura. Se per l’affidabilità le ricorrenti problematiche sulla power unit non potevano essere confutate, per la prima volta Mattia Binotto ha indicato nel processo di sviluppo della F1-75 e nelle infelici scelte operate in pista tra i principali motivi che hanno negato vittorie di tappa che sembravano scontate.

Pochi giorni fa in merito alla possibile modifica dell’organico, il manager di Losanna ha espresso il suo pensiero ai microfoni di Sky Sports UK: “Credo che non dobbiamo cambiare le persone, ma alcune cose. Il modo in cui comunichiamo, il modo in cui prendiamo le nostre decisioni… alcuni cambiamenti sono necessari”. Sostanzialmente si accorda fiducia alle attuali risorse umane ma devono essere necessariamente cambiate procedure e strumenti affinché le operazioni in pista possano essere all’altezza della concorrenza.

F1. Lo step che separa la competitività dal successo

Un altro passaggio molto interessante della disamina di Binotto è proiettata verso il futuro: “Sappiano che la strada è ancora lunga. Tra essere competitivi e poi vincere ad ogni e vincere un mondiale c’è molto sul quale lavorare“. Osservazione condivisibile alla luce dei recenti risultati della storica scuderia modenese che tuttavia non riflette quanto espresso in pista nella prima parte della stagione. Fino alla vigilia del gran premio d’Ungheria, nonostante fosse chiaro che l’affidabilità fosse un serio problema, le chance iridate di Charles Leclerc erano elevate.

Sovrastimare lo step ancora necessario per cullare sogni iridati appare una strategia comunicativa atta a procrastinare il raggiungimento della maturità necessaria per poter ambire alla massima posta in palio. La strada è lunga ma ha una milestone invalicabile: il 2026 anno entro il quale la presidenza Ferrari pretende la conquista di titoli iridati.

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Charles Leclerc (Scuderia Ferrari) in una suggestiva ripresa dall’alto che svela le forme sinuose della F1-75, Gp Italia 2022

F1. Leclerc e Sainz valore aggiunto con ulteriori margini di crescita

Al voce piloti, Binotto non può che ritenersi soddisfatto della resa di Leclerc e Sainz. Ad un attento osservatore non sarà sfuggito che la coppia di driver Ferrari ha espresso le migliori performance quando uno dei due era “disperso”. Ad inizio anno, la prepotente partenza di Charles ha emotivamente destabilizzato Carlos, protagonista di un avvio da incubo.

Viceversa, quando lo spagnolo non ha sentito il fiato sul collo del monegasco, ha messo in mostra tutto il suo talento. In tal senso la gara di Montreal, in cui Leclerc è partito dal fondo dello schieramento per la sostituzione della power unit, è stata probabilmente la migliore esibizione della stagione insieme al recente weekend di Monza.

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Charles Leclerc e Carlos Sainz (Scuderia Ferrari)
F1. La concezione Ferrari della “migliore coppia” può diventare un limite?

Nella tappa brianzola gli alfieri della Rossa hanno messo in mostra una prestazione complessiva che giustifica (finalmente) l’etichetta di miglior coppia di piloti sulla griglia da sempre rivendicata dal manager italo-svizzero.

Nonostante la piena fiducia in entrambi i conducenti, Mattia Binotto crede che anche i suoi piloti possano avere margine di miglioramento: “Cosa vorrei di più da loro? Più vittorie. Io lo dico: è la miglior coppia che esista in F1. Proprio per come vanno d’accordo tra loro e per il contributo che si danno, per come si aiutano l’uno con l’altro”.

Io lo vedo anche durante le sessioni, durante i weekend di gara – ha proseguito il manager – Quando si discute il venerdì o il sabato, dopo le prove, su cosa sente uno e cosa sente l’altro, avviene uno scambio completamente aperto. Entrambi sanno che migliorare la nostra vettura e la nostra squadra vuole dire, di base, provare a battere gli altri”.

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il team principal Mattia Binotto (Scuderia Ferrari)

La concezione di “migliore coppia” in Formula 1 è un paradosso. Nelle fasi di scarsa competitività, la cooperazione tra i due piloti è essenziale per un team che intende risalire la china ed è ciò che hanno dimostrato Leclerc e Sainz nel 2021. Quando si dispone di una monoposto vincente il team deve gestire le velleità dei driver in funzione delle maggiori probabilità di successo.

Per diverse settimane si è discusso in merito alla necessità di assegnare i galloni di prima guida a Charles Leclerc, tuttavia le strategie messe in atto dalla Scuderia Ferrari fino al gran premio d’Inghilterra non sono state funzionali al pilota con maggiore probabilità di contendere il titolo mondiale con Max Verstappen.

Probabilmente, anche su questo aspetto, la Ferrari dovrà cambiare la propria visione traendo insegnamento dal cinismo di Mercedes e Red Bull affinché i ruoli siano chiari. Del resto la Scuderia Ferrari deve parte del successo di inizio millennio alla chiara visione di Michael Schumacher che non gradiva la presenza di “due galli nel medesimo pollaio”…


Autore: Roberto Cecere – @robertofunoat

Foto: F1, Scuderia Ferrari

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