Porpoising. Se in Mercedes AMG F1, concedendosi qualche libertà linguistica, dovessero associare un concetto a questo termine probabilmente si riferirebbero ad immagini sinistre: paura, smarrimento, tribolazione. A Brackley ci hanno sbattuto la testa per mesi venendo a capo del problema con tanta fatica e dopo molto, troppo, tempo. Quando, insomma, la stagione aveva già doppiato il giro di boa e le principali avversarie avevano preso il largo. Non solo in classifica, ma specie sul fronte prestazionale.
Questa è la cosa che ha fatto più danni. Mentre Ferrari e soprattutto Red Bull potevano spendere tempo, danaro e risorse umane nel far progredire i rispettivi progetti, Mercedes rimaneva incatenata e sterilmente focalizzata sul superamento del pompaggio aerodinamico.
La vera svolta la si è avuta a Silverstone. Il Gp di Spagna, quando la W13 ha dato i primi segnali di ripresa, ha offerto buone prestazioni solo grazie ad un asfalto amico che non presentava asperità antipatiche per la troppo sensibile Freccia d’Argento. Che, subito dopo, ha preso a saltellare impazzita. Tanto che, a Baku, ha fatto fare ad Hamilton la figura del vegliardo incapace di alzarsi dal letto.
F1. Mercedes W13: un recupero tardivo
Col nuovo fondo portato in Gran Bretagna, dopo vari tentativi andati alla malora, l’equipe di aerodinamici diretta da Mike Elliott ha finalmente risolto il problema. La vettura ha iniziato a girare ad altezze di marcia più consone alla necessità di generare carico aerodinamico. Con effetti sensibili sulle prestazioni. Nulla da far pensare che si potesse cucire lo strappo apertosi nei riguardi della RB18. Da quel momento, quindi, gli ingegneri anglo-tedeschi hanno provveduto a lavorare per estrarre prestazioni da un progetto il cui futuro è ancora in bilico.
Un po’ perché l’operazione incremento delle performance s’è avviata tardi, un po’ perché il concept a sidepod rastremati continua a presentare un drag troppo elevato (e Monza ne è testimonianza con un Hamilton penultimo alle speed trap), l’idea di sposare, per l’anno venturo, la strada tracciata da “Sua Ingegnosità” Adrian Newey è forte.
Qualsiasi sarà il design su cui si punterà la priorità è tenere alla larga le oscillazioni verticali. L’esperienza di questo mondiale e le regole ridefinite con largo anticipo dalla FIA dovrebbero aiutare lo staff della Stella a Tre Punte a non ricadere in un errore marchiano che di fatto ha consegnato con larghissimo anticipo i titoli a Max Verstappen e alla Red Bull.
La stagione dei “grigi” vive di alti e bassi. Dopo gare in cui si è vista una crescita solida, ora sembra che le prestazioni siano in leggera fase calante. Dal Belgio in poi non si è osservata una W13 in gran spolvero nonostante qualcuno abbia pensato che la direttiva tecnica 039 sarebbe andata incontro alle necessità della Mercedes. Un punto di vista piuttosto superficiale smentito clamorosamente dalla prassi. Ma bastava poco per prevederlo.
F1. Mercedes: il rischio porpoising è ancora elevato
L’obiettivo dei campioni del mondo in carica per la prossima stagione è quello di approntare una vettura che non soffra delle medesime difficoltà incontrate nel corso del 2022. Di questa inauspicabile dinamica ha parlato George Russell:
“Abbiamo fatto molti progressi in tal senso. Sappiamo però che abbiamo sacrificato molte prestazioni per raggiungere questo obiettivo. Ora che il team crede di riuscire a tenere il fenomeno sotto controllo è tornato a spingere al limite per incrementare le performance. Non ci facciamo illusioni però, sappiamo che così facendo potremmo di nuovo ritrovarci a lottare con il porpoising. La F1 è uno sport competitivo e accettiamo il fatto che dovremo conviverci“.
A leggere bene il passaggio su riportato si evince che è molto sottile l’equilibrio tra prestazioni e il ripalesarsi del porpoising. In Mercedes, evidentemente, non si riesce ancora a spingere al massimo sugli assetti per il timore che il fenomeno rifaccia capolino. E la cosa è confermata da alcune sessioni di libere disputate prima che la nuova metrica federale venisse introdotta. Spesso, infatti, si è provato ad abbassare la vettura per consentirle di operare in un regime che producesse maggiore carico. Ma si è avuto l’effetto indesiderato che ha riportato a galla il nocivo saltellamento.
Ciò dimostra che la W13 è una vettura ancora troppo sensibile alle piccole variazioni di altezza e, in generale, di assetto. Fattore al quale si sta lavorando in chiave 2023. E nel processo sono coinvolti non sono gli aerodinamici, ma anche i telaisti e chi si occupa della cinematica delle sospensioni. Un frangete che vedeva Brackley all’avanguardia e che, quest’anno, ha prodotto più di un grattacapo.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Mercedes AMG F1