Mercedes AMG F1, nelle giornata di ieri, ha annunciato il prolungamento della partnership con Petronas, azienda malese del settore petrolchimico che ha legato il suo marchio a quello della Stella a Tre Punte sin dai tempi in cui Michael Schumacher sedeva nell’abitacolo della W01. Era il 2010 e le due realtà ne hanno fatta di strada diventando il binomio più vincente della storia della categoria.
La notizia del proseguimento del rapporto tecnico-commerciale è nota e non è questa la sede per riportarla superficialmente. In linea con la mission di FormulaUnoAnalisiTecnica ci preme analizzare cosa si cela dietro un prolungamento così massiccio e, se vogliamo, sui generis perché parte dal 2026, anno del defreeze regolamentare sui propulsori.
“Oggi stiamo facendo qualcosa di un po’ insolito annunciando una partnership che inizierà tra quattro anni. Questo rinnovo invia un messaggio importante: il nostro team e Petronas non sono più solo partner, siamo una famiglia e saremo una squadra per molti altri anni a venire”. Parole di Toto Wolff. Qualcuno direbbe di circostanza. Ma non lo sono.
F1. Mercedes/Petronas: accordo che formalizza la presenza di lungo periodo di AMG nel Circus
L’accordo parla. La rinnovata intesa ci manifesta delle dinamiche che è bene specificare. La prima è che crollano piuttosto maldestramente tutto quelle voci che volevano Mercedes pronta a disimpegnarsi dalla Formula Uno. Gossip che non abbiamo mai seguito e che, ahinoi, si era ulteriormente alimentato dopo la pessima stagione della franchigia di Brackley.
“Siamo entusiasti di correre verso il futuro insieme a Petronas con l’ambizione di stabilire ancora una volta lo standard, nelle nostre prestazioni in pista, ponendoci come pionieri nella transizione di una squadra sportiva globale a un futuro net-zero“.
Mercedes è più convinta che mai di restare in F1. Sia come team che come fornitore di lungo periodo di power unit. L’ingresso di INEOS in AMG F1, da molti visto come sintomo di disinteresse della controllante tedesca, è invece qualcosa che fortifica la presenza della scuderia che ha un natura tricefala con alle spalle il know-how tecnico del colosso Daimler AG, la capacità di spesa dell’azienda guidata da Jim Ratcliffe e la competenza sportiva-gestionale di Toto Wolff che mantiene il 33% delle quote azionarie.
F1. Mercedes/Petronas raccolgono la sfida sui buocarburanti
Chiuso questo capitolo che invero è stato anche abbastanza superfluo aprire perché la volontà di restare era arcinota, è un’altra l’osservazione da fare: Petronas raccoglie la sfida dei biocarburanti di nuova generazione. E lo fa non per spirito di mecenatismo, ma perché in ballo c’è il futuro dell’azienda e dell’automotive.
Quello delle benzine drop-in (i propellenti next-gen che si adattano ai motori esistenti producendo emissioni pari allo zero) è il mercato del futuro. I colossi del petrolio devono fronteggiare l’inevitabile abbandono delle fonti fossili. Riconvertire la produzione è un obbligo per mantenere le quote di mercato e, magari, per incrementarle a scapito di quei soggetti che non riusciranno a cavalcare l’onda del cambiamento.
Dal 2026 debutterà una nuove generazione di power unit che sarà basata su benzine ecosostenibili. L’obiettivo della FIA e di Liberty Media è quello di soddisfare il programma Net Zero Carbon che si prefigge di arrivare ad una Formula Uno Full Green entro il 2030.
Operazione ambiziosa ma necessaria nelle quale crede il petroliere malese e la stessa Mercedes che, recentemente, ha testato su un proprio camion un carburante ecologico nello spostamento da Zandvoort a Monza. Una pietra miliare della mobilità sostenibile che può determinare la svolta nella logistica della massima categoria.
Sempre Mercedes F1, ve ne parlammo qualche tempo fa (leggi qui), sta studiando un carburante avio per alimentare i motori a reazione portando il concetto verde anche negli spostamenti aerei. Viene da sé che la partita sia enorme e gli interessi economici mastodontici. Una ricca fetta di profitti dalla quale Petronas non vuole stare lontana.
La F1 può bloccare la cieca svolta full electric
Ma l’obiettivo ancora più ambizioso – e forse celato ai più – è quello di aprire una strada filosofica che faccia vacillare le decisioni prese da politici burocrati con visioni di corto respiro e che rischiano di devastare il settore automobilistico in nome di una riconversione elettrica forzata e per la quale, forse, non siamo ancora pronti.
Il Parlamento Europeo, tramite il programma “Fit for 55”, vuole vietare l’immissione sul mercato di auto nuove con motore a combustione interna entro il 2035 per poi arrivare ad un ban totale alla circolazione nel 2050. Chiaramente la palla deve passare alla Commissione Europea che è l’organo che fattivamente legifera.
E’ proprio in questo cammino decisionale che la Formula Uno può e deve incunearsi. Le aziende petrolchimiche, tutelando i loro legittimi interessi commerciali, devono essere in grado di fare quadrato, con la collaborazione dei team, e di dimostrare che è possibile definire benzine verdi sia allo scarico sia nel processo di produzione.
Se questo avverrà, e pare che lo scenario sia piuttosto concreto, l’Unione Europea, ma anche alcuni stati federali statunitensi che hanno predisposto politiche elettriche molto stringenti, possono vedere una percorso alternativo. Perché talvolta è necessario creare degli esempi tangibili per convincere chi, probabilmente, non conosce la distinzione tra un motore a due tempi ed uno a quattro.
Ecco che l’annuncio dato ieri dato da Mercedes e Petronas si configura in un quadro molto più ampio da cui scaturiscono i destini del team, della Formula Uno e forse di tutto l’automotive basato sui propulsori a combustione interna.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Mercedes AMG F1