Tra sette giorni la F1 ritorna in pista per il round n°17 di una stagione che sta per emettere i primi e più importanti verdetti. Red Bull è pronta a firmare un campionato che, dal Gp di Francia in poi, ha avuto un solo padrone indiscusso: Max Verstappen. Il cannibale olandese, a Monza, ha ottenuto la quinta vittoria consecutiva, l’undicesima in stagione.
Dietro la scuderia di Milton Keynes, a distanza debita, tiene banco la lotta per il secondo posto con la Ferrari assolutamente favorita su una Mercedes che si trova in partita proprio grazie agli errori e alle difficoltà in cui è andata incontro la rossa monoposto. L’esigua differenza in classifica tiene ancora accesa qualche piccola speranza per la compagine di Brackley che però può sognare il colpaccio solo se inizia a vincere. Cosa non semplice quando bisogna contare su un mezzo tecnico che risponde al nome di W13.
Sarebbe superfluo in questa sede ripercorre la carrellata di problematiche che hanno avvolto come in un soffocante sudario la vettura concepita da Mike Elliott. In Mercedes cercano di proiettare lo sguardo al futuro valutando le caratteristiche delle sei piste che restano da qui all’epilogo di Abu Dhabi.
F1. Mercedes: Singapore pista amica?
Le peculiarità del Marina Bay Street Circuit di Singapore dovrebbero adattarsi alla W13. Sicuramente più di quanto accaduto a Monza. Il tracciato asiatico, difatti, richiede una configurazione con carico aerodinamico elevato, condizioni analoghe a quelle offerte da Zandvoort e soprattutto Ungheria dove la Freccia d’Argento si è ben districata dimostrando di poter competere per il bottino grosso.
“Penso che, guardando indietro e considerando gli elementi che abbiamo raccolto durante la stagione, possiamo aspettarci che Singapore sia un po’ più simile a quello che abbiamo visto a Budapest e Zandvoort“. Questo il pensiero di Mike Elliott, direttore tecnico della Mercedes.
Marina Bay è un circuito dall’asfalto piuttosto irregolare. La cosa mal si potrebbe sposare con la la W13 che è sempre al limite quando si parla di bump e tenendo presente la nuova metrica introdotta dalla FIA a Spa Francorchamps. Ma sono altre le caratteristiche che potrebbero favorire la monoposto della Stella a Tre Punte: “Singapore è un circuito accidentato, che fornirà le sue sfide. Ma, considerando la natura delle curve, pensiamo che sarà un po’ meglio per la nostra macchina. Quindi speriamo di ottenere un buon risultato“.
F1. Mercedes: questione di correlazione
La chiave per la buona riuscita del weekend è la correlazione simulatore-pista. Un qualcosa che in stagione ha iniziato a funzionare piuttosto tardi. E’ servita una lunga ed estenuante parentesi di raccolta dati e di ricalibrazione dei sistemi dopo l’introduzione del nuovo regolamento che ha fatto perdere la bussola ai tecnici di Brackley. Prima di Monza, ne ha parlato Toto Wolff, le simulazioni avevano precisamente preconizzato quali sarebbero state le difficoltà incontrate da Hamilton e Russell. Che si sono puntualmente realizzate.
Ecco perché ora c’è fiducia che quanto è stato osservato nelle analisi computazionali possa rivelarsi coerente a Marina Bay: “Come sempre, abbiamo fatto tutto il lavoro di pre-simulazione. Massimizzeremo il nostro apprendimento nelle sessioni di prove libere e speriamo di poterlo trasformare in un buon risultato durante il fine settimana“.
Singapore, quindi, sarà al contempo occasione per cerca di ottenere la prima vittoria (prospettiva comunque difficile, sia ben chiaro) e per confermare che sulla correlazione dati siano definitivamente state fissate tutte le problematiche emerse quasi di schianto sin dai test invernali di Barcellona.
In una F1 sempre meno avvezza alle prove in pista e che si sposta inesorabilmente verso l’analisi computazionale, è fondamentale essere pronti e non carenti su un aspetto che ormai è preponderante nella definizione di una vettura. I sogni di gloria che si covano in Mercedes in chiave 2023 passano per questa dinamica.
E il ritorno in azienda in pianta stabile di James Allison, che nel recente passato si è diviso tra programma F1 e il concepimento della barca per l’America’s Cup, è indicativo del fatto che la scuderia anglo-tedesca voglia riposizionare quei paletti progettuali che forse sono mancati nella definizione della monoposto a zero sidepod.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Mercedes AMG