C’è una strana tendenza che va consolidandosi nella stagione di F1 Lewis Hamilton: mostrare un passo gara solido, magari da vittoria, quando si trova, per un motivo o per un altro, nelle retrovie. O quando risulta penalizzato da qualche episodio in gara che si materializza nella forma di una safety car beffarda. E’ successo in Spagna quando, dopo il contatto con Magnussen che l’ha relegato in cosa al gruppo, si è prodotto in una super rimonta sciorinando un race pace di assoluto livello. La cosa, coi dovuti distinguo, si è ripetuta in Ungheria quando il britannico è rimasto “fregato” da un DRS bizzoso durante le qualifiche.
A Silverstone, il Gran Premio nel quale, forse, la W13 ne aveva leggermente di più della concorrenza (complice anche un Verstappen “azzoppato” da un problema al fondo) ci si è messa la vettura di sicurezza a spezzare il sogno. Nell’ultimo GP disputato, quello di Monza, Lewis è partito in penultima piazza scalando la classifica a fatica e producendosi in un non precisato numero di sorpassi. La macchina, sicuramente non all’altezza della RB18 n°1, ha comunque nuovamente mostrato una certa verve che ha fatto rimanere l’amaro in bocca al sette volte iridato per un quinto posto soddisfacente ma sottodimensionato all’abbrivio mostrato.
Ma stavolta il britannico iridato non può prendersela col fato o col suo team che, in passato, non ha supportato la sua azione con strategie o pit stop adeguati. Le problematiche emerse durante il GP d’Italia, nel quale Russell ha ottenuto l’ennesimo podio di una stagione da regolarista, partono da lontano, ossia dal Gran Premio del Belgio. Nel contatto con Fernando Alonso a Les Combes – dal quale sono scaturite “carinerie” sulle quale i due, saggiamente, hanno messo una pietra sopra – il motore della W13 ha subito conseguenza tuttora imprecisate.
F1. La penalità in griglia scontata a Monza è “colpa” di Hamilton
Molti hanno scritto e parlato di una power unit fatalmente danneggiata. Ma così non è. La certezza che il propulsore appena introdotto (il terzo stagionale, peraltro con le novità alla parte ibrida che anticipavano il freeze scattato il primo settembre) sia totalmente da buttare non si è ancora avuta. Il triple header Spa-Zandvoort-Monza non ha permesso agli ingegneri di Brixworth di scendere a fondo della analisi del motore che, per sicurezza, non è stato portato nel tempio della velocità, laddove cavalli e affidabilità sono un fattore determinante per portare a termine la gara.
In ogni caso, ad oggi, l’assenza del propulsore “incriminato” ha pesato e Lewis Hamilton se ne è sentito responsabile. Da qui le scuse che il pilota ha proferito in una comunicazione radio col muretto subito dopo la bandiera a scacchi. “Lewis si riferiva a quello che era successo a Spa dove si è scontrato con Alonso all’inizio della gara danneggiando la sua power unit – ha spiegato Mike Elliott, padre della della W13 – Si tratta di alcuni danni che stiamo ancora cercando di riparare e che potranno essere ripristinati più avanti nella stagione“.
Indicazione che spiega come i motoristi guidati da Hywel Thomas siano persuasi di recuperare l’unità propulsiva: “E’ necessario del tempo per risolvere il problema. Ciò ha significato utilizzare una PU più vecchia nell’ultima gara di Zandvoort mentre, in questa gara, abbiamo dovuto portarne una nuova. Introdurre un nuovo motore ha determinato una penalità. Perciò, Lewis è partito dal fondo della griglia“.
Elliott ha aggiunto che Lewis ha guidato in maniera fantastica per lanciarsi in una rimonta così efficace. “Penso che ciò per cui Lewis si stesse davvero scusando fosse il fatto che sapeva che se avesse iniziato dove si era qualificato (quinto, nda). Avrebbe potuto fare una gara ancora migliore“. Ma ormai il gran premio è in archivio e il passato non si può riscrivere.
F1. Lewis Hamilton: al danno potrebbe non seguire la beffa
Ciò che è possibile fare, al massimo, è trasformare il disagio in opportunità. Hamilton, a Monza, ha introdotto la quarta unità propulsiva stagionale che dovrebbe bastare per affrontare le restanti sei gare del 2022. Quindi è improbabile che sia necessaria una nuova unità come, invece, potrebbe accadere con Russell che, non dovesse operare lo switch, arriverebbe a fine stagione con propulsori molto spremuti.
Considerando anche che la parte ibrida nuova è installata solo sulla specifica introdotta in Belgio che dovrebbe quindi sobbarcarsi ben otto eventi. Se a Brixworth riuscissero a salvare il motore di Hamilton – e il fatto di lavorarci ancora dà un’indicazione positiva in tal senso – si potrebbe concretizzare un oggettivo vantaggio per il britannico che nelle ultime sei gare potrebbe così contare su due unità motrtici praticamente nuove di zecca e per giunta complete delle specifiche elettriche che saranno usata da qua al decongelamento del 2026.
Insomma, archiviato il GP di Monza, Hamilton potrebbe contare su una piccola spinta da spendere nei prossimi sei gran premi nella ricerca di quella vittoria che ancora manca e che, al di là di comode dichiarazioni di facciata, è il vero obiettivo stagionale del britannico e del team. Tutti gli occhi sono ora puntati su Brixworth…
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Mercedes AMG