sabato, Novembre 23, 2024

Ferrari: la scalata al successo passa per la crescita dell’organigramma

Il ritorno dalle vacanze estive ha mostrato in pista una Ferrari ben diversa da quella che a inizio anno aveva illuso il popolo rosso di poter provare a vincere. Nei mesi di campionato si è infatti notato un evidente calo della F1-75, soprattutto se messa a confronto con una Red Bull che, al contrario, di passi avanti ne ha fatti. L’affidabilità che ha colpito il team di Maranello col tempo sembra essere migliorata; un aspetto che in molti “trascurano” all’inizio per poi sistemarlo durante l’anno.

Ciò che invece sembra essere mancato in casa Ferrari è uno sviluppo solido volto a quella battaglia che, dopo i primi GP, sembrava doversi trascinare per l’intero mondiale. Le F1-75 di Leclerc e Sainz sembrano infatti essersi fermate, mentre Red Bull e Mercedes hanno continuato il lavoro di aggiornamento.

Una scelta che in pista si è tradotta in una fatica di cui le Rosse non avevano mai sofferto. Ad aggiungere un ulteriore ostacolo sono inoltre arrivare delle strategie poco chiare, sbagliate in alcuni casi. Aspetti che ad oggi rendono la Ferrari ancora troppo acerba per poter portare a casa gli ambiti titoli mondiali.

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La Ferrari di Carlos Sainz precede la Mercedes di Lewis Hamilton e la Red Bull di Sergio Perez

F1. Ferrari si ferma, il mondiale no

La magica illusione che i tifosi della Rossa hanno vissuto ad inizio stagione si può dire, ad oggi, richiusa totalmente nel suo cassetto. L’andamento del mondiale, nonostante alcune difficoltà, ha infatti permesso di sognare il potenziale ritorno del titolo a Maranello. Un obiettivo che non solo è pian piano sfumato ma che, al ritorno dalla pausa estiva, è diventato chiaramente irraggiungibile. L’affidabilità presentatasi alle porte del team guidato da Binotto ha messo i bastoni tra le ruote a Leclerc e a Sainz, ma questa non è stata l’unica macchia sul percorso mondiale.

Le strategie sbagliare e spesso poco coraggiose hanno infatti contribuito in ottica mondiale, così come un mancato sviluppo che ha visto una Ferrari fermarsi mentre i rivali si allontanavano un passo alla volta. Una situazione che non è passata inosservata anche agli occhi di quest’anno ha faticato a vedere i problemi che la Rossa si è causata. Tra questi il ferrarista Jean Alesi, che col passare del tempo si è visto costretto a cambiare opinione di fronte a evidenti mancanze. Sono due le aree che l’ex pilota del Cavallino ha individuato come carenti, ovvero quella inerente allo sviluppo e quella delle strategie.

Il primo settore, come detto, nel corso delle varie gare sembra infatti aver subìto un arresto. Le F1-75 viste nei primi test pre-stagionali erano risultate delle ottime vetture. Da quel momento in poi gli aggiornamenti non sono stati molti e, soprattutto, non in grado di contrastare quelli portati dalla Red Bull. Dal punto di vista strategico invece è quasi fin da subito emerso un problema di azzardo. La Ferrari, strategia sbagliate a parte, non sempre ha infatti avuto il coraggio di rischiare, trovandosi a seguire gli avversati senza avere l’occasione di sorprenderli. Una mancanza che per poter vincere necessita di essere colmata.

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F1 – Jean Alesi col poleman Charles Leclerc (Scuderia Ferrari) nell’immediato post qualifica al Paul Ricard

F1. Cara Ferrari, ora serve un altro passo in più

Il lavoro che il team di Maranello ha svolto per portare in pista le F1-75 è innegabilmente un grande passo avanti. Le monoposto portare in pista per questo mondiale 2022, rispetto alle difficoltà vissute negli ultimi due anni in particolare, hanno permesso davvero alla Ferrari di poter lottare. Almeno nella primissima parte di mondiale. Col passare dei mesi è diventato evidente che il team guidato da Binotto manca ancora di una completa maturità per quell’agognato titolo. Una maturità che invece Red Bull è stata in grado di raggiungere anche grazie agli altri.

La nascita del reparto powertrains ha infatti visto il team di Milton Keynes adoperarsi fin da subito per renderlo competitivo. Le spese fatte tra i tecnici di Mercedes, Ferrari e di altre categorie del motorsport come il WEC, hanno decisamente portato i loro frutti. Dopo aver portato Max Verstappen alla conquista del suo primo titolo, la Red Bull è cresciuta ulteriormente mettendo in pista non solo una vettura forte e competitiva, ma anche un intero team che sbaglia poco e reagisce prontamente alle difficoltà.

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F1. Max Verstappen (Oracle Red Bull Racing) vince il gran premio d’Olanda

Un comportamento che in casa Ferrari fatica ancora a trovare la luce. Il passo indietro fatto dalle Rosse, o meglio il non passo, ha infatti portato il team a dover ridimensionare i propri obiettivi mondiali. La Ferrari si è di fatto come fermata nello sviluppo di quella vettura nata bene, mentre il mondiale è andato avanti proponendo quelle sfide che la Scuderia non è stata in grado di affrontare. Un piccolo campanello d’allarme, soprattutto per i prossimi anni, che richiama l’attenzione a un lavoro che spesso Binotto ha negato di voler fare. In Ferrari servono rinforzi.

Agire come Red Bull potrebbe infatti portare il team di Maranello a compiere quel passo in più che serve per tornare tra i grandi. La Casa del Cavallino Rampante deve infatti rischiare; un aspetto che è mancato nel 2022, portando a strategie di copertura e non di attacco.

Un reparto strategico che ha bisogno di mostrarsi coraggioso magari cercando forze esterne ad un team che funziona ma a cui manca ancora la giusta spinta. Difficoltà che si traducono anche in quell’unica decisione mai presa. Primo e secondo pilota in Ferrari non esistono. E se manca questo tipo di coraggio forse il Cavallino Rampante non è ancora davvero pronto a svettare sugli altri.


Autore: Chiara Zambelli

Foto: F1, Scuderia Ferrari F1

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