Il mondiale di F1 2022, con l’arrivo delle nuove monoposto ad effetto, suolo sembrava aver ridato a Sergio Perez la giusta carica competitiva. Il pilota messicano aveva infatti iniziato l’anno con una tranquillità maggiore che in pista si è tradotta con risultati ottimi. Il lavoro fatto lo scorso anno non solo per il team ma soprattutto per il compagno ha infatti messo in buona luce le doti di guida di Perez. Un aspetto risaltato anche nelle prime gare del 2022 e che ha permesso a Perez di non subire la schiacciante forza di Max Verstappen.
Col passare delle gare è poi diventato evidente che qualcosa non ha iniziato a non funzionare più come prima. Le prestazioni del messicano, dopo il weekend corso sul tracciato di Monte Carlo, sono infatti notevolmente calate. Da una parte la colpa può forse essere attribuita ad uno sviluppo della RB18 sullo stile di guida del campione del mondo in carica.
Dall’altra però qualcosa sembra essere cambiato nella testa di Perez, quasi non fosse più in grado di reggere il confronto richiesto in Red Bull. Uno scenario che porta così ombra non solo sul presente del pilota messicano, ma anche sul suo futuro.
F1. Sergio Perez: la caduta dopo Monaco
Essere il compagno di un pilota come Max Verstappen non è certo un compito semplice. La breve durata degli ex Red Bull messi al fianco del campione olandese ne è un esempio, contando anche che il team di Milton Keynes ha sempre avuto un occhio di riguardo per il suo numero 1. L’arrivo di Sergio Perez nel 2021 non ha dunque cambiato le idee della scuderia guidata da Horner, con il pilota messicano che ha dovuto mostrare in pista il suo valore. I risultati ottenuti in questi quasi due anni sono stati ottimi per un pilota che ricopre il ruolo di compagno di squadra.
Nel corso della passata stagione, nonostante le iniziali difficoltà di adattamento, Perez si è sempre mostrato pronto ad accorrere in aiuto del compagno olandese. Con le nuove monoposto ad effetto suolo, l’inizio del mondiale 2022 ha poi mostrato un Sergio Perez diverso, a suo agio nella guida tanto da tenere testa a Verstappen. Viste le prestazioni di invio stagione, il pilota messicano si era anche candidato come possibile nemico del campione in carica per la lotta al titolo. Almeno fino alla vittoria del GP di Monaco coronata anche dal rinnovo del contratto fino al 2024.
La gara corsa e vinta dal messicano sulle strette vie del Principato sembra però aver segnato un prima e un dopo nelle prestazioni di Perez. La RB18 si è certamente evoluta più verso lo stile di guida di Verstappen, ma il divario che il pilota messicano ha accumulato nel tempo dal suo compagno resta comunque inspiegabile.
Tra il GP d’Ungheria e quello corso a Monza, il distacco medio che Verstappen ha rifilato alla Red Bull numero 11 si avvicinava al secondo. Un’eternità per due vetture che differiscono del solo fondo, elemento che non dovrebbe dare un vantaggio troppo ampio. Dunque cosa è accaduto a quel Perez di inizio stagione?
F1, In Red Bull un contratto non basta per restare
L’arrivo di Perez in Red Bull dopo la buona stagione 2020 corsa con l’ex Racing Point è apparso fin da subito la scelta perfetta. Il pilota messicano, nei suoi anni in F1, ha infatti spesso mostrato di avere quel qualcosa in già da meritarsi una vettura da top team. Stare tra i grandi non sempre è però un ruolo che tutti riescono a svolgere. Entrare nel team di Milton Keynes ha infatti un solo significato, ovvero essere il numero 2. Una condizione che lo scorso anno Perez ha ben rispettato, soprattutto in quell’ultima difesa molto al limite volta a rallentare Lewis Hamilton.
Il Perez in grado di lottare con il suo compagno di squadra non fa parte degli obiettivi di casa Red Bull. Lo scopo è infatti quello di avere un pilota in grado di aiutare la prima guida designata, dando fastidio e togliendo punti al resto della concorrenza. Un ruolo che, come detto, fino a Monaco è stato rispettato. La strada di Perez ha poi preso una direzione diversa da quella che lui si aspettava di ricevere. Nonostante le sue convinzioni, il pilota messicano non è mai stato davvero in lotta per il mondiale.
Lo sviluppo della vettura che ha prediletto la guida di Verstappen ha così complicato le cose, ma questo non può essere il solo motivo del caldo di prestazioni. Qualcosa sembra essere cambiato nella mentalità dell’ex Racing Point, che ha iniziato probabilmente a subire l’essere considerato un solo gregario. Essere il compagno di Max Verstappen è una sfida nella sfida che in molti non hanno superato. Ricciardo, per esempio, si è sentito costretto ad abbandonare una red Bull che non lo vedeva più come un pilota da titolo.
Gasly e Albon sono poi altri esempi che mostrano quanto un contratto in casa Red Bull abbia un’importanza minore rispetto a quanto si mostra in pista. Un rischio che anche Perez sembra correre viste le sue ultime performance e la chiara volontà di non voler aiutare il compagno. Per restare in Red Bull d’altronde serve accettare quella condizione che un pilota di F1 forse non è in grado di domare. Il numero 2 dopotutto non piace a nessuno. Forse però ora il problema di Perez è un altro, perché senza quel numero 2 la strada della F1 rischia di chiudersi ben prima di quella scadenza firmata con Red Bull.
Autore: Chiara Zambelli
Foto: F1, Oracle Red Bull Racing