All’inizio della stagione si F1 2022, i primi test e GP avevano già decretato, seppure tramite dati parziali, i due team che si sarebbero contesi il mondiale: Red Bull e Ferrari. Valutando le due monoposto, quella progettata dal Cavallino Rampante sembrava la migliore in assoluto in pista.
Tuttavia, oggi siamo qui a raccontare un’altra storia. Una storia fatta di resilienza, tanto lavoro e capacità di adattamento che porta il team di Milton Keynes ad un soffio dal suo primo titolo mondiale a quasi dieci anni di distanza dall’ultimo e con diversi Grand Prix di vantaggio sui rivali italiani sia nel Campionato Costruttori che in quello Piloti.
Con sei gare ancora da correre, infatti, Max Verstappen domina su Leclerc con 116 punti in più e cinque gare – di cui tre corse di seguito – vinte consecutivamente. Red Bull è nota per la sua capacità di sviluppare la sua monoposto nella seconda parte della stagione. Sarà questo il segreto del suo successo sulla Rossa?
F1. Sviluppi dei due team: è questo il segreto di Red Bull?
Andando ad analizzare la storia di Red Bull, è possibile notare che la squadra sia in grado di migliorare significativamente nella seconda parte della stagione tramite un gran numero di sviluppi apportati alle proprie vetture. Il motivo del suo vantaggio sugli italiani, però, non è questo.
Nel corso del 2022, infatti, fra Ferrari e Red Bull il team ad aver sviluppato maggioremente la monoposto è proprio il Cavallino Rampante. Nelle ali posteriori Ferrari ha apportato sei varianti, inclusa quella speciale per Monza. Il doppio rispetto a Red Bull che invece ne ha usate solo tre, a basso, medio e alto carico, mettendole alla prova in più o meno quattro gare su tracciati che avessero caratteristiche simili.
Per quanto riguarda il pianale, invece, è difficile fare paragoni “a spanne”, ma, a giudicare da quello che vediamo esternamente, gli sviluppi sono stati equivalenti. Sia Red Bull che Ferrari hanno lavorato sul pianale in modo simile – Red Bull a Silverstone e Ferrari al Paul Ricard – procedendo ad apportare sviluppi modulari che si muovono nella stessa direzione. Il lavoro, infatti, si concentra sulla parte centrale vicino al diffusore.
Una scelta che si rivela importante nell’economia della stagione, in ottica del tanto discusso budget cap.
F1. La dieta della RB18
Un aspetto decisivo su cui il team di F1 di Milton Keynes ha lavorato, è stato mettere “a dieta” la RB18. Ad inizio stagione, la vettura eccedeva di 15 kg rispetto al massimo consentito, pari a 798 kg. Tuttavia, l’utilizzo di materiali più leggeri e lo studio di altri dettagli ingegneristici ha portato effetti immediati.
Già durante il ritorno in Europa della F1, la monoposto è risultata più leggera di un terzo, rientrando nei limiti in Ungheria. Un posto non a caso, poiché esattamente da quel momento le prestazioni di Max Verstappen sono migliorate esponenzialmente, portando al dominio di cinque gare consecutive, di cui tre “back-to-back”, ovvero un Gran Premio di seguito all’altro senza pause.
F1. Verstappen e Perez: due pesi, due piloti
Abbiamo già discusso in passato sulla differenza di trattamento fra Max Verstappen. Appare opportuno sottolineare come, all’interno del team, ci siano due “pesi” diversi, in senso letterale. L’alleggerimento consistente, infatti, è avvenuto solo sull’auto dell’olandese, il quale ne ha immediatamente beneficiato.
Una disparità di questo genere non è dovuta ad un’importanza diversa ma ad un calcolato piano di sviluppo da parte del team. Nel frattempo, Verstappen “vola”, mentre Perez soffre. La monoposto del leader del mondiale di F1, che all’inizio soffriva parecchio di sottosterzo, ha completamente cambiato comportamento grazie ai nuovi materiali più leggeri ed ora è neutrale, tendente al sovrasterzo.
Insomma, Red Bull grazie alle modifiche effettuate con intelligenza, competenza e precisione, si è davvero “tolta un peso”.
Autore: Silvia Giorgi – silvia_giorgi5
Fonte Immagini: Oracle Red Bull Racing, Scuderia Ferrari