F1 – Essere nemici non significa non poter provare stima o ammirazione reciproca. Anzi, spesso è proprio lo scontrarsi ferocemente – e lungamente – a far capire i punti di forza di un rivale. Elementi che sovente divengono oggetto di analisi; paradigmi da introdurre nel proprio contesto operativo per migliorarsi.
Red Bull e Mercedes appartengono alle categorie su descritte. Pur duellando duramente e pur afferendo a due realtà geografiche diverse (Germania per AMG F1, Austria per i “Tori caricanti”) parliamo di due compagni sostanzialmente inglesi. Brackley e Milton Keynes, le sedi delle due squadre, sono divise da meno di 40 km.
Inoltre, entrambe sono infarcite di maestranze e di competenze di più alto livello nate e formatesi in terra d’Albione. Uomini e donne che si conoscono, che si annusano e che non possono essere, per natura e schiatta, profondamente diversi.
F1. Red Bull: il futuro è il reparto powertrains di Milton Keynes
Red Bull, appreso della clamorosa decisone di Honda di lasciare la F1, non s’è persa d’animo e si è rimboccata le maniche. Ha iniziato a costruire il suo reparto powertrains provvedendo ad una vera e propria operazione d’assalto nei riguardi dell’omologo reparto della Mercedes.
Ingegneri ammaliati ed arruolati a suon di buste paga tracimanti di grana per costruire un settore motori che sta ancora crescendo sotto l’occhio attento dei dirigenti della Honda che, formalmente, sono ancora attivi nonostante l’addio. Che, secondo qualcuno, potrebbe essere drasticamente rivisto soprattutto dopo che l’accordo tra la squadra diretta da Chirs Horner e la Porsche è clamorosamente saltato.
Ad oggi, ma gli scenari sono piuttosto liquidi, Red Bull ha nel suo comparto motori la soluzione più concreta in chiave 2026, quando vi sarà il “defreeze” regolamentare. Quella di farsi i propulsori in casa, tornando all’incipit del pezzo, è una mossa che gli avversari della Mercedes reputano molto coraggiosa, specie nell’era in cui il F1 imperversano i gradi costruttori.
“Penso che sia una strategia molto audace – ha spiegato Toto Wolff, boss della Stella a Tre Punte– Essere autosufficienti è chiaramente uno scenario che la Red Bull ha sempre voluto realizzare. Ossia non dipendere da nessun altro produttore di motori. Questa è la strategia che hanno adottato. Vedremo cosa succederà nel 2026 e negli anni successivi“.
F1. Wolff e il rammarico per il dietrofront di Porsche
Ma poi esprime la delusione sulla mancata presenza di Porsche nel carrozzone della F1. La cosa è da leggere un po’ come una frecciata a Red Bull; per altri versi spiega quale sia mentalità che hanno in Mercedes: un team che vuole competere sempre con i più forti. Perché è così che le vittorie assumono un lustro più elevato:
“È chiaro che si tratta di una direzione che hanno preso anche se non conosco i dettagli e non so se un altro costruttore metterà il proprio logo sulla power unit. È un peccato, ovviamente. Per me che sono della Mercedes – ha proseguito Wolff – è un dispiacere non poter lottare con la Porsche”.
“Quello con la Red Bull avrebbe rappresentato un connubio molto interessante. Non sono a conoscenza dei motivi che hanno portato allo stop alle trattative. Sarebbe stato davvero fantastico per la F1 e per tutti noi in generale se avessero unito le forze per rendere più attraente questo sport“.
La riflessione del manager austriaco porta a ritenere che la presenza in Formula Uno di una grande azienda costruttrice sia una cosa estremamente positiva poiché questa investe grandi quantità di denaro e, di conseguenza, accresce il livello generale di competenza e competizione tecnica. Questione di marketing e di incremento conoscitivo della sfera tecnologica determinato dalla sfida che i motoristi presenti devono raccogliere da un colosso dell’automotive mondiale quale è Volkswagen.
Chiaramente le porte della F1 per Porsche non sono del tutto chiuse. L’azienda di Stoccarda è una controllata della Volkswagen che entrerà nel Circus tramite Audi, come specificato in una conferenza stampa tenutasi a margine del Gp del Belgio.
Quella crescita di sistema, dunque, dovrebbe essere garantita passando per un sentiero che non conduce a Milton Keynes ma direttamente ad Hinwil, sede della Sauber che dovrebbe accogliere i V6 coi quattro cerchi. Red Bull, quindi, potrebbe rappresentare un unicum all’interno della categoria regina col suo modello di totale autoproduzione. Sempre che da Sakura non ci sia un clamoroso dietrofront.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Mercedes AMG, Oracle Red Bull Racing