Pensavamo di averle viste tutte in questo campionato di F1, invece ci mancava proprio una bella polemica contro la direzione gara orfana di Michael Masi. Nel mirino della critica gli ultimi giri di gara sotto regime di Safety Car, evento reo secondo molti di aver rovinato il finale alla folla di Tifosi paganti presenti a Monza.
Il lavoro della federazione non è stato necessariamente impeccabile, sia chiaro. Si poteva velocizzare la scelta (ovvia, in quel frangente) della Safety Car, così come si poteva far uscire la vettura in questione direttamente davanti a Verstappen e non davanti a Russell.
Piccoli errori che in ogni caso non avrebbero cambiato il risultato, ci tengo a specificarlo. Voglio esprimere chiaramente il mio pensiero: credo che in Ferrari stiano segretamente brindando per il fattaccio in questione. E lo stanno facendo perché questa sterile polemica è servita a dare un alibi a Binotto e soci per parlare d’altro, piuttosto che dell’ennesima gara in cui la F1-75 è apparsa nettamente inferiore alla RB18.
La scarsa competitività della rossa non è da intendersi in senso assoluto, ovviamente, quanto nei confronti di uno straripante Max Verstappen. L’ho già detto e mi ripeto: l’olandese, di qui a fine anno, può vincerle tranquillamente tutte come fece Vettel a fine 2013.
F1. Trionfo Verstappen a Monza, Leclerc non poteva fare più di secondo
Ed è proprio per questo motivo che nella domenica di Monza non c’è mai stata una reale possibilità di vittoria per Leclerc, neanche una, a meno di voler contemplare problemi di affidabilità Red Bull che oltretutto non sembrano essere all’orizzonte. La Ferrari stavolta non ha sbagliato niente in pista, è vero, ma non è bastato prendersi azzardi strategici – per una volta coraggiosi tanto quanto condivisibili – per mettere il monegasco nelle condizioni di difendere la pole position.
La polemica sulla Safety Car è un alibi perché svia la discussione dalla triste verità, ovvero dal fatto che senza la neutralizzazione della gara Leclerc sarebbe arrivato a quasi 20 secondi da Verstappen nonostante la gomma più morbida. Ed è tutta lì la questione: il vantaggio attuale della coppia Verstappen-Red Bull sulla miglior concorrenza è di una mescola piena, come chiaramente dimostrato dallo stint finale di gara in cui il campione del mondo in carica aveva lo stesso passo di Leclerc, nonostante l’olandese montasse una gomma media contro la soffice dell’alfiere Ferrari.
E poi parliamoci chiaro: la polemica è ancor più sterile poiché, al netto di alcune discutibili lungaggini nelle tempistiche, la federazione ha applicato correttamente il regolamento. Un regolamento già recentemente rivisto, ed approvato dunque da tutti i team, dopo il fattaccio (quello si, scandaloso) di Abu Dhabi.
La dura verità per i ferraristi (e per i giornalisti a libro di paga di Maranello) è che una bandiera rossa per questo tipo di fattispecie non si è mai vista e mai si vedrà, a meno di concordare ulteriori cambi regolamentari. Possiamo discutere del fatto che sia giusto o meno permettere ad un Gran Premio di finire in questa maniera, senza emozioni, ma non facciamo doppi standard da “rosiconi” soltanto perché stavolta a rimanere “fregato” è stato un pilota Ferrari.
Che poi, ribadisco, ma di che diavolo stiamo parlando? Leclerc non riusciva a guadagnare su Verstappen con una mescola di vantaggio, figuriamoci se a parità di pneumatici (anzi, a dirla tutta, a differenza di quella di Verstappen la gomma rossa montata da Leclerc negli ultimi giri non era neanche del tutto nuova, come evidenziato dalla grafica internazionale) sarebbe mai riuscito a tentare un attacco, per di più in un solo giro o due!
Se vogliamo cercare soluzioni al problema generale siamo tutti d’accordo e gli esempi non mancano, dalla bandiera a scacchi bianco-verde della Nascar, fino all’extra time aggiunto della Formula E. Ma nascondere i fatti nel tentativo di raccontare al popolino quella dell’uva proprio non ci sta, diamine, perché la vittoria di Verstappen non è mai stata in discussione. Hanno vinto i più forti, punto. Citando un carismatico saggio di un altro sport, ben più popolare nel belpaese, dire il contrario sarebbe fare della pura “prostituzione intellettuale”.
Autore: Marco Santini – @santinifunoat
Foto: Twitter @F1
Ma alla mia epoca se succedeva quello dopo il 75% della gara si diniva come il giro precedente!
Buongiorno, mi permetto di intervenire perche’ sono uno di quelli che ha pagato, e molto profumatamente, il biglietto per vedere la gara.
Tutti sapevamo che la F1-75 avrebbe sofferto. Certo, questo e’ il primo problema. Ma quello che si e’ visto a Monza e’ una vergogna.
I 20 secondi citati sono principalmente frutto di un’ennesima scelta sbagliata dei box che, di fatto, ha costretto Leclerc a un pit stop
in piu’rispetto alla RedBull. Certo la sfortuna perseguita i deboli, ma questo prefessionisti strapagati dovrebbe saperlo bene.
Il box Ferrari ha costretto Leclerc a non provarci neanche in attesa di una fantomatica safety car. Infine la safety car e’ arrivata che ancora una volta ha evitato il duello. Ma che ci facevamo sugli spalti? Boh, una noia mortale.
Si puo’ parlare di regolamenti, di sicurezza. Per carita’ ma chi ha pensato a coloro che hanno speso una piccola fortuna per vedere lo spettacolo della formula 1? Una gara noiosa, un box Ferrari dalle continue strategie dilettantistiche e una gestione gara pessima che ci fa rimpiangere Masi che almeno allo spettacolo ci aveva pensato. Cosa dire? Bisognava essere tra la folla (pagante) delusa
e fichiante a Monza per capire di cosa parlo.
Forza Ferrari!
Forse chi ha scritto l’articolo non ha visto la gara perché in caso di entrata in pista di un trattore che va contromano per portare via una vettura deve, e sottolineo deve, entrare la bandiera rossa. O vogliamo ripetere un altro caso incidente Bianchi in nome dei regolamenti?
Chi ha scritto l’articolo ha fatto valutazioni tenendo bene a mente le prescrizioni del testo normativo di riferimento. Il tifo ottenebra il giudizio.