martedì, Novembre 5, 2024

Verstappen/Ferrari: una suggestione che può diventare realtà?

I social network, tanto criticati ma usati praticamente da ogni essere umano che si muove con uno smartphone in tasca, sono una fonte continua di stimoli e di idee. Questo scritto sulla F1 nasce proprio da una suggestione osservata – e metabolizzata – giorni addietro: Max Verstappen in Ferrari. Sgombriamo immediatamente il campo dalle possibili illazioni: non c’è nulla all’orizzonte. Non si tratta di una notizia, né di una voce spifferata dall’insider di turno. Parliamo di un’idea, forse di un sogno. Che, come tale, potrebbe non tramutarsi in realtà.

È bene ricordare che il ventiquattrenne di Hasselt è legato a doppia mandata alla Red Bull. Il contratto siglato qualche mese or sono stabilisce che le parti dovranno restare insieme fino al 2028. Chiaramente, come in ogni atto legale, esisteranno delle scappatoie che non ci sono note anche se qualcuno, forse speculandoci oltremodo, ha riferito di clausole unilaterali da attivare in determinate circostanze. Non avendo contezza di tali evidenze ci limitiamo ai fatti: Verstappen è e sarà un uomo Red Bull per molti anni ancora. E percepirà uno stipendio da capogiro. Fattore non secondario. Ma forse non determinante.

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Christian Horner a colloquio con Max Verstappen (Oracle Red Bull Racing)

F1. Red Bull – Verstappen: non è questione di soldi

“Senza soldi non si cantano messe”. E’ vero, verissimo. Uno dei pilastri dell’accordo tra i soggetti è la pioggia di grana che bagnerà il pilota da qui a dicembre 2028. E’ stato necessario siglare una munifica intesa con Oracle, che ha preteso di essere parte del nome del team, per permettere un’apertura così massiccia dei cordoni della borsa. Ma la spesa è valsa l’impresa. Max ripaga gli sforzi con prestazioni da top driver quale è.

Un mondiale 2021 strappato al più vincente di sempre; quello 2022 annichilito con la bellezza di 11 trionfi in sedici gare. Score in aggiornamento e che potrebbe assumere i crismi del record assoluto. Concorrenza tramortita e compagno di squadra messo subito a bada dopo un avvio sprint (leggi qui). L’aspetto economico, dunque, ha avuto un peso nella scelta di Max, ma non è l’elemento che ha gravato di più sul piatto della bilancia.

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Max Verstappen (Oracle Red Bull Racing) in azione durante il gran Premio di Monza a bordo della sua RB18

F1. Verstappen/Red Bull: è l’ambizione l’elemento comune

È l’ambizione il vero carburante di un pilota che non abbiamo remore a definire fuoriclasse. Chi, in soldoni, sa di essere superiore alla media e vuole competere per i massimi livelli per vincere. Anzi, per stravincere. Imporre il proprio dominio anche in maniera sfacciata per dimostrare di essere il più grande tra i grandi. A Verstappen non manca questo normale desiderio che caratterizza le stelle più luminose del firmamento della F1: Senna, Prost, Schumacher, Hamilton e via citando (la lista si ferma a questi nomi per motivi di spazio).

Per tale ragione il blasone del team può essere elemento meno determinante negli orientamenti di un pilota. In Italia, in una narrazione forse poco fotografante, si ritiene che la Ferrari sia una sorta di punto di arrivo per ogni driver. La Rossa consacrerebbe le carriere. Osservandone alcune potremmo asserire l’esatto contrario, ma non è questo il punto. Né si ha intenzione di essere provocatoriamente dissacranti.

La verità è che un conducente annusa il dolcissimo profumo della vittoria e là si dirige. Ciò che conta prima di ogni altro fattore è il progetto. La capacità di una franchigia di presentare programmi di lungo periodo che sappiano ammaliare un professionista.

Questo è esattamente ciò che Chris Horner, Helmut Marko e Dietrich Mateschitz hanno fatto con Verstappen mostrandogli una prospettiva, offrendogli l’ologramma delle vittorie che puntuali sono arrivate diventando solida roccia. Zero chiacchiere, nessun proclama. Fatti, pesantissimi e concretissimi fatti. Che nulla hanno a che vedere con la storia, col prestigio, con la nobiltà e la tifoseria. Come se a Max, poi, mancasse il supporto di un pubblico adorante e tracimante.

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Vista frontale del propulsore giapponese (Honda RA620H) montato sulle vetture Red Bull Racing austriache durante la stagione 2021.

F1. Red Bull powetrains: la chiave per convincere Verstappen al lungo legame

Quando, dopo molte tribolazioni, Red Bull decise di sposare la causa Honda imponendo alla controllata AlphaTauri una stagione da topo da laboratorio, pochi pensavano che potesse nascere un binomio così monolitico. E invece quella è stata la mossa che ha fatto la differenza. Verstappen ha vinto 26 gare con le power unit Honda. O Red Bull Powertrains, chiamatele come vi pare.

L’aver perso il colosso nipponico (sarà davvero così dopo la rottura con Porsche?) non getta ombra sul futuro della compagine austriaca che, almeno fino a tutto il campionato 2025, potrà contare su un’unità turbo-ibrida dimostratasi il punto di riferimento della categoria.

È piuttosto impressionante quello che stanno facendo lì in questo momento e cosa accadrà in futuro – ha detto Verstappen alludendo al reparto powertrains che va via via strutturandosi a Milton KeynesÈ qualcosa che non si può sottovalutare e penso che lo stiamo gestendo in modo positivo. Ovviamente dobbiamo ancora aspettare e vedere fino al 2026 per capire come andrà, ma tutti sono molto positivi e motivati”.

Un reparto, quello motori, messo in piedi anche con un’accurata campagna di acquisizioni fatta scapito dei rivali di Mercedes. “I nuovi ragazzi che sono entrati sono davvero entusiasti ed è una nuova opportunità per loro: sembrano molto felici al momento e motivati a creare qualcosa di straordinario. È bello avere l’impegno di molte persone importanti della squadra, non solo dal lato motore ma anche nei vertici”.

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Il reparto powertrains della Red Bull di Milton Keynes

Ecco perché, anche nel caso in cui Honda non ci ripensasse, Verstappen non teme un futuro senza un costruttore-motorista alle spalle. Max ha creduto in un legame che ha gettato i semi di un nuova nuova politica aziendale: farsi i motori in casa dopo un percorso di crescita che sarà possibile realizzare grazie al freeze tenico-regolamentare che durerà tre anni oltre alla stagione che si chiuderà a novembre.

Parafrasando un noto spot pubblicitario, all’olandese non servono sogni, ma solide certezze. Quelle che Red Bull e Mateschitz hanno costruito in maniera maniacale. La scuderia austriaca ha attraversato più volte la tempesta e ne è uscita sempre a capo alto e a petto gonfio.

Questa è la storia che interessa a Max Verstappen. Con l’aristocrazia sportiva non si vincono i campionati. Ma, tranquilli, la Ferrari non cerca Max, è soddisfatta dei suoi campioni. Quindi, ora che siete arrivati in fondo, questo scritto può autodistruggersi.


Autore: Diego Catalano @diegocat1977

Foto: F1, Oracle Red Bull Racing Team

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