Mancano ancora quattro Gran Premi alla conclusione della stagione di F1 2022 ma il suo svolgimento è già stato deciso a favore di Max Verstappen e Red Bull. Un risultato che sorprende poco a giudicare dalla capacità del pilota olandese e del team austriaco di imporsi sugli avversari, Ferrari in primis. Quello che colpisce maggiormente, però, è il distacco con cui le vittorie siano arrivate, considerando che il team di Maranello aveva costruito una macchina veloce.
La sua competitività si è però persa durante il susseguirsi dei Gran Premi e, sebbene l’opinione pubblica abbia “colpevolizzato” la Direttiva Tecnica TD039 (clicca qui per saperne di più), lo stesso Mattia Binotto scarta l’ipotesi.
F1. Tutta colpa della Direttiva Tecnica TD039?
Le prime uscite in pista ed i primi GP avessero indicato una stagione all’insegna della contesa del titolo fra Red Bull e Ferrari, smentite però in seguito dal team di Milton Keynes, il quale è riuscito a “prendere il largo”. Ma a cosa è dovuta l’involuzione Ferrari?
In molti si sono scagliati contro la Direttiva Tecnica TD039, la quale avrebbe giocato un ruolo fondamentale nel distacco fra le due scuderie. Le direttive tecniche sono nate per supportare la FIA nel controllo della direzione presa dallo sviluppo tecnico delle monoposto, gestendo così le zone grigie delle normative.
La TD039 è la cosiddetta “antiporpoising“. Soprattutto nella parte iniziale della stagione, infatti, a causa delle nuove regole sui fondi, le monoposto di F1 hanno iniziato a soffrire di oscillazioni verticali talvolta ingestibili. Vedasi Mercedes a Baku. A tal proposito, già dal Canada, la FIA avrebbe dovuto rendere nota la direttiva per cercare di arginare il problema in maniera equa per tutti i team.
Le proposte e le perplessità delle scuderie, tuttavia, ne hanno ritardato l’applicazione ufficiale che è giunta nel GP del Belgio, quando si è fatto risalire l’inizio delle difficoltà del team del Cavallino Rampante. Ma è davvero così?
F1. Binotto: il problema è l’ “impressionante” sviluppo Red Bull
La risposta all’interrogativo è “no”, almeno secondo Mattia Binotto. Il team principal di Ferrari, infatti, ha affermato che l’emanazione della TD039 non ha influito sul calo prestazionale della F1-75, in quanto iniziato già dal GP di Budapest.
“Anche se ci sono stati degli evidenti interventi che hanno riguardato i fondi delle vetture a seguito della nuova normativa tecnica, sono certo che queste non abbiano influito sulle performance della nostra vettura. Non è la TD039 ad aver causato in nostri problemi. Già a Budapest avevamo capito che c’era qualcosa che non andava, un mese prima rispetto alla gara sul circuito di Spa Francorchamps”, ha dichiarato il team principal.
Binotto, poi, ha spiegato quale invece è stata la causa: una capacità maggiore di Red Bull di progettare e sviluppare la propria monoposto.
“Penso che siamo stati penalizzati dall’impressionante e veloce sviluppo con cui la Red Bull ha migliorato la RB18”.
“Non siamo stati bravi come loro nel perfezionare il potenziale della vettura,” ha infine ammesso il manager. “Questo lo si comprende bene guardando anche il resto della vettura. Anche se il gap all’inizio dell’anno era piuttosto elevato, la Mercedes è riuscita a recuperare lo svantaggio, mentre noi, siamo rimasti più o meno allo stesso livello”.
F1. Red Bull: quel genio di Adrian Newey
Red Bull ha effettuato lo “scatto” in avanti rispetto a Ferrari già ad inizio stagione. In occasione del GP dell’Emilia Romagna, infatti, la scuderia di Milton Keynes ha portato il primo vero pacchetto di aggiornamenti, consistenti in parti più leggere dell’auto. Queste hanno reso più agile la RB18, permettendole di correggere la sua natura sottosterzante e dando quindi lo slancio ad un Verstappen imbattibile.
Tuttavia, alla base di questo salto in avanti, c’è uno studio migliore della macchina, riconducibile a molti anni addietro. Non dobbiamo infatti dimenticare chi l’ha progettata: quel genio di Adrian Newey. L’ingegnere, infatti, aveva già progettato da tempo una creatura libera dal porpoising, costruendo una vettura in grado di gestire l’effetto suolo in totale scioltezza.
Nel corso della stagione, ancora, a Milton Keynes sono stati in grado di replicare parzialmente quell’assetto rake che in passato ha dato grandi soddisfazioni. Tutto senza “accendere” il pompaggio aerodinamico con il risultato di ottenere prestazioni maggiorate.
La Red Bull, di conseguenza, è già per sua stessa natura una macchina nata libera dalle oscillazioni verticali e quindi, mentre tutti gli altri stavano impazzendo per interpretare la TD039 usando le proprie energie per combattere il porposing, il team di Milton Keynes si è potuto concentrare sulla vittoria del doppio mondiale di F1, pensando a come migliorare la vettura. Newey si è dimostrato per l’ennesima volta un passo avanti ai concorrenti.
Autore: Silvia Giorgi – silvia_giorgi5
Fonte Immagini: F1, Oracle Red Bull Racing, Scuderia Ferrari