La F1 è uno sport anomalo, ne abbiamo conferme continue. Se la cosa accade è perché è essa stesso a volerlo essere. Dopo il Gran Premio del Giappone, in una realtà lineare, si sarebbero scritti fiumi di parole per celebrare il secondo titolo di un fenomenale Max Verstappen. Invece si è parlato di più del budget cap, dello sforamento dello stesso e delle possibili sanzioni che ne potranno scaturire.
Perché è potuto succedere? Semplice: l’organo tenuto a verificare il rispetto dei conti, nonostante avesse le carte in mano da marzo, ha impiegato mesi a valutare la corretta applicazione di una disciplina finanziaria che egli stesso ha redatto.
Come se non bastasse, è ancora la FIA ad aver procrastinato la pubblicazione delle prime osservazioni proprio all’indomani di quello che, come poi accaduto, è stato il giorno dell’assegnazione del titolo. Un guazzabuglio di proporzioni bibliche che fa allungare altre ombre su una disciplina che raramente è baciata dalla luce diretta del sole.
F1. La FIA sta creando una cortina fumogena intorno alla questione budget cap
Non bastassero tempi di gestazione smisurati, Place de la Concorde non ha ancora stabilito quali siano le pene che Aston Martin e, in misura maggiore, Red Bull dovranno scontare. Evidenza che alimenta chiacchiericci, accuse ed il sospetto che in background vi sia in corso una fitta interlocuzione tra le parti per arrivare all’ennesimo accordo imperscrutabile, al compromesso che accontenta pochi sfavorendo tanti.
I fatti sono aricinoti, ne abbiamo discusso ampiamente sulle colonne di FormulaUnoAnalisiTecnica. La questione verte tutta sul Minor Breach di cui si è macchiata la Red Bull. l’infrazione, ormai è acclarato, è inferiore al 5% del tetto di spesa previsto ed è riferita al campionato del mondo 2021. Quello che Max Verstappen ha vinto all’ultimo respiro dopo che la direzione gara ha commesso una tale serie di topiche da obbligare il neo eletto presidente, Mohammed Ben Sulayem, ad una profonda riscrittura normativa con conseguente allontanamento del responsabile numero uno, Michael Masi.
F1. Budget cap gate: occasione per Mercedes e Ferrari per garantirsi un vantaggio
Per i noti fatti di Abu Dhabi, Lewis Hamilton e Mercedes si sono sentiti defraudati di un titolo che era in saccoccia fino a pochi chilometri dal traguardo. Questa nuova vicenda ha chiaramente riaperto ferite non del tutto cicatrizzate producendo reazioni piuttosto infastidite tra gli uomini di Brackley.
“È una violazione cosiddetta minore, ma credo che la definizione non sia corretta. Se si spendono cinque milioni in più rispetto al limite consentito – ha spiegato Toto Wolff – si è ancora in minor breach ma l’impatto sul campionato è comunque notevole.
Per darvi un’idea, noi monitoriamo da vicino quali parti vengono portate in pista dai top team in ogni singola gara e per le stagioni 2021 e 2022 possiamo vedere che ci sono due top team che si equivalgono e un altro che invece spende di più. Noi sappiamo esattamente quanto spendiamo: tre milioni e mezzo all’anno in componenti che portiamo sulla vettura. Quindi si può capire che differenza fa spendere altri 500.000 dollari“.
Quei due team che si sono equivalsi, probabilmente, sono Ferrari e Mercedes. L’altro, quello dalla gestione più “libertina”, la Red Bull. Viene da sé che in un mondiale tiratissimo come quello 2021 anche un’infrazione di poche centinaia di migliaia di dollari possa aver avuto un peso molto forte sull’esito finale della tenzone. Ed è quanto Lewis Hamilton aveva sottolineato nelle conferenza stampa di presentazione dell’evento nipponico.
In questi giorni impazzano le voci su quale siano gli ambiti in cui Red Bull ha speso più del consentito. Chi parla di bazzecole riferibili al catering, chi di fondi destinati al personale allontanato. Cose che potrebbero far pensare che dal punto di vista tecnico non si siano battute strade vietate. In realtà è il principio del tetto di spesa cumulativo ad essere stato spezzato. Un’azione che, stando a parole proferite da Ross Brawn nel 2019, dovrebbe determinare pene molto severe.
Che non arriveranno, statene certi. Il mondiale 2021 resterà all’assegnatario. Le battaglie che stanno conducendo Mercedes e Ferrari non hanno valore retroattivo. L’obiettivo è quello di pressare la FIA affinché limiti Red Bull nelle prossime stagioni. E non può mai essere un caso che Helmut Marko, proprio ieri, abbia asserito, quasi dal nulla, che l’accordo riservato tra FIA e Ferrari dopo il power unit gate ha prodotto effetti blandi su Maranello (sul fatto che sia vero abbiamo più di un dubbio visto come andò il 2020).
E’ come se il manager austriaco avesse voluto dare la sensazione che in Red Bull non si aspettino pene retroattive e che gli effetti per il futuro possano essere poco afflittivi (e non lo furono, ribadiamo) come quelli subiti dalla Ferrari. Un modo un po’ azzardato di portare acqua al proprio mulino. La speranza è che la vicenda si chiuda presto perché il protrarsi della cosa non fa che alimentare il disagio di tutti.
La F1 ha bisogno di sotterrare le polemiche per tornare ad esaltare gli aspetti tecnici e sportivi. Ecco perché la FIA deve operare con trasparenza e solerzia. Sarà in grado di farlo? E, soprattutto, sarà capace di emettere sanzioni serie, giuste e che non siano frutto dell’ennesimo mercanteggiamento politico? Dateci il diritto di essere profondamente scettici.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1TV, Mercedes AMG, Oracle Red Bull Racing