Il diciassettesimo round della F1 2022 poteva essere ricordato come un trionfo Ferrari. Invece, ancora una volta, abbiamo assistito ad un dominio Red Bull per mano di Sergio Perez, autore di una prova davvero maiuscola. Il messicano si è preso la vittoria allo start, di fatto. Proveremo a capire i concetti che hanno segnato la strategia per capire dove la rossa ha perso questo ennesimo Gran Premio.
Alla partenza tutte le scuderie hanno optato per montare le mescole intermedie. L’asfalto era ancora bagnato e, come abbiamo potuto osservare il sabato, si asciugava molto lentamente. In testa al gruppone le vetture hanno da subito imposto un ritmo molto rapido, staccandosi da Norris che occupava la quinta posizione. Successivamente il contatto tra Zhou e Latifi ha provocato innanzitutto una bandiera gialla per poi determinare l’entrata della Safety Car.
Nessuno pilota ha scelto di entrare, in quanto era decisamente troppo prematuro pensare di montare la Soft. Per le condizioni della pista e perché montando la rossa così presto sarebbe stato difficile arrivare sino in fondo. Di fatto l’entrata dell’auto di sicurezza non ha comportato alcun cambiamento. Gli strateghi hanno cercato di allungare il più possibile la parte di gara sulla intermedia, in modo da accorciare lo stint successivo e montare cosi la Soft o la Media a seconda della temperatura dell’asfalto. Bisognava cercare di passare alle slick al momento giusto.
Essendo un tracciato cittadino, sappiamo che a Singapore la posizione in pista è fondamentale. Perciò i primi quattro hanno aspettato di aprire la finestra di pit stop su chi seguiva. Il ritiro Alonso per un problema sofferto alla power unit ha determinato una VSC, ma nessuno tra i big ne ha usufruito. E hanno fatto bene. Basti guardare Russell che ha provato a montare la gomma gialla, ma di fatto non aveva grip in pista per varie tornate. Sono stati necessari 4 giri per riuscire ad attivare la gli pneumatici e in quell’arco di tempo il britannico ha perso tantissimo tempo.
Ecco perché la prudenza nel prendere tale decisione si è palesata nelle menti di tutti gli ingegneri delle scuderie. Dal trentatreesimo passaggio Russell ha cominciato a far lavorare bene la gomma. Dal primo settore viola fatto segnare dall’inglese, tutti hanno cominciato a movimentarsi. Ferrari ha pertanto riferito a Charles di provare un “opposite su Red Bull“, ovvero fermarsi se la vettura austriaca non rientrava.
Alla fine hanno messo in atto una sorta di strategia e solo al giro successivo il monegasco è rientrato per montare i compound Pirelli a banda gialla. Il ferrarista è arrivato lungo alla piazzola e i meccanici hanno quindi dovuto spostarsi. Pit stop piuttosto lungo per lui. La Safety Car uscita durante il valzer dei pit stop avrebbe potuto favorire Norris che non aveva ancora effettuato la sua sosta. Tuttavia, il giovane talento della McLaren, è comunque uscito alle spalle di Sainz, perdendo di fatto l’opportunità di un podio. Russell ha pittato nuovamente per montare gomme nuove. D’accordo con la sua scuderia ha optato per una treno di medie, ma probabilmente avrebbe potuto usare anche le rosse.
F1. Singapore Gp 2022: passo gara
Nell’ultima parte della corsa Charles ha esercitato parecchia pressione su Perez. Il soprasso però non è arrivato e negli ultime tornate le sue prestazioni sono crollate. Tanto che il monegasco non è riuscito a stare nella finestra dei 5 secondi da Perez che era sotto investigazione.
F1. Singapore Gp 2022: degrado sulle medium
Dando un’occhiata a qualche numero, il grafico del passo gara globale rivela che Leclerc è stato a pari merito il più rapido con Perez, pur tenendo conto che il monegasco è poi crollato negli ultimi giri allontanandosi dal messicano. In terza posizione troviamo Sainz, che ha fatto la sua gara da solista.
Per quanto concerne il degrado sulla Media nell’ultimo stint non notiamo grosse differenze tra le squadre. Il consumo delle mescole è stato alto, circa sui 2 decimi al giro. Viene da chiedersi perché Charles non sia riuscito a rimanere in quei fatidici 5 secondi nei giri finali del Gran Premio. Il motivo pare piuttosto semplice: i compound sono andati in overheating dopo parecchie tornate negli scarichi della Red Bull numero 11.
Stiamo comunque parlando di “calzature” che la lavorano con una low working range, che si attiva presto ed era perfetta per quelle condizioni. Tuttavia, probabilmente, il set si è surriscaldato con più facilità. Durante gli ultimi passaggi il ferraista non è riuscito a ristabilire la temperatura delle sue gomme e, pertanto, ha dovuto affrontare un importante cliff prestazionale che si possiamo riassumere attraverso l’immagine a seguire.
Dal grafico che mostra giro per giro lo stint su gomma Media di Perez e Leclerc, si evince uno “scollamento” dal decimo giro in poi. In definitiva abbiamo visto una Ferrari più vicina alla vetta e che a momenti era sicuramente più veloce della Red Bull, specialmente sulla gomma gialla.
Detto questo, come scritto in apertura dello scritto, abbiamo assistito all’ennesima prova di forza della Red Bull, che tra il sabato e la domenica mantiene un certo delta a favore. In ultima istanza rammentiamo che Leclerc ha perso il Gran Premio nei primi 400 metri. Dopodiché ha avuto un passo troppo poco superiore per riuscire a trovare un soprasso in pista.
Autori e grafici: Niccoló Arnerich – @niccoloarneric – Alessandro Arcari – @berrageiz