Con quattro gare al termine, la F1 deve scrivere solo verdetti di contorno. Tra questi l’assegnazione del Titolo Costruttori. Non che la coppa in oggetto non sia nobile, ma siamo nell’ambito delle formalità visto l’enorme distacco che intercorre tra la Red Bull capolista e la Ferrari inseguitrice a siderali distanze. Tra meno di due settimane, ad Austin, la pratica potrebbe archiviarsi svuotando ulteriormente di interesse un campionato annichilito dai “bibitari”.
Tra i piccoli elementi che tengono viva l’attenzione c’è la corsa alla seconda posizione alla spalle del cannibale Max Verstappen. Con il discusso epilogo del Gran Premio del Giappone, Sergio Perez ha superato Charles Leclerc: 253 a 252 recita la classifica. Siamo certi che a Milton Keynes faranno di tutto per aiutare il messicano a completare una doppietta che riporta la F1 ai primi Anni Dieci, quando gli austriaci dominavano in lungo ed in largo.
Ciò che sorprende è come la Ferrari, che fino al Gran Premio di Francia era in piena corsa, sia potuta crollare in maniera così netta, deflagrante e rumorosa. Non è solo la questione tecnica al centro del dibattito, sono stati commessi errori marchiani di natura tattica a cui si sono unite le topiche dei piloti. Vedi Leclec al Paul Ricard o Sainz a Suzuka.
F1. Ferrari: errori che attivano un circolo vizioso
Si è creato un malsano contesto psicologico che ha portato tutti a sottoperformare. Almeno è questa l’idea di Jacques Villeneuve che si è così espresso a riguardo: “Il titolo di Max è meritato. A parte le prime tre gare, la Red Bull è stata quasi perfetta. La Ferrari è crollata: hanno sbagliato troppo spesso e questo ha aumentato la pressione su Charles. Anche quest’ultimo ha iniziato a sbagliare. La domanda rimarrà sempre la stessa: ‘sarebbe successo senza gli errori della squadra?’. Il suo errore mentre in testa al Paul Ricard è stato alla fine decisivo per il campionato“.
Una delle chiavi di questo 2022 è la capacità di progredire delle vetture: la F1-75 è rimasta al palo, la RB18 si è molto evoluta con evidenti benefici prestazionali. Ancora l’ex Williams: “Verstappen avrebbe vinto comunque anche senza il lungo di Leclerc, ma la Red Bull ha ottenuto il finale perfetto in questo modo”.
“Vincono nella terra della Honda mentre i pneumatici andavano incontro ad un consumo elevato. Sono stati davvero molto forti, hanno fatto passi da gigante. Può sembrare facile, ma non fatevi illusioni: credo che la differenza principale sia stata che la RB18 non mangia le gomme come la Ferrari“.
F1. Ferrari saprà imparare dai propri errori?
Ovviamente quella di Villeneuve è una teoria che non può spigare nei dettagli l’andamento di un’annata. Ma vi sono elementi chiari che raccontano che, ad un certo punto, la scuderia non abbia supportato in maniera adeguata l’azione del suo pilota di punta. Monaco, Silverstone e Budapest sono tre macchie indelebili sul 2022 della Ferrari. Vittorie certe di Leclerc tramutate in posizioni di rincalzo. Punti preziosi regalati a Verstappen che si è potuto giovare anche dei continui problemi di affidabilità di un motore tanto potente quanto fragile.
Questo mix di elementi – e da questo punto di vista il ragionamento del canadese fila eccome – ha creato un contesto inadatto a generare vittorie e performance di livello superiore. Quelle che servivano a Leclerc per tenere testa ad un fenomeno quale è Verstappen. Se Ferrari avrà imparato dai propri errori gestionali allora il 2023 potrebbe sorridere al team. L’appuntamento con la vittoria del titolo, dopo oltre tre lustri, non può essere ulteriormente procrastinato.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Scuderia Ferrari
