martedì, Novembre 5, 2024

Austin: ancora Verstappen, ma il vero problema è la FIA!

La tredicesima vittoria stagionale di Verstappen in F1 riceve inevitabilmente meno attenzione di quello che meriterebbe. E dispiace, perché l’olandese anche in questa occasione è stato praticamente impeccabile, infallibile, imbattibile. Perfetto nel rimontare dopo un errore non suo, impassibile nel mantenere la freddezza necessaria a superare Leclerc ed Hamilton nello stint finale, prima di imporre un ritmo insostenibile da un inglese comunque in stato di grazia.

Ma il fulcro della discussione, social e non, è legato a fatti che con la pista non hanno necessariamente a che vedere. A far discutere è ancora tutto ciò che ruota intorno alle decisioni della federazione internazionale, che ormai sta perdendo faccia e reputazione con situazioni al limite del grottesco. 

In primis, continuano le attese per ciò che riguarda le penalità che Red Bull riceverà per aver sforato il budget cap 2021. Come se non bastasse, continuano gli incontri alla luce del sole tra la FIA e Chris Horner, come se fosse normale intavolare una vera e propria “trattativa” invece che procedere semplicemente ad assegnare una punizione esemplare.

Con la squadra austriaca che nel frattempo, pur piangendo il suo fondatore di cui si è improvvisamente trovata orfana, si è portata a casa il titolo costruttori 2022 in pista. Titolo che è il quinto della sua storia, dopo i 4 conquistati nell’epoca Vettel-Webber di inizio scorso decennio, primo con motore Honda.

Carlos Sainz (Scuderia Ferrari) - George Russell (Mercedes AMG F1 Team) - Gp Stati Uniti 2022
L’attacco di Russell in prima curva su Sainz, a pochi secondi dallo start, evidentemente fuori misura

Per non parlare delle scelte in pista dei commissari. Certamente non giova a placare le lamentele del pubblico vedere che le decisioni vengono prese più o meno velocemente a seconda delle situazioni, vedi penalità di Gasly rispetto a quella di Perez a Singapore per le “distanze” dietro la Safety Car. Ma soprattutto, a lasciarmi di stucco è la clamorosa disparità di decisioni nell’ambito della stessa gara. Ribadisco, non in situazioni simili a distanza di settimane, ma all’interno dello stesso Gran Premio!

La direzione gara ha reputato il grave errore di Russell in partenza punibile con 5 secondi di penalità, una decisione a mio avviso fin troppo leggera sulla base delle conseguenze che ha avuto sul diretto avversario. Non per tirare fuori Silverstone 2021 o altri precedenti, ma fare ciò significa concedere a chi ha commesso l’errore un “danno” sul proprio tempo di gara potenzialmente insignificante (specie con la possibilità di smaltirlo in un fortunoso pit stop sotto safety car), a fronte di un ritiro che può cambiare le sorti di un campionato mondiale, piloti o costruttori che sia.


F1 2022: l’atteggiamento grottesco della FIA

Alla fine è molto chiaro che i regolamenti non possano essere scritti in maniera situazionale, ma è altrettanto vero che non può assolutamente passare come accettabile assistere a varie uniformità di giudizio, per di più prese a cuor leggero davanti all’esito di certi contatti.

F1
Dopo una stagione alla ricerca dell’affidabilità, la Alpine di Alonso si è dimostrata indistruttibile ad Austin

E se appare rivedibile la penalità di Russell in termini di fermezza, appare di conseguenza folle e sproporzionata quella data ad Alonso dopo il contatto con Stroll. Se infatti Lance se l’è cavata con una semplice penalità in griglia di tre posizioni al prossimo weekend di gara (ed anche qui, facilmente “smaltibile” con una qualche sostituzione di power unit che in ogni caso costringerebbe l’Aston Martin ad una partenza dal fondo), ad Alonso sono toccati 30 secondi di penalità post gara (poteva essere uno Stop&Go da 10 secondi, ma è stato assegnato in ritardo) che hanno vanificato la sua strepitosa rimonta al settimo posto.

Motivo della penalità? La pericolosità dello stato dello specchietto retrovisore dello spagnolo, per il quale non era stata neanche esposta la bandiera nera con cerchio arancione. Il metro di paragone FIA è dunque chiaro: correre con uno specchietto che in diretta non viene neanche reputato pericoloso, è esattamente sei volte più grave che buttare fuori il pole sitter alla prima curva del primo giro. Per quanto mi riguarda, con questa si è toccato veramente il fondo.


Autore: Marco Santini – @santinifunoat

Foto: Scuderia Ferrari

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