Il campionato di F1 2022 è andato in archivio. In attesa di un’eventuale anche se improbabile colpo di scena relativo alle papabili sanzioni per aver sforato il budget cap, Red bull si è aggiudicata i due titoli iridati: il quinto costruttori è in bacheca, mente il giovane talento di Hasselt, Max Verstappen, si fregia nuovamente del mondiale piloti bissando l’impresa dello scorso campionato.
Ferrari, dal canto suo, ancora una volta ha gettato al vento un progetto che di fatto aveva tutte le carte in regola per lottare sino all’ultima curva del calendario. Scelte sbagliate, reiterati errori di piloti e tecnici e l’incapacità di sviluppare la monoposto hanno completato il quadro. Non resta che dare il massimo nelle ultime corse, raccogliere quanti più dati possibili e testare la vettura in chiave 2023, l’annata dove la pronta riscossa deve necessariamente palesarsi.
F1. Gp Messico 2022/Ferrari vs Red Bull: bilanciamento aerodinamico
Il tracciato messicano è composto da tratti ad alta velocità misti a zone guidate molto lente. Si dovrebbe prediligere un carico elevato per riuscire ad incrementare le velocità di percorrenza. Questo perché, sebbene nei rettilinei il discorso si invertirebbe, tuttavia il compito degli ingegneri nella ricerca della messa a punto ottimale è semplificata da un fattore molto importante: l’altitudine.
Ci troviamo infatti a 2.242 m sul livello del mare. La densità dell’aria diminuisce essendo molto più rarefatta. Tale fattore gioca un ruolo centrale nel calcolo dei coefficienti di portanza e resistenza (cL e cD). Nello specifico la resistenza diminuisce, per cui viene meno il problema di un’ala troppo carica sul rettifilo più lungo. Vedremo quindi configurazioni aerodinamiche più simili a Montecarlo e Singapore, piuttosto che a Spa e Monza.
Questo fattore avvantaggia Ferrari, poiché di fatto le differenze in termini di efficienza vengono ridotte notevolmente. La rossa ha mostrato sempre un ottimo adattamento sui tracciati da alto carico e si è fatta valere nel primo settore di Austin, dove si è corso una settimana fa. Resta comunque da considerare un elemento che potrebbe inficiare negativamente sul rendimento: l’auto modenese è ancora in fase di recupero dalla DT039 che, pur se ne dica, ha influito non poco sulle prestazioni della rossa.
Da Spa-Francorchamps in poi, infatti, le monoposto italiane non sono ancora tornate a girare con l’altezza da terra ottimale prestabilita secondo progetto. Tuttavia sono sulla buona strada e parte di questi risultati si sono già visti ad Austin. Red Bull sarà chiamata a fare un buon lavoro sul setup sulla sulla RB18, per riuscire a trovare un bilanciamento che soddisfi i piloti scevro da sottosterzo, elemento che per tutto l’anno ha perseguitato il team di Milton Keynes.
F1. Gp Messico 2022: Ferrari/Red Bull: bilanciamento meccanico
Il fattore meccanica entra in gioco pesantemente nel terzo settore, anche se già nel T1 troviamo alcune curve dove un buon posteriore risulterà cruciale per raggiungere riscontri cronometrici all’altezza. Sebbene le pieghe più lente del tracciato messicano non siano molte, la percentuale del tempo che si spende in proporzione ai tratti veloci le fa assumere un ruolo senza dubbio più che determinante.
Spesso, negli passate stagioni, in Messico abbiamo visto come le monoposto perdevano il vantaggio accumulato negli ultimi metri. Sotto questo aspetto Ferrari si farà valere, visto che sin dall’inizio del mondiale Ferrari domina nei tratti lenti. Per farlo, il lavoro all’unisono di tecnici e piloti dovrà produrre un compromesso capace di mantenere una certa stabilità della piattaforma aerodinamica e al contempo trovare il giusto bilanciamento meccanico per risultare rapidi nel T3.
Autore: Niccolò Arnerich – @niccoloarnerich
Foto: Scuderia Ferrari – Oracle Red Bull Racing