Ogni campionato di F1 è stato assegnato. Il mondiale costruttori è ufficialmente tornato a Milton Keynes, non accadeva dal 2013. Tutto ciò si realizza a pochi giorni dalla morte del patron Dietrich Mateschiz, onorato con una vittoria presa con i denti in pista da Max Verstappen. Con una vettura superiore l’olandese si è ripreso la leadership sfuggita di mano ai box. Secondo posto per un Hamilton in palla, limitato ancora dal proprio mezzo. Per Ferrari ci sono molto spunti positivi, anche se la domenica rimangono i secondi. Analizziamo le decisioni prese in pista, sulla base delle prestazioni pure delle tre monoposte dei top team.
Come avevamo anticipato ieri, nessuno ha deciso di usare la gomma Soft per la partenza. Tra la gomma media e la più morbida c’è una marcata differenza in termini di rendimento. La Medium ha una finestra di temperatura più alta ed è quindi più facile evitare che vada in overheating. Con la presenza di molte curve ad ampio raggio percorse ad elevata velocità, viene imposto ai compound un alto sforzo.
La conseguenza risiede nella grande energia immessa all’interno della carcassa. Nella sequenza di curve del primo settore è facile “chiedere” troppo agli pneumatici e uscire dal range operativo delle Pirelli. Pertanto risulta cruciale curare le anteriori, specialmente quella sinistra. L’alto degrado ha orientato tutte le squadre sulla doppia sosta.
Dopo la brillante partenza, Verstappen ha costruito da subito un gap di sicurezza su Hamilton, diventato secondo con Sainz fuori dai giochi. Le due Mercedes, di fatto, avevano lo stesso deficit condiviso con le rosse, ovvero le velocità di punta. Nel complesso, durante il venerdì, le frecce d’argento avevano un passo più alto rispetto al duo Ferrari-Red Bull.
In generale la W13 era più sbilanciata e aveva una tendenza più sovrasterzante. Già durante le prime tornate della corsa la gomma anteriore sinistra di Hamilton ha cominciato a degradarsi. Di fatto la vettura tedesca ha mostrato un atteggiamento front limited. Le differenze tra le due vetture contendenti per la vittoria si è vista molto presto.
Dal grafico si intuisce facilmente la forza della Red Bull, 3 decimi rifilati alla prima delle due Mercedes. Ritmo decisamente più alto per Leclerc, motivo per il quale è riuscito ad allungare di qualche giro lo stint.
Il grafico relativo al degrado conferma quanto detto, ovvero il minor consumo della Medium sulla F1-75, fattore che ha consentito al monegasco della Ferrari di andare più lungo nella prima parte della gara. Il minor degrado riguarda la vettura italiana, addirittura meglio di Verstappen. Poco peggiore quello della Mercedes, che per via anche di un bilanciamento non ottimale ha fatto più difficoltà nel gestire la mescola.
Al dodicesimo giro è rientrato Hamilton per montare al hard. La mescola bianca era la scelta più logica, visto che in questo modo si andava a smarcare la “calzatura” montando un set di pneumatici con una finestra operativa ancora più alta. Ovviamente l’opzione della Soft era scartata a priori.
Al giro successivo è rientrato anche il campione del mondo in carica, reagendo al pit stop Mercedes. In Red Bull avrebbero potuto rimanere fuori qualche giro in più in modo da costruirsi fin da subito un vantaggio per il giro successivo. Tuttavia hanno deciso di marcare Lewis con la paura che l’undercut potesse essere particolarmente potente.
Leclerc è rimasto fuori molto a lungo con la media, riuscendo a tenerla in vita per parecchi giri. Con l’entrata della Safety Car i tempi della sosta si sono accorciati e il monegasco ha guadagnato dell’utilissimo “race time”. Ciò lo poteva portare addirittura davanti a Perez, ma per qualche metro è finito dietro all’uscita dai box. Nel complesso il ferrarista si è comunque ritrovato a ridosso del gruppo di testa, con una le Hard mediamente più fresche di circa 5 giri.
Nello stint centrale con le gomme medie, Red Bull e Ferrari hanno mostrato un livello paritario nel passo. Leggermente staccata la Mercedes che comunque si è mantenuta molto vicina. Sulla Hard la vettura tedesca, come ci si aspettava, è stata più competitiva. Il gap tra Hamilton è Verstappen è rimasto più contenuto dopo la Safety Car.
Gli strateghi di Brackley hanno deciso di mischiare le carte e anticipare leggermente lo stop. Così facendo hanno messo sotto pressione gli uomini Red Bull che hanno deciso di fermare la RB18 alla tornata successiva. Una sosta molto lenta che ha favorito l’undercut di Hamilton ritrovatosi virtualmente al comando. Leclerc ha ugualmente approfittato del fallimentare pit stop di Max guadagnato la posizione sull’olandese.
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Sia Charles che Verstappen hanno montato un treno di medie, ritenendole più opportune per affrontare l’ultima parte della corsa. Hamilton, invece, ha deciso di utilizzare le mescole Hard in quanto, secondo i dati raccolti dai tecnici, si sposavano meglio con la loro vettura.
Una scelta corretta che poteva consentire di girare con gomma più duratura per il finale della gara. Tuttavia così non è stato, con la Red Bull che, ancora una volta, ha dato una chiara prova di forza in termini di gestione il giovane talento di Hasselt.
Nel complesso, anche se la F1-75 sembra aver rimesso le cose a posto nella gestione degli pneumatici rispetto al recente passato, resta un certo deficit sul passo gara se paragonato a quello del team fresco campione del mondo. Sono circa 6, infatti, i decimi di differenza tra Verstappen e Leclerc nell’arco dell’intera corsa…
Autore e grafici: Niccolò Arnerich – @niccoloarnerich
Foto: Scuderia Ferrari
