Dici Austin e pensi a Lewis Hamilton. Un’associazione di idee piuttosto scontata che scaturisce dalla storia recente della F1. Il Circuit of the Americas ha sorriso molto spesso al sette volte iridato. Su nove gare disputate in Texas, difatti, l’inglese è salito per cinque volte sul gradino più alto. A completare questa striscia sono giunti altri tre arrivi sul podio.
Il COTA – e lui non ne ha mai fatto mistero – è quindi una delle piste preferite di Hamilton che è ancora alla ricerca di quella vittoria stagionale inutile ai fini della classifica ma valida per proseguire nel record di una gara ottenuta in ogni campionato disputato dal 2007, anno del debutto nella massima categoria. Superfluo sottolineare che le condizioni tecniche siano particolarmente avverse agli uomini della Mercedes, ma Lewis conta su un po’ di fortuna e sulla girandola di penalità che potrebbero colpire alcuni piloti alle prese con le sostituzioni delle power unit.
F1. Gp Austin: una W13 dimagrita
Con queste premesse si apre il weekend statunitense che dovrebbe essere caratterizzato da sole e temperature alte. Condizioni che potrebbero dare una mano alla W13 da sempre restia a mettere con solerzia le gomme nella giusta finestra termica. In casa Mercedes si affronteranno le sessioni col piglio degli scienziati alle prese con esperimenti delicati poiché sono annunciate novità di un certo rilievo come anticipatovi in questo focus: leggi qui. Hamilton, dunque, potrebbe ritornare a fare ciò in cui si è prodotto per lunghi tratti di questo campionato 2022: la cavia.
Di questa situazione limitante ha parlato ai microfoni di Sky Sports Uk. Eccone un estratto: “Essendo in Mercedes da così tanto tempo, sapendo quanto tempo ci vuole per cambiare le cose e conoscendo quanto siano lunghi i processi, le decisioni devono essere prese con mesi di anticipo rispetto alla direzione che si sta prendendo. Si raccolgono continuamente dati e si ottengono diverse informazioni che possono modificare le cose lungo il cammino. Ho totale fiducia nella mia squadra“.
“Con le regole che ci sono – ha proseguito il pilota – so che può essere difficile per tutti. Dovremo scavare ancora più a fondo nei prossimi sei mesi. Non sarà facile, ma sento che tutti sono all’altezza della sfida. In Red Bull hanno una macchina straordinaria, hanno fatto un lavoro incredibile. La loro vettura continuerà ad evolversi, così come quella della Ferrari, anche se ha avuto qualche problema iniziale. Noi abbiamo fatto un passo indietro. Dobbiamo cambiare marcia e andando in una direzione diversa, nella speranza di essere ora sulla strada giusta per poter tornare competitivi”.
F1. Hamilton/Russell: un duello condizionato da due tipologie di lavoro diverse
L’aver fatto un lavoro specifico, quasi da topo da laboratorio, ha determinato una classifica ancora meno brillante di quella che poteva realizzarsi contando su una vettura mal riuscita come la W13. Lewis naviga in sesta piazza alle spalle di George Russell (27 i punti di svantaggio, ndr) e si sa che il primo obiettivo di qualsiasi pilota è battere il collega di casacca. Hamilton ha una spiegazione per il ritardo accumulato: “Penso che abbiamo imparato molto dai dati raccolti in questo mesi. Ho davvero testato tutto sulla vettura, ho provato 100 volte tutte le regolazioni possibili e ne ho pagato le conseguenze nella prima metà della stagione“.
“Per me si trattava di acquisire conoscenze per il team, in modo che potessero letteralmente spuntare la casella e dire che funziona o non funziona. Ho sentito che questo era il mio ruolo. Sì, sono indietro nei punti, ma è il quadro generale. Spero che questo lavoro abbia un impatto migliore non solo per le gare rimanenti di quest’anno, ma anche per l’anno prossimo in termini di direzione da prendere. Perché io sono comando di quel timone. Spero tanto di poter lottare l’anno prossimo, ma ora dobbiamo solo lavorare per metterci in condizioni di farlo“.
Alibi per giustificare il deficit in graduatoria? No se rileggiamo molte dichiarazioni rese da Toto Wolff, Andrew Shovlin e Mike Elliott che convergevano tutte nella medesima direzione, ossia ammettere che Hamilton si è reso protagonista di un lavoro oscuro che non è stato chiesto a Russell. Obbligo quando sei la colonna di un team e hai esperienza da vendere.
Il plurititolato pilota di Stevenage ha accettato di sobbarcarsi il la squadra sulle spalle mettendo in conto una stagione difficile e avara di soddisfazioni. Un “lavoro sporco” che nella testa del campione ha una data di scadenza: 20 novembre 2022, giorno del Gran Premio di Abu Dhabi che chiude il campionato 2022. Da quel momento Lewis inizierà a programmare l’operazione titolo 2023. Perché il vero obiettivo non è la vittoria di tappa che potrebbe sfuggire nelle ultime quattro gare del mondiale in corso, bensì quell’ottavo titolo sfumato in circostanze molto discutibili.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Mercedes AMG F1