Alzi la mano chi, in diretta, ci ha capito qualcosa sul sistema di assegnazione dei punti dopo la gara dimezzata giapponese. Per primi i piloti, visibilmente straniti durante le interviste rituali post GP, non sapevano quanti punti avevano racimolato. Tanto meno Max Verstappen che ha impiegato qualche minuto per capire che s’era appena laureato per la seconda volta campione del mondi di F1. Un sistema cervellotico che alla fine ha portato ad applicare il punteggio pieno ma che, ancora una volta, non è stato propriamente trasparente. Leggi qui il focus regolamentare.
Comunque sia andata, il problema è un altro e si riferisce ad una sorta di incapacità comunicativa tra soggetti operanti nel Circus. Da un lato il legislatore-esecutore-sanzionatore, ossia la FIA, dall’altro i team. Le due entità dovrebbero parlare quando vengono definite le regole. Cosa che avviene ma, stando alle reazioni di alcuni team principal, che non si verifica in maniera compiuta, chiara e soprattutto soddisfacente.
Sebbene le regole siano state applicate correttamente, Andreas Seidl, n°1 della McLaren, è parso piuttosto scettico sull’operato federale. Quella adottata è una scappatoia che i team non avevano in mente quando le regole sono state modificate dopo il GP fantasma di Belgio 2021.
F1. I team contrari all’interpretazione della FIA
“Ciò che è stato stabilito – ha spiegato il team principal della franchigia di Woking – non è quello che tutti avevamo in mente. Non erano queste le intenzioni della FIA e delle squadre. Alla fine sembra che tutti abbiamo trascurato questa scappatoia, quindi ne siamo responsabili e significa che dovremmo cercare di fare un lavoro migliore la prossima volta“.
Sulla stessa lunghezza d’onda si è “appoggiato” Mattia Binotto che ha altresì parlato della necessità di rivedere ulteriormente le cose per evitare confusione e malumori: “Ho bisogno di verificare con i nostri ragazzi quale sia stata la chiara comprensione e quale sia stata la conclusione sul modo in cui il regolamento è stato scritto e interpretato. È un dettaglio da chiarire per il futuro”.
“Qual è la vera intenzione? Cosa dovremmo fare? È abbastanza chiaro? Non sono troppo preoccupato e nemmeno troppo deluso da ciò che è stato stabilito. Accetto il modo il cui la FIA l’ha interpretato le regole ma dobbiamo esaminare e discutere cosa migliorare per il futuro“.
Dov’è il cortocircuito? Perché regole che appaiono chiare in fase di stesura si trasformano in un libro di misteri ancestrali di difficile comprensione? La Formula Uno deve interrogarsi su questa grave discrasia tra gli effetti voluti e quelli che realmente si concretizzano. Ma non solo. Deve essere in grado di superare questa differenza di percezioni. Se agli stessi protagonisti certi meccanismi restano imperscrutabili come è pensabile che i tifosi possano comprenderli?
La fan base ha il diritto di osservare gli eventi senza doverli guardare e simultaneamente consultare un codice normativo cervellotico. Il Circus deve essere in grado di aprirsi ad una piena e convinta semplificazione procedurale da applicare in nome della trasparenza e del buon senso. Il dubbio, considerando la storia recente, è che manchi la volontà – o la capacità – di farlo.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Scuderia Ferrari, McLaren