domenica, Novembre 17, 2024

Mercedes/Ferrari: asse inedito per pressare la FIA

Quello del Budget Cap è il tema del momento che, per certi versi, sta oscurando la stessa attualità della F1 che vede Charles Leclerc autorevole poleman del Gran Premio di Singapore 2022. Quelle emerse negli ultimi giorni sono notizie che potrebbero avere clamorosi risvolti soprattutto per la Red Bull la cui gestione finanziaria “ballerina” è entrata nel cono d’attenzione della Federazione Internazionale dell’Automobile (per ulteriori approfondimento clicca qui).

La settimana prossima Place de la Concorde pubblicherà le conclusioni su un’indagine che ha preso piede dopo la consegna delle rendicontazioni fiscali da parte dei team. Al momento si registra un fronte piuttosto compatto di franchigie che pretendono chiarimenti e che chiedono, in caso di comprovate infrazioni, pene esemplari per sforamenti del tetto di spesa che sembrerebbero mostruose stando a certi spifferi da confermare.

Mercedes è tra la compagini più attive nel pretendere chiarezza immediata. Haas, tramite il team principal Gunther Steiner, si è altrettanto detta pronta alla battaglia. Ferrari, prima con il direttore sportivo Laurent Mekies e poi col numero uno Mattia Binotto, ha intrapreso la strada della durezza dopo un primo approccio guardingo. C’è la sensazione che, da un momento all’altro, possa deflagrare un ordigno che può creare uno tsunami in una Formula Uno che non si è ancora del tutto ripresa dal controverso epilogo del 2021.

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La Red Bull RB18, la monoposto che sta dominando il mondiale 2022

F1. “Budget cap gate”: la Ferrai va all’attacco

In Ferrari, pur non anticipando le osservazioni dell’organo federale, chiedono risolutezza e provvedimenti seri in caso di sforamenti conclamati. “Per ora quelle che sentiamo sono solo speculazioni (lo ha sottolineato la stessa FIA in una nota emanata l’altro ieri, nda). Bisogna aspettare mercoledì – ha spiegato Mattia Binotto ai microfoni di Sky – Il budget cap, nel regolamento, viene definito come uno strumento che deve rendere lo sport corretto ed equo. Noi, per stare dentro al tetto, abbiamo fatto uno sforzo incredibile l’anno scorso. Abbiamo limitato gli sviluppi e ci siamo anche presi del margine. Questo perché sapevamo che era il primo anno e che non sarebbe stato facile. Abbiamo interagito continuamente con la Federazione, senza aspettare fine anno“.

L’approccio cauto di Maranello agli update della vettura spiega come un’interpretazione “allegra” delle norme finanziarie possa generare vantaggio sia nel dipanarsi del campionato sia su un arco temporale più lungo. Qualcosa che, se comprovato, può minare alla base la correttezza di un intero mondiale. Ed è questo che in Mercedes, ad esempio, non tollererebbero. Fosse confermata l’infrazione da parte di Red Bull nel 2021 significherebbe che Milton Keynes e Max Verstappen – chiaramente non imputabile direttamente ma sicuramente avvantaggiato tecnicamente – avrebbero giocato con un mazzo di carte non regolare.

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lo sguardo perplesso di Mattia Binotto, team principal della storica Scuderia Ferrari

Congetture ad ora perché solo le carte che la FIA presenterà faranno, si spera, veramente luce su una dinamica che ad oggi risulta imperscrutabile: “Oggi c’è del ritardo sul report finale della FIA e questo fa pensare che ci siano delle discussioni aperte in corso. Da questo nascono le speculazioni. Questa vicenda ha implicazioni sul campionato passato, presente e futuro“.

Queste ultime dichiarazioni evidenziano come gli effetti delle osservazioni federali possono davvero ribaltare gli esiti di mondiali archiviati, in corso e da venire. Ancora Binotto: Anche se ci fosse una violazione di ‘soli’ 4 milioni, quella cifra non è affatto minore dal punto di vista delle implicazioni. Per noi quella cifra è l’intero sviluppo di una stagione. Vogliono dire 70 persone in un ufficio tecnico che possono pensare e trovare soluzioni. Significa avere mezzo secondo di vantaggio. Ne va della credibilità della F1. Mi aspetto che al FIA possa stabilire se ci sono state o meno delle scorrettezze“.

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Mattia Binotto (Scuderia Ferrari) e Chris Horner (Oracle Red Bull Racing) a colloquio nel paddock del Circuit de Catalunya- Photo credits: Diego Catalano

F1. Nuovo asse Maranello -Brackley

La parola chiave dell’ultimo passaggio è “credibilità”. La FIA, qualora verificasse scostamenti di bilancio troppo ampi, non può mostrarsi debole né ricorrere a giustificazioni di comodo figlie di un contesto regolamentare nuovo e difficilmente interpretabile. La F1 si avvia verso la fase finale della stagione con molti punti interrogativi e con un nuovo bubbone pronto ad esplodere. La sensazione è che, comunque si chiuda la vicenda, ci saranno strascichi polemici difficilmente sanabili.

Ad oggi registriamo un deciso cambio della direzione del vento politico che determina nuove alleanze. Ad inizio anno Ferrari e Red Bull sono state piuttosto vicine nel contestare certe scelte tecniche della Mercedes che poi si sono rivelate incapaci di fare la differenza (leggasi coni antintrusione esposti).

L’asse Maranello Milton Keynes si è addirittura solidificato nelle proteste contro la direttiva tecnica 039 e nelle relative modifiche regolamentari in chiave 2022. Oggi, in maniera repentina e per ovvie ragioni, l’intesa si è sgretolata. Ferrari e Mercedes sono il nuovo cartello in una battaglia che mette al centro interessi particolaristici e, di riflesso, il bene stesso della F1 nella sua globalità.


Autore: Diego Catalano@diegocat1977

Foto: F1, Oracle Red Bull Racing, Scuderia Ferrari

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