In occasione del Gran Premio degli Stati Uniti ad Austin, FormulaUnoAnalisiTecnica ha avuto l’occasione di parlare in esclusiva con la pilota Jessica Hawkins. Lei è un’atleta poliedrica che compete nel British Touring Car Championship, nella W Series e fa parte del team di F1 Aston Martin Aramco Cognizant Formula One Team. In contemporanea alla sua carriera competitive, inoltre, Jessica riesce a trovare anche il tempo di essere una stunt driver nell’industria cinematografica, per cui ha guidato anche in film di James Bond, ricoprendo anche il ruolo di driver ambassador per Racing Pride.
L’intervista che abbiamo fatto ha preso la piega di una conversazione profonda ed umana che tocca una grande varietà di argomenti: ci spostiamo infatti dalla F1 a Racing Pride, senza lasciare indietro quanto sia importante per Jessica che tutti siano in grado di essere felici nella propria pelle in un mondo ancora troppo maschile-etero che sta cambiando, conoscendo la gentilezza e l’accettazione.
F1. Jessica Hawkins: una donna dai molti talenti
Essere un pilota non è certo un lavoro facile, specialmente se lo fai a livello agonistico. Jessica Hawkins riesce non solo a farlo come pilota, guida per Aston Martin Aramco Cognizant Formula One Team, ma aiuta anche con la macchina e con il marketing e lavora anche nel cinema come stunt driver. Come pilota, ha corso in diverse categorie, infatti attualmente corre nella W Series dal 2019 e the British Touring Car Championship. Qual è stata la sua esperienza preferita?
“Direi la W Series; è stata un’esperienza incredibile per me, in quanto è una categoria innovativa che mira a fare strada alle donne nel motorsport.”
Noi volevamo anche sapere cosa ci vuole per diventare stunt driver, soprattutto considerando che guidare professionalmente per l’industria cinematografica è molto diversa dal “mero” correre. Jessica ci spiega che a differire sono sia il proposito che il modo in cui lo si fa, mentre professionalità e capacità di mantenere il controllo sulla macchina mentre si compiono acrobazie deve rimanere costante.
“Essere uno stunt driver è davvero molto diverso dal correre” esclama la pilota, prima di entrare nel dettaglio. “Mentre sei in gara, sono tutti contro di te, vogliono essere migliori. Se qualcuno sta andando bene e prova a sorpassarmi, io se ne ho l’occasione glielo rendo impossibile, come deve essere. Al contrario, come stunt driver lavoro a contatto con tutti; è un lavoro collettivo, e ci aiutiamo e supportiamo a vicenda. Non si tratta esclusivamente di guidare velocemente ma di farlo in maniera entusiasmante: ogni tanto devi guidare piano, o su un lato, provando diverse cose nello stesso momento“.
F1. Jessica Hawkins e Aston Martin Aramco Cognizant Formula One Team: un legame indissolubile
Essere un pilota che fa parte del team Aston Martin Aramco Cognizant Formula One Team, per Jessica è un privilegio: uno per cui ha lavorato duramente sia per entrarci che per mantenerlo, assolutamente meritato. Lei, però, attualamente può collaborare con u neam del genere in una doppia veste: quella di pilota, in F1, affianco a piloti del calibro di Sebastian Vettel, collaborare con Lance Stroll e al contempo prendere anche parte alle attività di marketing. “Un team grandioso come Aston Martin Aramco Cognizant Formula One Team non fa che crescere costantemente”, ci annuncia con orgoglio, raccontandoci poi di quanto sia importante per lei averli alle proprie spalle. “è un’esperienza fantastica essere con loro”, aggiunge. un sorriso genuino le illumina il viso. “Sono con loro da un paio d’anni e stiamo guadagnando fiducia col tempo. Aston Martin Aramco Cognizant Formula One Team è decisamente uno dei team più grandi della F1”.
Inoltre, Aston Martin Aramco Cognizant Formula One Team è sempre la prima della fila ad occuparsi di lanciare messaggi di inclusività, rispetto per l’ambiente ed altri aspetti, quindi siamo curiosi di sapere in che modo la squadra supporta quei valori importanti che sono qualvolta persi in F1, per il bene dello spettacolo.
“Beh, Aston Martin Aramco Cognizant Formula One Team è il primo in moltissimi aspetti positivi, non solo per quello che riguarda l’inclusività”, ci ricorda, prima di sottolineare quanto sia prezioso poter contare su qualcuno che si esprima chiaramente e con forza su molti aspetti come Sebastian Vettel. “Noi promuoviamo la diversità, prendersi cura dell’ambiente. Basti pensare a Sebastian (Vettel): lui non ha paura di parlare chiaro in merito all’ambiente ed il rispetto di tutti. Sebastian sa essere nel mondo della F1 non solo per lo spettacolo ma per parlare di valori importanti, guidato dal desiderio di cambiare il mondo. Guardarlo ha motivato anche me, mi è stato d’ispirazione. É una ispirazione anche per il pubblico; loro amano i piloti perché si possono immedesimare e questo porta l’attenzione su quello che conta davvero”.
F1. Jessica Hawkins e Racing Pride: essere felici nella propria pelle
Fra le sue tante attività, Jessica è anche driver ambassador di Racing Pride. Si tratta di un’organizzaione che promuove l’inclusività, non solo per le persone che fanno parte della comunità LGBTQ+ ma per tutti. “E’ per essere felici nella propria pelle, essere accettati per la propria etnia, orientamento sessuale, genere e tutto quello che sei.”, dice, quando le chiediamo cosa è Racing Pride e perché ha deciso di prendere parte a questo progetto. “Il Motorsport è uno sport dominato da uomini ma all’interno di Racing Pride puoi vedere uomini e donne lavorare insieme per promuovere l’uguaglianza. È un’organizzazione molto importante, perché nella vita tutti meritiamo di essere il più felici possibili, ce lo meritiamo”.
Possiamo però anche dire, fortunatamente, che il mondo sta cambiando, evolvendosi in una realtà più aperta e ci piace pensare che anche il Motorsport stia seguendo lo stesso percorso. Ma allora che bisogno c’è di Racing Pride?
“Non so se il motorsport ne abbia “bisogno” ma Racing Pride è una presenza affidabile che aiuta chiunque a sentirsi accettato”, specifica “Ora è comunque più facile di 15 anni fa interarsi e speriamo che diventi sempre più semplice. Ecco perché è così importante avere un’organizzazione che lavori per questo e che sia così innovativa“.
Come donna, rappresentante LGBTQ+ nonchè pilota, Jessica ha dovuto sentire su di sé l’insicurezza e la paura di essere giudicata e discriminata nel mondo che ama e a cui appartiene ma alla fine ce l’ha fatta a realizzare il suo sogno. Sarebbe importante sapere cosa suggerirebbe lei a chi viene discriminato o abbia paura di vivere la propria vita in libertà. Le sue parole chiave sono “comunicazione” e “fiducia”.
“Uno dei più grandi problemi è sapere con chi parlare, qualcuno di cui fidarti e magari qualcuno che ci sia passato”, ci confida Jessica. “Qualunque reazione temiamo è peggiore nella nostra testa che nella realtà, almeno per me. Penso che la mia storia sia più facile di quella di molti altri, anche perché la situazione negli ultimi 15 anni è migliorata notevolmente e. trovare qualcuno che discrimini è sempre più difficile e vogliamo continuare su questa strada. Vogliamo migliorare offrendo una piattaforma, uno spazio sicuro in cui sentirsi protetti”.
Jessica Hawkins e la F1
In quanto parte del team Aston Martin Aramco Cognizant Formula One Team e lavorando a stretto contatto con Vettel and Stroll come colleghi, Jessica ha la possibilità di essere vicina alla F1. Non a caso, noi l’abbiamo incontrata mentre lei era ad Austin con la squadra, dove l’abbiamo trovata energica e concentrata. Non potevamo con cogliere l’occasione di sapere la sua sull’argomento più discusso dell’attualità. Intendiamo naturalmente il Budget Cap Gate. Le abbiamo chiesto se pensa al tetto di spesa più come un peso oppure un’utile occasione di livellare la competizione.
“E’ una cosa buona, io ho avuto un budget più ridotto per alcuni anni nella mia carriera,” ci ha risposto. “Un budget cap inferiore migliorerà la competizione. La F1 in questo momento sta affrontando uno sviluppo aggressive delle monoposto, quindi non di vedono molto i suoi effetti, ma secondo me in un paio d’anni sarà una cosa buona, in quanto livellerà tutti, portandoli sullo stesso livello. Ci sarà sempre qualche team che domina ma ci sarà più vicinanza e uguaglianza in pista, portando n modo di gareggiare più sano e più occasioni per gli altri“.
Siamo ormai arrivati alla fine della nostra intervista e vogliamo chiuderla con una domanda generale ma importante. É una lunga strada verso l’inclusività, la tutela dell’ambiente e l’accettazione ed il Motorsport in generale e la F1 in particolare stanno facendo molto per portare consapevolezza. Ciononostante, il Motorsport è ancora un ambiente dominato dagli uomini che potremmo definire “bianco e nero”. Molti si lamentano che quello che si fa non sia abbastanza. Chiediamo quindi a Jessica cosa pensa lei di quello che si sta facendo e se ci sia qualcosa che farebbe in più e/o diversamente.
“Attraverso il calendario, si prova a raggruppare le diverse location insieme per ridurre gli spostamenti il più possibile per essere più organizzata ed ecologica. Ci si lamenta perché si vorrebbe chele manovre fossero più efficienti ma siamo il mondo dei motori e piantare un albero è meglio che piantarne nessuno, quindi ci stiamo movendo nella giusta direzione.”
Autore: Silvia Giorgi – silvia_giorgi5
Fonte Immagini: Aston Martin Aramco Cognizant Formula One Team