Una sabato di F1 caratterizzato dalla pioggia. Il circuito cittadino di Singapore diventa scivoloso e insidioso. In queste condizioni la Ferrari si conferma regina, anche se in casa Red Bull hanno buttato via una probabile pole, relegando il loro pilota alla sesta fila. Secondo Perez, seguito da Hamilton, che con la sua esperienza e aiutato da una ottima W13 ha potuto insidiare la prima fila.
Alcune caratteristiche acquisiscono quindi più peso rispetto a ieri. La fiducia che la vettura può fornire al pilota è fondamentale sul fondo bagnato. Stabilità parola d’ordine, in modo che il pilota possa prevedere facilmente il comportamento della monoposto. Sul bagnato il bilanciamento dev’essere spostato ancor più sul posteriore, in modo da fornire grip al retrotreno che su questo tracciato risulta più in difficoltà.
Inoltre la meccanica ricopre un ruolo anche più importante, in quanto le velocità medie si abbassano. In aggiunta a questo , l’asfalto ha fatto molta a difficoltà ad asciugarsi completamente. Solo in Q3 si è riuscito a far funzionare la gomma rossa. Chi l’aveva montata in Q2 non riusciva proprio a mandarla in temperatura e ad attivare gli pneumatici. Sicuramente scaldare le gomme è stato un tema centrale di questa sessione. Temperature più fresche e minori velocità hanno reso difficile innescare la mescola Soft, pur essendo questa una low working range.
In queste condizioni, ovviamente, conta molto l’esperienza e il talento dei singoli piloti. Già nella mattinata si era visto che le Ferrari potevano avere qualcosa in più sul bagnato. Il bilanciamento meccanico della F1-75 favorisce la trazione come abbiamo spiegato molte volte. Inoltre abbiamo visto che la rossa riesce ad attivare più facilmente la gomma, fattore che l’ha resa spesso molto competitiva in qualifica. In pista, di fatto, si è comportata molto bene. Leclerc perdeva il posteriore solo in uscita non appena raggiungeva il limite di grip laterale.
Molto meno pulito Verstappen nella guida. Veramente tante correzioni per lui. Max ha dovuto lottare con lo sterzo per tutto il giro. Detto questo, nel complesso, la RB18 si è rivelata una monoposto molto nervosa sul bagnato, anche in ingresso, ma di fatto anche veloce. Il setup che avevano scelto ieri forse prediligeva di più l’ingresso in curva e meno la trazione in uscita. Un messa a punto che spesso avevano scelto quest’anno per contrastare la forza delle rosse in trazione.
Chi invece ha sorpreso è stata la Mercedes. Lewis Hamilton ci ha messo sicuramente molto del suo, ma la monoposto era molto forte in queste condizioni. Tutto ciò ce lo si poteva aspettare dopo quanto visto ieri. La W13 costruiva il proprio tempo sul giro in modo molto simile alla Ferrari. Qualcosa che avevamo già visto nel corso della stagione e che si spiega in quanto la vettura tedesca ha un concetto di sospensione posteriore molto simile all’auto modenese. Rispetto a Red Bull il posizionamento dei centri di rollio di queste due vetture è molto simile.
Passando a qualche dato, non ha senso andare ad analizzare i giri veloci su fondo bagnato curva per curva. E’ molto più interessante cercare di capire cosa il bolide di Milton Keynes ha regalato agli avversari. Proprio così, perché forse oggi l’olandese sarebbe potuto andare in pole, ma dal muretto non hanno gestito alla perfezione questa qualifica. Nel penultimo tentativo del Q3 lo hanno rallentato durante una tornata con la quale potenzialmente avrebbe potuto assicurarsi la partenza dal palo.
In questo primo caso è stato corretto in quanto gli hanno suggerito di rallentare e ricaricare le batterie per un ultimo tentativo, pensando che la pista poteva evolvere da un momento all’altro. Tuttavia al passaggio successivo Max è stato richiamato ai box. La ragione è semplice: se avesse concluso il gro non avrebbe avuto abbastanza benzina per i controlli della FIA. Un errore non da poco per la Red Bull.
F1. Gp Singapore 2022: analisi telemetrica qualifica
Qua sopra troviamo la telemetria delle velocità e il relativo grafico del gap sul giro di Leclerc ed la penultima tornata di Verstappen. Si nota come fino a 3800m il delta tra i due era pressoché nullo. Alla curva 20 arriva la comunicazione di alzare il piede per ricaricare le batteria e tentare l’ultimo assalto.
Al giro successivo è la stessa storia. Finendo il giro Max avrebbe insidiato la pole position. Rimane da capire quanto margine avesse in quel momento sul ferrarista. Osservando solamente il grafico del gap da poco prima che Verstappen alzasse il piede, la differenza oscillava sulla linea dello zero. Per cui il giovane talento di Hasselt, contrariamente a quanto si pensa, non aveva un vantaggio decisivo che lo avrebbe sicuramente messo in prima posizione. Medesimo discorso anche per il penultimo tentativo.
Osservando il grafico dell’ideal lap time, riusciamo a fare chiarezza sulle possibili sorti di questa qualifica. Innanzitutto Charles avrebbe avuto addirittura altri 3 decimi sul suo miglior giro. Max avrebbe sicuramente migliorato, ma nel piede aveva un giro di 2 decimi più lento rispetto a Leclerc.
Con questo possiamo confermare che il monegasco della Ferrari sarebbe partito lo stesso dalla prima posizione. La prima fila, tuttavia, non sarebbe stata quella che vedremo domani. Perez e Hamilton sulla carta sarebbero rimasti a due decimi dai due contendenti.
Autori e grafici: Niccoló Arnerich – @niccoloarneric – Alessandro Arcari – @berrageiz