Amaro in bocca. Questa la sensazione dopo il back to back USA – Messico per il clan Mercedes AMG F1. Due secondi posti, un quarto, un quinto e un giro veloce non sono affatto un bottino da buttar via se si è terza forza del campionato. Complice le difficoltà della Ferrari, la scuderia di Brackley ha ridotto le distanze in classifica. Ancora, il duo di piloti si è stabilizzato in quarta e quinta piazza sopravanzando Carlos Sainz che non è stato particolarmente fortunato in questa trasferta americana che potrebbe essere negativamente completata con una sostituzione della power unit nel Gp del Brasile che si correrà il 13 novembre prossimo. Piove sul bagnato a Maranello.
Ma cos’è mancato a Lewis Hamilton per insidiare seriamente il mattatore assoluto del campionato 2022? La velocità di punta che avrebbe potuto dare una grande mano dopo uno start molto reattivo? Sicuramente. Ma la sensazione è che stavolta, così come successo ad Austin, siano state le scelte effettuate dal muretto box ad aver tolto un’occasione d’oro al pilota inglese che non è ancora riuscito a portarsi a casa quella vittoria stagionale che avrebbe il valore del record.
F1. Gp Messico 2022, Wolff ammette: strategia inefficace
Che qualcosa non abbia funzionato nella definizione delle strategie lo ha ammesso anche Toto Wolff: “Lewis e George hanno fatto un lavoro straordinario. Abbiamo discusso se soft-hard fosse una strategia praticabile, ma non avevamo il piano soft-medium sul nostro radar per la gara. Quindi, con il senno di poi, abbiamo sbagliato. Ma abbiamo comunque mostrato ottime prestazioni e ottenuto punti preziosi“.
“Il nostro divario in termini di performance rispetto alla Red Bull era piccolo e avevamo un buon margine rispetto alla Ferrari. Tuttavia – ha spiegato il manager viennese – dobbiamo stare attenti a saltare a conclusioni affrettate e aspettare di vedere cosa accadrà in Brasile. I nostri obiettivi sono ancora vincere una gara e lottare per il secondo posto nel campionato costruttori: vogliamo dimostrare che la nostra macchina è veloce e che tutto il team si impegna tanto per migliorare la vettura. Sarebbe fantastico per loro se potessimo vincere in una delle ultime due gare rimaste quest’anno“.
F1. Gp Messico 2022: Shovlin esalta la power unit Mercedes
Il giudizio dell’uomo di sport è confermato dal tecnico. Andrew Shovlin, trackside engineer della Stella a Tre Punte, esprime soddisfazione ma non cela un pizzico di delusione per ciò che poteva essere il weekend di Città del Messico: “È un peculiare mix di emozioni dopo un weekend come questo. Stiamo dimostrando i progressi con la vettura e l’aggiornamento che abbiamo portato ad Austin ha chiaramente fatto un buon passo avanti in termini di prestazioni“.
Shovlin sottolinea anche la crescita della power unit che, in passato, ha parecchio sofferto la rarefazione dell’aria: “Il team di Brixworth (reparto powertrains, nda) può essere molto soddisfatto del lavoro svolto e per aver preparato ed ottimizzato il propulsore per un tracciato molto difficile vista l’altitudine. Questa è stata una delle nostre prestazioni più forti della stagione, quindi è chiaro che hanno fatto un ottimo lavoro. Inoltre, non possiamo criticare l’impegno dei piloti e dell’intero team verso la fine di quella che è stata un’annata molto lunga e difficile, anche quando dare tutto non è stato abbastanza per ottenere una vittoria“.
“Se potessimo correre di nuovo saremmo partiti con la gomma morbida. Sapevamo – ha argomentato l’ingegnere britannico – che uno stop media-morbida era una possibilità, ma non ci aspettavamo che fosse così forte. La nostra strategia si basava sul calo delle loro medie verso la fine della gara. Ma, semplicemente, non è successo. Una nota positiva: abbiamo colmato il divario con la Ferrari e continueremo a inseguirli fino a quando non cadrà la bandiera ad Abu Dhabi. Abbiamo due gare da disputare e qualche giorno per riorganizzarci prima della gara sprint in Brasile. C’è ancora molto su cui lavorare“.
F1. Mercedes: progressi confermati ma…
Mercedes non ha probabilmente tenuto conto, nella definizione del piano tattico per i 71 giri del gran premio, che la RB18 è una vettura che tratta gli penumatici con i guanti di velluto. Per tale ragione sono stati eccessivamente conservativi sprecando una giocata pur avendo in mano carte ottime. Resta però la soddisfazione di aver sensibilmente migliorato l’auto con un pacchetto evolutivo che si è rivelato davvero efficace.
Cosa che in stagione, specie quando si lottava per risolvere il pompaggio aerodinamico, non era accaduta con regolarità. Ricordiamo, difatti, i diversi fondi testati ed accantonati prima di introdurre gli aggiornamenti di Silverstone dai quali la W13 ha preso a funzionare decisamente meglio.
Un’infornata di ottimismo non tanto per le ultime due gare, bensì per il 2023 in cui Brackley avrà un vantaggio piuttosto netto in termini di ore di galleria del vento e di analisi computazionali rispetto ai rivali della Red Bull penalizzati sia dal regolamento che premia chi è attardato in classifica, sia dalla sentenza emessa dalla FIA sul budget cap gate.
La prestazioni offerte in Messico, in condizioni comunque particolari e non replicate in nessun altro dei 21 circuiti presenti in calendario, evidenziano un trend positivo che ha caratterizzato la seconda metà del campionato. Se il distacco in qualifica è ancora piuttosto grosso, in gara le differenze tendono ad assottigliarsi. Per sparire, sovente, quando il rivale è la Ferrari. Diverso è il discorso prendendo la RB18 n°1 come metro di paragone. Le prestazioni di Verstappen sono ancora mediamente irraggiungibili. Anche quando sembrano esserlo.
Quando Wolff dice di non saltare a conclusioni affrettate in relazione al livello prestazionale della W13 e se Shovlin ammonisce che forse non c’è ancora il potenziale per vincere è perché, probabilmente, in Messico, Red Bull potrebbe aver sottoperformato perché, semplicemente, non aveva bisogno di “calcare la mano”. Un modo per non dare nell’occhio dopo le recenti polemiche e soprattutto per preservare il materiale in vista delle ultime due tenzoni. L’olandese, nel secondo stint, grazie ad una perfetta gestione delle gomme, ha aperto una comoda forbice che Hamilton non è mai riuscito seriamente a richiudere nonostante gli sforzi profusi.
E questo dà la cifra della quantità di strada che Mercedes deve percorrere per salire a bordo del treno buono. Ma il percorso tracciato a Brackley non è quello che porta nella direzione errata. Ecco perché le facce nel box degli abdicanti campioni del mondo tendono al sorridente.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Mercedes AMG