venerdì, Novembre 22, 2024

F1 2022: questione di velocità

Il GP degli Stati Uniti di F1 ha decretato la fine ufficiale dei giochi, almeno per quanto riguarda i titoli in palio in questo 2022. La vittoria di Verstappen, unita al ritiro di Sainz e al quarto posto di Perez, ha infatti permesso alla Red Bull la conquista matematica del titolo Costruttori. Un risultato che il team di Milton Keynes ha ottenuto l’ultima volta nel 2013.

Con tre sole gare da disputare per chiudere la stagione, alcune somme possono già essere tirate. Tra queste è ovviamente indubbio il potere che la Red Bull ha mostrato quest’anno, conquistando 15 delle 19 gare corse. Vittorie rese possibili non solo grazie al talento dei due piloti, Verstappen in particolare, ma anche grazie ad una vettura dotata di molti punti di forza. Uno fra tutti la grande velocità di punta che la RB18 è riuscita a sprigionare in pista.

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F1. Red Bull imbattibile: questione di velocità

Fin da inizio campionato è parso chiaro quanto buono fosse il progetto che ha dato vita alla RB18. La vettura ad effetto suolo figlia di Adrian Newey ha infatti messo subito le cose in chiaro, presentandosi in pista con una filosofia diversa da altri, che immediatamente è diventata un punto di riferimento tanto da essere replicata da diversi team (Aston Martin, Williams, McLaren, Alpine). Un’esser punto di riferimento che poi si è verificato anche in pista. La RB18 infatti ha spesso dimostrato di essere la vettura da battere durante le domeniche di gara, a differenza di una Ferrari regina sul giro secco in qualifica.

Le tante qualità della monoposto di Milton Keynes non hanno certo deluso, ma la grande velocità di punta è forse quella che ha stupito maggiormente. Tale caratteristica infatti ha permesso in più di un’occasione alla Red Bull di battere la concorrenza. In Arabia Saudita, per esempio, la lotta tra Verstappen e Leclerc ha visto trionfare l’olandese grazie ad una monoposto in grado di spingere quel poco in più che basta per non avere duelli infiniti. Le premesse viste al secondo GP si sono poi confermate solidamente nell’arco della stagione.

Le RB18 hanno mostrato in più occasione una superiorità nei duelli invidiabile. La velocità maggiore rispetto alla concorrenza è così diventata un’arma letale, una sorta di asso nella manica tirato fuori soprattutto quando la vettura dominante in pista era quella colorata di rosso. Una F1-75 che però, in termini di velocità massima, ha sempre sofferto nei confronti della macchina concorrente. La filosofia del compromesso tra sabato e domenica usata dalla Ferrari non ha infatti premiato. Red Bull invece è stata in grado di dominare quasi l’intera stagione.

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la specifica di ala posteriore utilizzata a Monaco, Ferrari F1-75

F1. Red Bull: quando la velocità fa la differenza in pista

La velocità in F1 non è certo l’unica cosa che conta; avercene tanta però è un aspetto che in molte occasioni può essere d’aiuto. Nei duelli, per esempio, avere un DRS che aprendosi aumenta molto il vantaggio rispetto alla concorrenza è fondamentale. Soprattutto con vetture che ancora non possono fare a meno di tale soluzione quando si tratta di sorpassare. Le rimonte poi, con una vettura in grado di spingere più delle altre, risultano quasi passeggiate.

L’ultimo episodio, senza scordare le gare corse in Ungheria e in Belgio, è avvenuto negli Stati Uniti. Il pit stop lento a causa di un problema con una delle pistole ha fatto perdere circa 9 secondi al campione del mondo in carica. Un tempo smarrito che Verstappen è stato in grado di recuperare velocemente, mangiando decimi ad ogni giro fino a completare la rimonta con i sorpassi della vittoria.

Il primo su Leclerc ha dato l’assaggio iniziale di quanto visibilmente facile sia stato per una monoposto come la RB18. Il potente DRS della vettura di Milton Keynes, una volta aperto, difficilmente lascia spazio a possibili duelli. La combinazione di velocità maggiore e perfetta gestione gomme ha poi permesso a Verstappen di raggiungere e passare Hamilton come se nulla fosse. Una manovra che ha stupito anche il sette volte iridato, rimasto sorpreso dalla velocità dell’avversario.

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il monegasco Charles Leclerc (Scuderia Ferrari) in pressione su Sergio Perez (Oracle Red Bull Racing) – Gp Singapore 2022

Rispetto alla W13 infatti, la RB18 con DRS aperto accumula un vantaggio che si aggira attorno ai 35 Km/h. Evidenza riferita dallo stesso Hamilton a fine gara. Un’enormità considerando che, a parti invertite, il vantaggio dato dal DRS è di soli 22 Km/h. Una differenza, quest’ultima, che si vede soprattutto nella facilità con cui la RB18 sorpassa. La velocità di punta non è però maggiore solo grazie al DRS; l’ala mobile chiusa infatti non impedisce alla RB18 di sprigionare ogni Km/h a cui può arrivare.

La filosofia adottata in casa Red Bull, legata anche alla grande velocità, è stata un vantaggio sposato dal team di Milton Keynes e che ha ripagato non solo giro dopo giro nelle difficoltà di alcuni GP. Le 15 vittorie ottenute e i due titoli mondiali sono infatti tutt’altro che casuali. Una vettura più lenta avrebbe probabilmente regalato qualche battaglia in più. Questa però non è la strada che il team guidato da Horner ha scelto di seguire. Una direzione corretta visto che alla fine, grazie anche alla velocità, la Red Bull i mondiali li ha dominati.


Autore: Chiara Zambelli@chiarafunoat

Foto: F1, Oracle Red Bull Racing, Scuderia Ferrari

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