giovedì, Dicembre 19, 2024

Rabbia ingiustificata

“Se avessi completato quel giro non avrei avuto abbastanza carburante nella mia F1. Sono cose che si possono controllare nel Q3 e bisognerebbe vederlo prima. Ma chiaramente non è successo ed è per questo che ho abortito anche il giro precedente. Mi avevano detto di dare tutto nell’ultimo tentativo, che con il senno di poi non avrei potuto fare. Non è accettabile quello che è successo. Anche quando commetto io un errore non è accettabile, ma da entrambe le parti dobbiamo cercare di fare il meglio. Quello che abbiamo fatto oggi non è stato sufficiente, non dovrebbe accadere. La gara è decisamente compromessa“.

Queste le parole che Max Verstappen ha riferito subito dopo essersi tolto il casco a seguito di un turno di qualifiche deludente che ha determinato l’ottava posizione sulla griglia di partenza. Cosa aggravata dalla pole position di Leclerc e dalla prima fila di Sergio Perez che è emerso alla grande dal caos nel quale, solitamente, si smarrisce. A Max non è andata giù e lo si era capito dall’ennesimo team radio irato di un pilota che ha un pessimo rapporto con le mancate vittorie.

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Sergio Perez e Max Verstappen (Oracle Red Bull Racing F1)

Se lo schema mentale vincente non si realizza si ottenebra il lume della ragione. Un fase transitoria che afferisce alle umane cose e che ha determinato l’abbandono del circuito senza nemmeno passare per il consueto e necessario briefing tecnico che si tiene in ogni team dopo una sessione importante quale è quella della qualifica. Avrà già sbollito l’ira Max e oggi sarà ai nastri di partenza più famelico che mai. Su questo c’è poco di cui dubitare.

La pista non si presta ai sorpassi, è vero, ma la RB18 è il miglior arnese in piazza, per distacco. Lui ha il manico dei grandissimi e Giove Pluvio potrebbe essere un ottimo alleato. Nessun dramma quindi, anche perché la pratica mondiale si potrebbe archiviare tra sette giorni, come sognerebbero quelli della Honda.

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La RB18 di Max Verstappen (Oracle Red Bull Racing) rocca l’asfalto durante le seconde libere del Gp di Singapore 2022

F1. Max Verstappen: frustrazione da cannibalismo

Max il furibondo, però, dovrebbe anche avere la sagezza di ringraziare il suo muretto box. E non solo per le tante occasioni in cui gli ha offerto una vittoria che non sembrava possibile. Da quella non meritata di Barcellona strappata ad un Perez che la pregustava a tutto diritto, a quelle concessegli con costanza da Hanna Schmitz, autentica gigante delle strategie Red Bull.

Se ieri Gianpiero Lambiase non lo avesse richiamato ai box con solerzia – ed una certa veemenza – ci sarebbe stato l’arretramento in ultima piazza. Non osiamo immaginare come avrebbe reagito l’olandese ad una circostanza analoga.

Il giro abortito all’ultimo istante che avrebbe potuto portare Max in prima fila (la nostra analisi dice che non sarebbe valso la pole, leggi qua) avrebbe avuto un effetto indesiderato piuttosto fastidioso: far rimanere meno di un chilogrammo di benzina nel serbatoio. Quantità che la FIA richiede da regolamento ed in assenza della quale sarebbe scattato l’arretramento in ultima piazza.

Il box Red Bull ha chiaramente sbagliato i calcoli, ma ha sapientemente reagito limitando i danni. Perché un conto è partire in ottava posizione, un altro è precipitare in ultima con diciannove vetture davanti su un budello stretto, scorbutico, nemico dei sorpassi.

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Hannah Schmitz: ingegnere meccanico di 37 anni, laureata a Cambridge, capo delle strategie Red Bull

F1. Red Bull: errori evidenti e strategie riparatorie

Verstappen stava andando per il miglior tempo nella battute finali della Q3. Aveva ottenuto due parziali buoni ma la squadra lo ha invitato ad abortire il giro per la presenza di Pierre Gasly che, nelle ultime curve del terzo settore, procedeva piuttosto lentamente. L’olandese si è adeguato prendendo margine per rilanciarsi. Una decisione perfetta in termini di timig: Max avrebbe percorso per ultimo il push lap su una pista sempre più asciutta. Com’è andata,però, è storia nota.

Christian Horner ha candidamente ammesso l’errore di calcolo col carburante. Erano stati previsti cinque giri lanciati ed invece ne è stato fatto uno in più. “Senza il campione che deve essere nel serbatoio per regolamento saremmo stati retrocessi – ha spiegato il team principal – Ma d’altra parte siamo contenti del lavoro fatto sulla monoposto. Checo lo ha confermato visto che per due centesimi non ha ottenuto la pole“.

Red Bull ha quindi sbagliato, ma lo fa fatto in un momento di caos (non è un’attenuante) e soprattutto quando gli effetti della topica contano praticamente zero visto il mega vantaggio che il team e Verstappen hanno sulla concorrenza. Vero è che il fuoriclasse vorrebbe vincere anche in una gara di biglie tra ragazzini, ma la reazione di Max è sembrata smodata e poco garbata verso una squadra che l’ha messo al centro del progetto sacrificando scientificamente le possibilità del compagno di casacca.

Intendiamoci, nessuna crepa si è aperta nel rapporto tra le parti che continueranno ad andare d’amore e d’accordo. Ma quel che risulta sbilenca è una sceneggiata in pubblica piazza di cui, onestamente, non se ne comprendono i motivi.


Autore: Diego Catalano @diegocat1977

Foto: F1, Oracle Red Bull Racing

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