venerdì, Novembre 22, 2024

Budget cap gate: Red Bull “bullizzata” e FIA in versione bradipo. A perdere è la F1

F1. Il momento della verità è sempre più vicino. Ieri, il presidente della FIA Mohammed Ben Sulayem e Chistian Horner, numero uno di Oracle Red Bull Racing, hanno avuto un incontro di una trentina di minuti, l’ennesimo, alla presenza di Shaila-Ann Rao. Oggetto della riunione, chiaramente, le negoziazioni sulle pene da comminare al team che sta per laurearsi campione del mondo.

Va subito evidenziato che saranno escluse decurtazioni in punti che abbiano effetti nel campionato 2021 e in quello in corso. L’esito finale di queste due stagioni è salvo in ossequio ad una precisa volontà federale la cui linea di principio è risultare credibili senza stravolgere verdetti già scritti. Singolare filosofia.

F1. budget cap gate: si va verso il compromesso

Le strade per sciogliere il nodo gordiano sarebbe due: la prima riconduce Cost Cap Adjudication Panel (organo misto di membri eletti in quota FIA e dai team, ndr); la seconda porta dritti alla transazione di cui abbiamo spiegato gli effetti in questo focus: clicca qui. Tra le due piste, ovviamente, c’è tutta la differenza del mondo. Il giorno e la notte.

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Mohammed Ben Sulayem – Presidente FIA

Nel primo caso si sarebbero potute emettere sanzioni pesanti (in caso di colpevolezza acclarata, chiaramente) che potevano addirittura riscrivere l’esito del campionato 2021. La seconda via, quella “morbida”, è una specie di patteggiamento con pene molto più blande e sicuramente “comode” per la Red Bull. Che, in ogni caso, non vuole accettare passivamente le imposizioni dell’organo centrale di controllo della F1.

Nel paddock del Circuit of the Americas aleggia la sensazione che Ben Sulayem sia propenso a comminare una sanzione economica che può arrivare alla decurtazione di una somma (da definire) dal monte a disposizione della squadra nei prossimi due.

Ma questo, forse, sarebbe il male minore perché si vocifera che la FIA voglia imporre una riduzione di cinquecento ore dell’utilizzo della galleria del vento a fronte delle duemila totali previste nel prossimo biennio. Questa, chiaramente, sarebbe una mazzata epocale specie se il reparto tecnico è guidato dal miglior aerodinamico in circolazione: “Sua Genialità” Adrian Newey.

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Alle spalle del successo dell’Oracle Red Bull Racing F1: Christian Horner e Adrian Newey

F1. budget cap gate: Chirs Horner alza gli scudi

Con queste premesse si è giunti ad una conferenza stampa, quella di Chris Horner, molto attesa. Vi diamo conto delle parole del manager inglese: “Siamo assolutamente e categoricamente convinti di non avere avuto nessuno dei beneficio né per il 2021, né per il 2022, né per il futuro, come invece altri team hanno detto. Saremo assolutamente aperti se verrà trovata una soluzione. Adesso siamo in un dialogo con la FIA e stiamo aspettando che la vicenda si concluda. A quel punto tutti i fatti saranno messi sul tavolo e dopo potremo parlare del perché riteniamo che i nostri costi siano in linea“. Prima indicazione desumibile: Red Bull pensa di essere nel giusto. Cosa che evidentemente la FIA contesta.

Ho parlato con la FIA per dieci giorni – ha aggiunto il manager inglese – speriamo di arrivare a una conclusione nel prossimo futuro, magari questo fine settimana. Possiamo anche andare davanti al board o in corte d’appello. Penso che sia nell’interesse di tutti e di tutti gli sportivi risolvere questa situazione il più velocemente possibile. Le scoperte della FIA sono state fatte di recente e siamo in un processo volontario con la Federazione, che sta esaminando la questione“. Seconda osservazione: anche se di recente scoperta, l’infrazione è riconosciuta da Milton Keynes.

Abbiamo presentato una richiesta intermedia nel 2021 e non abbiamo ricevuto alcun riscontro sul fatto che avessimo fatto qualcosa di sbagliato. Poi abbiamo fatto un’altra presentazione a marzo e non abbiamo ricevuto risposta fino a settembre. Bisogna considerare tutti i costi rilevanti e ciò che è fuori dal budget cap. Noi li consideriamo e tutti i nostri costi sono quelli rilevanti. Abbiamo avuto un beneficio pari a zero dal 2021 e dal 2022, ma ci aspettavamo che alcune cose venissero contestati“. Terza osservazione: è fattivamente in atto un confronto tra le parti per trovare una soluzione. Non dovrebbe essere questo il meccanismo sano all’interno di un processo in cui v’è una parte che accusa (e giudica) e una che deve difendersi.

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Chris Horner (Oracle Red Bull Racing) e Mohammed Ben Sulayem (Presidente FIA) a colloquio al muretto box del team inglese

F1. Budget cap gate: la sindrome da accerchiamento della Red Bull

Ricorderete come nei giorni scorsi Zak Brown, amministratore delegato della McLaren, aveva speso parole velenose sul caso (leggi qua). Liberty Media, sempre alla ricerca di hype a buon mercato, non ha perso occasione per mettere i due l’uno accanto all’altro in conferenza stampa. Horner non si è lasciato pregare rispondendo per le rime e scendendo in dettagli che, onestamente, sono sembrati fuori contesto. Un’allusione al bullismo, materia drammaticamente seria, che ha rilasciato l’idea di un vittimismo fuori luogo:

È tremendamente deludente che una squadra accusi un’altra di aver imbrogliato senza alcuna prova. Danneggia il nostro marchio, i nostri sponsor e i nostri piloti. Ha anche un enorme impatto sul nostro staff: i figli dei dipendenti sono vittime di bullismo. È scioccante che un team ci stia danneggiando in questo modo. Siamo stati sottoposti a un processo basato sull’opinione pubblica. I media riportano numeri che sono lontani anni luce da quelli reali. Non si può andare in giro a fare accuse senza sostanza. Complimenti al comportamento dei nostri concorrenti“.

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Christian Horner (Oracle Red Bull Racing)

Peccato che, nella sue uscite, seppur dure, il manager americano della compagine di Woking non aveva mai fatto diretta menzione del team di Milton Keynes che, è comprensibile, si sente accerchiato. Dopo settimane di congetture era ovvio che il punto di vista degli accusati dovesse emergere, ma resta l’idea che certe dinamiche dovrebbero rimanere nelle aule dei tribunali e dovrebbero scaturire da normali andamenti processuali. Quelli che la FIA, ancora una volta, sta calpestando con la ricerca di un compromesso che, questo sì, fa male alle Formula Uno.

Nel frattempo, nel paddock del COTA, gira voce che la Red Bull abbia accettato una proposta di sanzione offerta dalla FIA. Una notizie che non sarebbe diventata di pubblico dominio per la dipartita di Dietrich Mateschitz. Spifferi di corridoio riferiscono che nei prossimi giorni se ne saprà di più. Riportiamo per dovere di cronaca in attesa di comunicati ufficiali.


Autore: Diego Catalano@diegocat1977

Foto: F1, Oracle Red Bull Racing, FIA

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