Prima di cominciare l’analisi del ventesimo round di F1 2022 dobbiamo fare alcune precisazioni concernenti i setup adottati prima del parco chiuso. Ferrari han provato diverse alternative. Dal punto di vista meccanico hanno testato vari bilanciamenti, provando più rigidità delle barre antirollio. Per quanto riguarda l’aerodinamica, si è tentato di utilizzare un’ala meno carica, in modo da guadagnare qualche punto di velocità sul dritto.
Le modifiche hanno creato uno scenario deleterie nelle libere. In vista della qualifica i tecnici del Cavallino Rampante sono tornati indietro, allineandosi con le scelte effettuate dai diretti rivali. Mercedes e Red Bull, al contrario, hanno adottato da subito un alto carico. La W13 è risultata più forte per via dell’altitudine elevata, come abbiamo già spiegato nei giorni scorsi (leggi qui le congetture tecniche). Di fatto l’efficienza su questo tracciato conta meno, anche se osservando solamente la mappa del tracciato non si direbbe.
F1. Gp Messico 2022: analisi strategica
Nell’arco dei primi giri le due W13 sono riuscite a stare vicino alla Red Bull di Verstappen. Dal box Peter Bonnington ha informato il suo pilota sui punti in cui perdeva maggiormente dall’olandese. Un monitoraggio costante anche dal punto di vista delle gomme, in modo da riuscire ad allungare lo stint. A livello strategico le Mercedes hanno giocato una carta diversa, ovvero la gomma gialla.
In Red Bull e in Ferrari, al contrario, sono andati hanno scelto la rossa per riuscire ad avere un vantaggio in termini di grip durante la partenza. Dallo start alla prima curva ci sono molti metri, per cui avere un buono spunto alla partenza per guadagnare o tenere la posizione risulta fondamentale. Scegliere la gialla può dare un vantaggio sul lungo termine, in quanto, ovviamente, ci si può fermare più tardi.
Max, verso la ventiduesima tornata, ha cominciato a soffrire graining all’anteriore, Tale fattore lo ha portato ad avere una carenza di rotazione. Ricordiamo a tal proposito, che il suo treno di gomme Soft era stato utilizzato per l’ultimo tentativo durante la qualifica. Il primo a fermarsi è stato Perez, in modo da mischiare le carte e mettere in difficoltà il muretto Mercedes. Il messicano ha montato la Media per poi orientarsi sulla doppia sosta, ma gli uomini ex grig inon hanno reagito subito, anche perché il messicano ha subito un pit stop lento.
Verstappen ha effettuato la sosta al ventiseiesimo giro, in quanto le sue Pirelli a banda rossa erano finite. Nel giro di rientro è andato molto cauto in modo da non strapazzare le mescola e mandarle in overheating. Dal box Mercedes hanno informato Lewis che il target era stare fuori 6 giri in più, in modo da sfruttare il vantaggio dato dalla gialla.
Al ventinovesimo passaggio è rientrato anche Leclerc per passare alla Media, cosi come Sainz. Successivamente hanno fermato Hamilton per non subire l’overcut di Perez. Con Russell invece hanno allungato, in modo da sdoppiare le strategie. In Ferrari forse avrebbero potuto provare qualcosa di alternativo.
F1. Gp Messico 2022: analisi passo gara
Nel momento in cui Max ha montato la Medium l’idea principale era quella che non potesse andare sino in fondo. In realtà la mescola a banda gialla è stata molto duratura e l’olandese è riuscito a tagliare il traguardo come nel caso di Perez e delle due Ferrari.
Prendendo in esame il grafico del passo gara totale lo scenario risulta più che emblematico. L’immagine è creata realizzando la media per ogni pilota di tutti i tempi nell’arco della gara. Osservando i dati che emergono tra il gruppo di testa le due Ferrari sono risultate le più lente.
Sono evidenti i problemi per la scuderia di Maranello la quale, malgrado lo studio e i diversi cambi di messa a punto realizzati nel tentativo di bilanciare la vettura, ha mancato di netto l’obbiettivo. Tutto il contrario di quello che si è dimostrato come punto di forza della F1-75 la settimana scorsa e in altre occasioni durante la stagione.
F1. Gp Messico 2022: analisi degrado
A monte della gara resta parecchio difficile capire cosa non abbia funzionato bene durante questo fine settimana. Il risultato opaco ottenuto dal team modenese dev’essere senz’altro frutto di fattori differenti. Risulta molto interessante, sotto questo aspetto, osservare attentamente i dati riguardanti il degrado.
Benché solo Verstappen e Leclerc abbiano la stessa gomma in questo confronto, gli spunti che si possono analizzare sono diversi. Sulla Medium Mercedes ha sofferto un degrado decisamente contenuto, molto simile al valore che ha prodotto la RB18 sul medesimo compound nel secondo stint. Con le Soft la RB18 si è comportata meglio rispetto alla vettura italiana, anche se il distacco non è particolarmente elevato. Con il pieno di carburante la rossa ha utilizzato a dovere la mescola più morbida e ha potuto allungare lo stint di qualche giro rispetto alla monoposto numero 1.
Il consumo evidenziato sulle “calzature” di Verstappen è stato molto utile agli ingegneri Red Bull, in quanto sono riusciti a capire il da farsi in vista del secondo stint. Max si era lamentato del graining all’anteriore, ma di fatto si sono accorti che il degrado era decisamente contenuto, come confermano anche i dati.
Per questa ragione si sono resi conto che la reazione è stata troppo veloce rispetto a quello ciò che accadeva in pista. Non appena i compound vengono tolti dalle vetture gli uomini Pirelli effettuano rilevamenti per capire quanta ne è rimasta. Ciò che è derivato dalle analisi è che il degrado non era per niente elevato. Memori di ciò, con la Media, in Red Bull hanno deciso di allungare lo stint, tanto da riuscire ad arrivare sino in fondo.
Come detto nel secondo stint Verstappen ha subito un consumo sulla Media pari a 0.020s/giro. Un valore in linea con quello accusato da Hamilton nello stint d’apertura. Lewis, con la Hard, ha patito un degrado maggiore rispetto al campione del mondo in carica, con una mescola di uno step più morbida. Al quanto insolito.
Questo conferma la bontà della gestione gomme delle RB18. Il delta tra i valori di Verstappen e Leclerc è rimasto invariato rispetto alla prima parte di gara. Quello che è realmente mancato, quindi, è stato il ritmo in pista della Ferrari.
Autori e grafici: Arcari Alessandro – @berrageiz – Niccolò Arnerich – @niccoloarnerich