Ospite di prestigio di Marco Santini e Mariano Froldi nell’ultima puntata della video-rubrica settimanale Spit Stop in onda sui canali social di FormulaUnoAnalisiTecnica. Leo Turrini, decano dei giornalisti del motorsport, si è espresso su quanto è emerso prima e dopo un Gran Premio di Singapore di F1 che ha offerto spunti di natura politica, finanziaria, tecnica e regolamentare. Tanta carne a cuocere che divideremo in due distinte portate. Ecco la prima parte dell’intervento del cronista sassolese.
F1. Turrini a FUnoAT, FIA: Budget Cap e governance opaca devono essere materie di revisione
La chiacchierata con lo scafato giornalista non poteva non partire dal “budget cap gate” che ha quasi rubato la scena alla sfera sportiva. Una vicenda potenzialmente devastante per la Formula Uno che è tenuta a dare rapide risposte in un processo di necessaria trasparenza che non sempre è stato prodotto.
“Togliere il titolo 2021 a Max Verstappen? Se la F1 vuole suicidarsi sì. Parlando di cose serie, non accadrà. E’ inammissibile che una revisione finanziaria sul 2021 arrivi il 5 ottobre 2022. È una cosa assurda. La Formula 1 ha deciso di dotarsi del budget cap anche come conseguenza del Covid che aveva messo in ginocchio il Circus. Si era detto che bisognava rendere sostenibile la categoria trovando il modo di tagliare i costi“.
Turrini pone l’accento sulle tempistiche del controllo che sono oltremisura dilatate: “La FIA stabilisce che non si possono spendere più di 145 milioni a stagione. Ma poi chi è che controlla? E qui casca l’asino. Siccome parliamo dei bilanci 2021 devo dare per scontato che un’organizzazione seria come la FIA imponga di presentare la documentazione entro il 31 di dicembre. Poi, dopo, i revisori della Federazione hanno tre mesi di tempo prima che riparta la stagione per fare conoscere la loro valutazione. Invece ci ritroviamo ad ottobre, col mondiale praticamente finito. Questa è la prima cosa che non sta né in cielo né in terra.
Quella del tetto di spesa è una regola relativamente giovane. Elemento che può generare qualche difetto interpretativo in un canovaccio normativo evidentemente non redatto in maniera puntuale: “Trattandosi si una normativa nuova – ha spiegato Turrini – è anche comprensibile che ci siano dei problemi interpretativi. Qua dobbiamo capire se ci sono dei ‘Furbetti del quartierino’ o se qualcuno è stato più abile di altri. Aggiungo un altro particolare che trovo comico: c’è un’altra scuderia coinvolta, ossia la Aston Martin, ma non frega una mazza a nessuno. Va bene che la macchina della famiglia Stroll non va, ma avrebbero sforato anche loro. Ma tutti se ne fregano“.
“Detto tutto questo, in attesa delle comunicazioni FIA promesse per mercoledì, c’è un grande problema di trasparenza che riguarda la governance della Formula Uno. Questa è la vera questione. Tra l’altro, anche se Mattia Binotto è un divenuto un bersaglio vivente, tenete conto che è l’unico personaggio tra i dirigenti della F1 che, sin dalla gara iniziale del Bahrain, ha detto <<Attenzione che questa storia del budget cap può fare le differenza se qualcuno lo rispetta e altri no>>“.
E poi l’affondo al numero uno di Mercedes AMG: “Anche Toto Wolff è arrivato dopo. Se penso a Wolff che accusa di nefandezze la Red Bull – ha arringato ironicamente il giornalista emiliano – mi viene in mente il bue che dà del cornuto all’asino perché se c’è una scuderia che è sempre stata ai limiti (dai cerchi forati, ai test vietati per le gomme al DAS) è sempre stata la Mercedes. E’ come se Rocco Siffredi si alza la mattina e proclama il valore della castità. Qualcosa non torna. Binotto è più credibile”.
F1. Turrini a FUnoAT: dal verdetto dipende la credibilità della categoria
La Formula Uno, nella sua ultrasettantennale storia, è spesso incappata in verdetti controversi che hanno alimentato un clima di sospetti. Il budget cap gate rischia di concludersi con ulteriori veleni se l’ente di Place de la Concorde non sarà in grado di mostrarsi trasparente e risoluto.
“Dobbiamo conoscere l’esito della verifica della FIA. Quello che si sente dire è che alla fine daranno una multa pesate alla Red Bull che parlerà di equivoco e cercheranno di dare soddisfazione a Mercedes e Ferrari limitando l’uso della galleria del vento in chiave 2023. Ciò è quanto si racconta. Come fai ad appiccicare loro l’etichetta di truffatori se non ne sei sicuro oltre ogni ragionevole dubbio? Quando Horner si lamenta del fatto che i team hanno delle informazioni che la FIA non aveva ancora diramato ha ragione. Si torna alla questione della trasparenza“.
“La FIA, sin dai tempi di Balestre, è un monumento all’opacità. E’ successo conche con Mosley, col ‘pinguino’ Todt e con l’emiratino che c’è ora. La F1 sta vivendo una nuova giovinezza grazie a Hamilton, Verstappen, Vettel, a chi la racconta come voi di FormulaUnoAnalisiTecnica. Gli autodromi sono pieni, gli indici televisivi decollano. Tutto questo merita una governance trasparente“.
“Non è più possibile andare avanti in questo modo. Fai molto presto a perdere pubblico giovane che ti sei conquistato – ha saggiamente osservato Leo Turrini preoccupato per la deriva cui stiamo andando incontro – Storie tipo quella del motorone Ferrari del 2019 non devono esistete. La FIA deve fare delle regole semplici e comprensibili. Se vengono violate deve esservi punizione, senza fare robe strane dietro le quinte: soffiate, indiscrezioni, accordi secretati… Ma di cosa stiamo parlando?“.
Questa la prima parte di una chiacchierata che ha offerto brillanti spunti di riflessione supportati da evidenze storiche che fanno temere che, in una inauspicabile ciclicità, anche stavolta la Federazione Internazionale sarà capace di scontentare tutti con manovre di palazzo che non andranno al cuore della questione. Vi rimandiamo al secondo capitolo dell’intervista in cui si è affrontato l’ambito sportivo – con una Ferrari ormai soccombente nei confronti di una Red Bull inarrestabile – e quello giuridico caratterizzato delle decisioni oltremisura lente sull’infrazione commessa da Sergio Perez.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, FIA, Scuderia Ferrari