venerdì, Novembre 22, 2024

Gp Stati Uniti 2022: quando nulla e nessuno può fermare Verstappen

F1. La protervia e il cinismo connaturati alla Red Bull e a Max (e per certi versi alla Mercedes di Lewis della prima era turbo-ibrida) sono la rappresentazione plastica di cosa significhi il potere. Quello vero. Non c’è nulla che possa fermarlo, neanche un mostruoso pit stop (una volta tanto hanno fatto la Ferrari, almeno nelle soste…)!

Anche la prematura scomparsa del fondatore non riesce ad assumere toni lirici.
Conta il presente. L’ora e l’adesso. Per il domani vi sarà tempo.
“Di doman non c’è certezza, chi vuol essere lieto, sia”, scriveva in pieno Rinascimento Lorenzo il Magnifico. Dunque perché affannarsi a fare le formiche quando tutto ti chiama a fare la cicala? Il mondo è tutto una grande finzione e l’edonismo la fa da padrone. Ora più che mai.

F1

Diciamocela tutta. A me non stupirebbe affatto che in Red Bull, a sforamento accertato (anche se non sappiamo l’esatta entità nè cosa ha deciso la FIA… ma si sa, con i figli di Albione Place de la Concorde è sempre più materna che matrigna), avessero fatto un calcolo molto semplice. Ne vale la pena? Cosa rischiamo? D’altronde è il primo anno, e ci sono ottimi motivi per trovare pezze giustificative. E dunque…

A che pro risparmiare risorse per il domani, quando quello che conta è il vincere ora?
Tanto, una volta che i titoli sono in bacheca, nessuno te li toglierà. E dunque, si tratta di un calcolo molto cinico, spregiudicato, ma perfettamente legittimo e consono alla natura umana che ama e premia, da sempre, più i guasconi e i ribaldi coraggiosi che i ragionieri e la loro fredda materia. D’altronde, vincere aiuta a vincere e, di converso, perdere aiuta a perdere.

E così, al polo opposto, ecco la Ferrari ragioniera, ragionieristica, tutta azienda e parametri e dati da analizzare. Che perde sempre le occasioni buone, che non ha il carattere “assassino”, che propizia a se stessa (e agli “amareggiatissimi” tifosi, e naturalmente ai piloti sull’orlo di una crisi di nervi) la sfortuna e la sfiga. Cogliere l’attimo, perché del domani chissà. E’ un oggetto lontano, nebuloso e indefinito. Vivere l’ora. Non il domani. Perché sennò accadrà sempre che in F1 si vince l’anno prossimo. Come accade ormai, a Maranello, dal lontano 2007.


F1. Gp Stati Uniti 2022: voti

Mateschitz. Voto: sit tibi terra levis. Amo la storia e ho la fortuna di poterla insegnare (spero almeno degnamente). Credo che le biografie dei grandi, dei giganti (pur non dimenticando, certo, la massa di anonimi che anch’essi fanno la storia, eccome) siano sempre istruttive e stimolanti. Non è da meno quella, davvero affascinante, del co-fondatore della Red Bull. Mancherà alla F1 e alla sua creatura.

I misteri della Federazione. Voto: roulette. Fossi i padroni del vapore, pardon dell’ibrido, farei così. Accertata una sanzione, lascerei che una scimmia ammaestrata lanciasse la pallina sulla roulette, aspettando che, ove essa si fermi, sia comminata la corrispondente sanzione. Deciderebbe il caso. Cosa dite!? E’ già così?! Non me ne ero accorto, diamine!

BudgetCap gate. Voto: con calma. Mi raccomando, piano piano, che non bisogna disturbare i nostri pargoli inglesi…

F1

Stroll. Voto: Bo. Si torna al discorso sanzioni, alla loro progressività o meno. E all’uso del buon senso. Quest’ultimo spesso assente nei collegi giudicanti.
Alonso. Voto: una pagliacciata. Nella gara di Alonso, e nella sua successiva punizione, il meglio (la gara) e il peggio (la sanzione assurda) di questa F1

Alonso che difende Stroll. Voto: molto democristiano. D’altronde, Fernando tiene famiglia e l’anno prossimo si accaserà da quelle parti…

Sainz. Voto: Doppio zero. No, non è il doppio zero degli agenti con licenza di uccidere di sua maestà. Al massimo il nostro ha la licenza di disintegrare la propria gara per la seconda volta consecutiva nell’arco di poche curve. Certo, questa volta diciamo 30/70, dove il 70 è Russell. Tuttavia sempre lì siamo. Mettersi nelle condizioni affinché qualcosa di spiacevole accada…

D’Artagnan Mekies. Voto: dissonanza cognitiva. Il nostro impavido moschettiere rosso se ne è uscito fuori dicendo che Red Bull conserva ancora un piccolo vantaggio in gara. La domanda che si sono fatti un po’ tutti è stata se, per caso, il nostro sia inavvertitamente venuto a contatto con il peyote che cresce da quelle parti. Poi, però, abbiamo sentito Binotto che diceva più o meno le stesso cose…

F1

Leclerc. Voto: Sognare. Sì, Charles ci riconcilia con la passione e il sogno che è il motore di ogni sport. Purtroppo poi arriva la realtà e purtroppo è costretto lui, e noi, a tornare sulla terra.

Tim Cook sbandieratore. Voto: non è cosa…

F1

Domenica prossima si corre in Messico. Sarebbe bello vedere una risurrezione (mentre si festeggia il “giorno dei morti”). Ma non è cosa da questa Ferrari autunnale.


Autore: Mariano Froldi – @MarianoFroldi

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