mercoledì, Dicembre 18, 2024

Max Verstappen padrone della F1: indica a Pirelli la strada da seguire

Se all’interno del panorama attuale in F1 non c’è spazio per altre argomentazioni che non siano inerenti alla querelle secondo titolo mondiale di Max Verstappen, è chiaro invece che i piloti stessi siano (per fortuna) giustamente impegnati a focalizzarsi su ben altro.

D’altronde è un tema su cui potrebbero essere spesi fiumi di parole, senza di fatto andare ad intaccare nulla nel concreto dello scenario corrente: dunque, perché essere ridondanti? Ed anzi, tanto vale accettare l’idea che a quanto pare nell’era moderna la Red Bull non riesca a vincere un mondiale senza polemiche e scetticismi.

Ironia a parte, momentaneamente “accantonata” la seconda corona iridata e sulla scia degli eventi che hanno reso così rocambolesca la tappa di Suzuka, Verstappen ha di recente voluto porre l’accento su un tema assolutamente centrale in ogni appuntamento gara: le gomme.

F1
Tutte le possibili mescole delle gomme Pirelli 2022 in F1

Senza ombra di dubbio, la scelta degli pneumatici è quella che nel concreto va ad influenzare l’esito finale di ogni competizione: la mescola, il livello di degrado, il tempo necessario per portarle in temperatura, l’aderenza, sono tutte variabili da analizzare e tener ben presente al fine di mettere insieme una gara vincente.

Chiaro che sia fondamentale prima avere una macchina performante per poi poter puntare a simili esiti ambiziosi; tuttavia assodate le performance della monoposto, è proprio il treno di gomme scelte che in buona percentuale ne definisce le prestazioni finali (esaltandone od intralciandone il passo).

F1. Se Suzuka chiede full wet, i piloti rispondono intermedie

Questo è il motivo per cui, nella fattispecie di Suzuka, abbiamo visto quanto i piloti prediligessero le intermedie piuttosto che le full wet: date le nefaste condizioni meteo del caso, logica conseguenza sarebbe stata montare le blu affrontando quella copiosa pioggia con lo “strumento” più indicato.

Ed invece no: le verdi sono stata la scelta prepotentemente portata avanti, a causa di un loro maggiore e migliore livello prestazionale. Le full wet infatti, sono le gomme preposte per le condizioni di pioggia battente, fortemente scanalate in modo da arginare la consistente portata d’acqua sull’asfalto.

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Max Verstappen (Oracle Red Bull Racing) – Gp Giappone 2022

Certo, questo il loro scopo principale, ma di fatto sono degli pneumatici difficili da gestire e portare in temperatura, che quindi di conseguenza rendono la vettura meno performante in toto: per questo i piloti le hanno “scelte” solamente quando è arrivato il comunicato ufficiale FIA, con cui veniva decretato che in realtà di scelta non si trattava più.

L’obbligo di scattare con le blu è durato sinché non si è potuto correre immediatamente ai ripari, rientrando ai box e sostituendole con le tanto desiderate verdi, più gestibili e più agevoli da mettere in temperatura (George Russell, sei d’accordo anche tu?!).

F1. È esclusivamente delle gomme la responsabilità?

Tuttavia tale circostanza ha portato i piloti a riflettere su quanto in realtà la pioggia abbondante sia ancora un problema per la F1, specialmente quando diventa così costante e battente, come la domenica di gara appena trascorsa: come anticipato in apertura, è stato lo stesso Max a sollevare tale questione.

La sua considerazione verte sul miglioramento del prodotto offerto da Pirelli: l’olandese infatti, valuta che sebbene il percorso evolutivo della F1 abbia realmente fatto passi da gigante rispetto a quanto visto in passato, nella fattispecie delle condizioni di pioggia, le gomme da bagnato restano ancora un elemento da migliorare.

Un dettaglio tutt’altro che da sottovalutare, poiché la pioggia potrebbe essere sempre dietro l’angolo, e ricevere tale “ammonimento” proprio dal due volte campione del mondo in carica, ha pur sempre il suo peso.

Anche Max sostiene infatti che quelle gomme siano particolarmente lente e difficili da guidare, ed è per questo che nessuno vuole montarle: suggerisce più test sul bagnato in modo da progettare un migliorato pneumatico, realmente in grado di sostenere una corsa in condizioni piovose estreme.

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Spruzzi d’acqua sollevati dalla RB18 in azione a Suzuka

Anche perché a suo avviso l’upgrade più consistente sarebbe che se effettivamente esistessero delle gomme da bagnato performanti, a quel punto nessuno avrebbe difficoltà nel montarle e si potrebbe correre una gara anche in condizioni realmente avverse.

Tendenzialmente questo campionato però, ha rappresentato il classico “anno zero” da cui ripartire: la nuova generazione di monoposto ha inevitabilmente portato degli imprevisti, ed è anche giusto avere una stagione di rodaggio in cui comprendere meglio tutti i meccanismi del caso.

Anche perché proprio a proposito degli pneumatici, le vetture di quest’anno presentano delle gomme posteriori più grandi che generano più aderenza in proporzione a quelle delle vecchie generazioni. Ciò comporta una vettura sottosterzante, che non piace né al team né tantomeno ai piloti stessi, in quanto difficile da guidare e gestibile con minore precisione.

Ad inizio campionato se ne lamentò Lewis Hamilton, a fine campionato arrivano delle critiche da parte di Max Verstappen: qualcosa vorrà pur dire? O si tratta solo di mera suggestione, quella tipica dei campioni del mondo?

F1
Mario Isola, motorsport director Pirelli, con le gialle (gomme intermedie)

La verità sta nel mezzo: anche lo stesso Mario Isola, motorsport director Pirelli, ha ammesso che in effetti può esserci qualcosa che non funziona in maniera ottimale, e che proprio su tali presupposti, sono indirizzati verso la produzione di gomme più equilibrate nella generazione di grip in vista delle stagioni avvenire.

Che sia stato un anno di rodaggio non solo per scuderie e piloti, ma anche per loro?


F1 Autore: Silvia Napoletano@silvianap13

Foto: F1, Pirelli Motorsport

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