Cento chilometri che sembrano essere arrivati da un passato recente. La vittoria della Mercedes nella gara sprint del Gran Premio del Brasile riporta il calendario indietro di almeno un anno, quando le Frecce d’Argento erano capaci di fare la voce grossa ottenendo convincenti trionfi e solidi punti. Ieri, la F1 di casa Brackley, che di colpo è sembrata essere una vettura velocissima dopo mesi di affannosa rincorsa, ha fatto paura alla concorrenza. E non tanto per il primo e terzo posto finale, bensì per la prestazione offerta, per come ha avuto la meglio della Red Bull RB18 che, fino a questo momento, è stata il dominus indiscusso della categoria.
Non bisogna però commettere un banale errore valutativo: quelli di Milton Keynes sono vivi e vegeti e partono tutt’altro che sconfitti. Max Verstappen scatterà in terza piazza, Sergio Perez al suo fianco per effetto dell’arretramento in griglia della Ferrari n°55 di Carlos Sainz che ha dovuto sostituire l’ennesimo ICE in una stagione assai travagliata sul capitolo affidabilità. La RB18, che non teme nessuno per quanto concerne efficienza e velocità di punta, ha parecchie carte da giocare nella partita di poker di stasera. Specie se là davanti c’è quella vettura che non abbiamo esitato a definire una “Drag Queen” data la tendenza a soffrire a causa delle ruote posteriori così aerodinamicamente esposte.
F1. Red Bull: una sofferenza inattesa
E’ stato singolare osservare Verstappen in difficoltà e una Red Bull che sbaglia la scelta delle gomma. Gli pneumatici medi, su cui ha puntato anche Nicholas Latifi, non si sono attivati in nessuna fase dei 24 giri di gara. Max ci ha provato in ogni modo a farli funzionare ma ha dovuto capitolare sotto i colpi di uno straordinario George Russell che, nella circostanza, ha dimostrato una maturità da pilota con molte lune sulle spalle sembrando egli stesso il campione del mondo in carica. Un’inversione di ruoli che l’olandese ha faticato ad accettare producendosi in una difesa dura ma alla fine inefficace.
Stesso ritornello quando negli specchi della creatura di Adrian Newey è giunta la Ferrari di Sainz con la quale c’è stato un piccolo contatto con susseguente danno all’ala anteriore che ha determinato un ulteriore – e fatale – degradamento prestazionale di cui ha approfittato son solerzia Lewis Hamilton che ha riprovato l’ebbrezza di avere la meglio sul rivale col quale, proprio tra i saliscendi di Interlagos, aveva inscenato un duello rusticano nell’evento del 2021.
Il registro delle dichiarazioni post gran premio veloce non è stato impostato alla serenità tra i “bibitari”. Sia Perez che Verstappen sono apparsi piuttosto preoccupati del verdetto imposto dalla pista. Strategie mediatiche o piena convinzione che nella canonica gara che scatterà alle 19:00 italiane non ci sia trippa per gatti? “Credo che siamo dietro ad entrambe [Mercedes e Ferrari]. Sicuramente la Mercedes è la più forte, ma anche la Ferrari è davanti a noi” ha convintamente affermato Perez. “Speriamo di poter capovolgere la situazione domani“.
F1. Red Bull: Max Verstappen “vede” un Gp del Brasile in salita
La disamina di Verstappen, invece, s’avvia dalle scelta delle coperture che i tecnici della scuderia austriaca hanno palesemente sbagliato. “Gomma media? Pensavamo che sarebbe stata quella giusta. Ma, con il senno di poi, non è stato così. Però anche la soft non era tanto competitiva, almeno per noi. Non credo che avrebbe fatto una gran differenza per la mia posizione, avevo un degrado enorme e questo non è molto positivo in chiave gran premio“.
“Esamineremo la cosa – ha proseguito il fresco bi-iridato – nella speranza che domani vada un pochino meglio, ma al momento non sembra molto buona la situazione per noi. Credo che noi siamo scarsi qui, non stiamo andando come vorremmo. Se non cambiamo niente probabilmente non cambierà nulla nemmeno domani, quindi analizzeremo tutto“.
Ma non è tutto da leggere in chiave negativa. Verstappen avrà un treno di soft in più avendolo preservato proprio durante la corsa di ieri. Questo potrebbe rappresentare un grande vantaggio visto come si sono comportate le Pirelli contraddistinte dalla fascia rossa sulla spalla. Vero che la RB18 di Perez non ha mostrato un passo particolarmente solido con questo compound, ma consociamo bene la differenza prestazionale che il talento di Hasselt sa fare, specie in gara.
Ecco che sacrificare la sprint race, che tutto sommato offre pochi punti e scarsa gloria, potrebbe essere stata una tattica studiata a tavolino per puntare tutte le fiches sull’evento domenicale, quello che conta e che passa agli annali. Lungi pensare che quelle dell’olandese siano dichiarazioni fasulle, ma non è da escludere che siano una manovra di aggiramento atta a celare il vero potenziale di una monoposto che non può essere stata superata di botto da una Mercedes in progressione ma di certo non improvviso punto di riferimento della categoria.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Oracle Red Bull Racing