mercoledì, Dicembre 18, 2024

Gp Brasile 2022/Analisi on board Fp2: Ferrari lavora sulle gestione compound

In F1, alla Ferrari, succede anche questo: una Q3 gettata al vento. La malaugurata idea secondo la quale, montale un set di Intermedie sulla numero 16 potesse portare un grande vantaggio, a ragion di logica proprio non si spiega. Durante l’ultima fase della qualifica, infatti, il muretto della rossa decide di diversificare la strategia. Leclerc scende in pista con le Pirelli a banda verde, unico dei piloti ancora in lizza per la pole.

La tanto attesa pioggia in effetti arriva. Peccato che nel frattempo gli altri marcano un crono e Charles resta con il così detto pugno di mosche. Mentre Sainz, sulla mescola giusta, è vittima di un paio di indecisioni sommate ad uno scarso grip. Risultato: quinta e decima piazza, in una qualifica dove la partenza dal palo viene aggiudicata a Kevin Magnussen.

La consueta confusione del Cavallino Rampante non è più giustificabile da tempo oramai. E sebbene non resti più nulla in palio, la figuraccia rimediata nella giornata di ieri sottolinea, se ancora ce ne fosse bisogno, l’inadeguatezza decisionale che affligge il team di Maranello.

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la rabbia di Charles Leclerc (Scuderia Ferrari) a margine della qualifica del Gran Premio del Brasile edizione 2022

Tuttavia il particolare format del week end offre una possibilità di riscatto. La partenza arretrata nella Sprint Race darà la possibilità ai ferraristi di rimediare, per poi essere meglio posizionati nella canonica gara della domenica. Le potenzialità ci sono. Le due F1-75 si erano ben comportate durante le Fp1, facendo apprezzare buoni riscontri cronometrici e un bilanciamento che, sebbene non ancora perfetto, necessitava solo un affinamento per esprimere tutta la performance.

Red Bull resta la favorita, sia chiaro. La capacità di generare carico attraverso il corpo vettura e l’alta efficienza aerodinamica, caratteristiche intrinseche della RB18, anche in Brasile faranno la differenza. Inoltre non bisogna assolutamente sottovalutare la Mercedes, vettura in grande spolvero in questa fine stagione. Raddrizzare il fine settimana resta possibile, a patto che gli errori sia terminati.


F1. Gp Brasile 2022: Fp2

La seconda sessione di prove libere prende corpo. L’ultima occasione per “capire” la vettura e, allo stesso tempo, apportare qualche piccola modifica. I due ferraristi sono già a bordo. Effettuati i soliti controlli di routine: power unit, sistema ibrido, impianto frenante e trasmissione. Si attende solo la bandiera verde. Le condizioni metereologiche sono buone: 25 gradi la temperatura dell’aria, 48,2 quella dell’asfalto.

Le F1-75 scendono in pista. In casa Ferrari si diversifica la strategia: Medium per Sainz, Soft per Leclerc. Si procede con l’installation lap completo di constant speed e prove di partenza alla fine della corsia box. Tornate a calcare l’asfalto brasiliano le rosse partono per il primo run. La prudenza impera in questo tentativo, per saggiare le condizioni del tracciato.

Marcos chiede un atteggiamento più prudente in entrata della 6 per gestire le gomme. Il programma di lavoro parte con uno stint per verificare le qualità della monoposto con alto quantitativo di carburante a bordo. Dalle prime tornate le auto modenesi appaiono abbastanza bilanciate. Adami chiede maggiore prudenza nelle curve 6/7 per amministrare i compound, ricordando di effettuare un K1 test.

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Charles Leclerc (Scuderia Ferrari) a bordo della sa F1-75 durante le Fp2 a Interlagos

L’importanza di badare ai compound viene sottolineata in radio su ambedue i canali. Il rischio di overheating, infatti, è dietro l’angolo. A Leclerc viene proposto di usare una marcia in meno alla 10, mentre per Carlos arriva la necessità di approcciare curva 3 in maniera più aggressiva.

In questa fase sono molti i cambi sui parametri relativi alle power unit. “Tyres are ready“: il consueto comando lascia carta bianca agli alfieri della rossa che, dopo la fase di warm up e consolidamento mescole, possono finalmente iniziare a spingere un po’ di più.

Anche l’impianto frenante viene tenuto molto in considerazione, per cercare di massimizzare la fase di entrata in curva. Lo spagnolo chiede ed ottiene un cambio di carico sviluppabile all’avantreno: “minus 3”. Il tedioso sottosterzo visto nelle Fp1 pare scomparso, sebbene l’apex di alcune curve non sempre è raggiunto con precisione. Saranno ancora 5 i giri a disposizione prima di finalizzare gli stint attuali.

Charles, nel traffico da qualche giro, preferisce alzare il piede e prendere spazio. Inoltre richiede un cambio significativo all’anteriore che verrà effettuato nel prossimo stint: “plus 8”. Adami, nel frattempo, indica di attivare il toggle sinistro (mappatura differenziale) nel T2. Saranno due in più i passaggi per il monegasco, bravo ad amministrare le calzature Pirelli. No left toggle in curva 10 per Charles, mentre per l’iberico si richiede una traiettoria differente alla 13.

Carlos conclude il suo long run soddisfatto del lavoro svolto, mentre l’ex Alfa Romeo estende i test high fuel per altre due tornate. Le Soft, a quanto pare, vengono gestite bene dalla F1-75 tanto che, come suggerito da Marcos, si potrebbe allungare la permanenza in pista per un giro ulteriore. Tuttavia il ferrarista considera sufficiente la fase di raccolta dati e prende la via della pit lane.

Sainz abbandona nuovamente il garage. La sua vettura monta un treno di Soft nuove di pacca. Lo segue qualche minuto più tardi il suo compagno di squadra con le scrub Medium. In questa fase l’endotermico e settato sulla mappatura Engine 5, consueta da gara. Cambiando gli addendi il risultato non cambia: stesso comportamento delle auto modenesi a mescole invertire rispetto al primo stint. Probamente, con meno carburante a bordo, le Pirelli a banda gialla di Charles soffrono meno.

In linea generale i ferraristi paiono soddisfatti delle performance. Benché l’amministrazione delle mescole sia comunque importante, il decadimento prestazionale e più basso di quello che ci si aspettava secondo le simulazioni. Sembra tuttavia mancare un po’ di velocita di punta. Si passa ora a Engine 4, per godere di qualche cavallo in più durante gli ultimi giri.

Marcos concede la possibilità di spingere a Leclerc ma il monegasco fa sapere che le gomme giù usate prima del long run iniziano a finire. Stesso discorso per Sainz, che a differenza di Charles accetta la proposta e abbassa il ritmo. La seconda sessione di prove libere volge al termine, con i due ferraristi che tornano nel garage senza rilasciare particolari feedback. Resta il tempo per l’ultima sgambata con le solite le prove di partenza sulla linea del traguardo.

Fp2 utili per analizzare il comportamento delle auto italiane. Resta da capire, però, quando si farà sul serio nella Sprint Race, quale sarà il massimo rendimento spendibile. A quanto pare, di fatti, la power unit italiana continua ad essere settata su di una configurazione “safe. Inoltre, altri fattori come traffico, sorpassi e temperature differenti andranno senza dubbio ad incidere.


Autore: Alessandro Arcari – @berrageiz 

Foto: Scuderia Ferrari

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