domenica, Settembre 8, 2024

La Formula 1 ha ancora bisogno della Ferrari?

In F1, la Scuderia Ferrari attraversa il secondo periodo più lungo in cui non è riuscita a conseguire un titolo iridato. L’ultimo acuto risale al 2008, anno dove il Cavallino Rampante ha conquistato il campionato costruttori. Quattordici anni di oblio intervallati da stagioni promettenti, nelle quali i sogni di gloria sono stati riposti nel cassetto troppo presto, proprio come nell’attuale stagione.

Eppure la massima categoria del motorsport, sotto l’egida di Liberty Media, sta vivendo una fase di enorme sviluppo attraverso un’inarrestabile estensione dei confini di interesse, anche in mercati in passato molto “tiepidi”. Secondo una delle frasi più celebri dell’ex patron del Circus, Bernie Ecclestone, la Ferrari era l’essenza stessa della Formula 1 e viceversa. Una componente imprescindibile quale punto di riferimento assoluto nel motorsport su scala planetaria.

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Michael Schumacher saluta i fan della rivazza al termine del gran premio di Imola del 2000

Il manager inglese aveva percepito che l’interesse generale verso la categoria non poteva prescindere da una Ferrari competitiva e in tal senso si adoperò affinché Jean Todt e Michael Schumacher approdassero alla corte di Maranello nonostante l’enorme interesse delle scuderie inglesi verso il fuoriclasse di Kerpen (McLaren Mercedes in primis, nda).


F1. Liberty Media necessita di una Ferrari vincente?

Se il mondiale di Formula 1 fosse un matrimonio la Ferrari, attualmente, non potrebbe che recitare il ruolo dell’invitato. Una presenza gradita ma non indispensabile per il cerimoniale. Eppure una volta la rossa era l’anima stessa della categoria. A tal proposito Stefano Domenicali, CEO di Liberty Media nonché ex manager del team italiano, ha recentemente dichiarato che non sta vendendo l’anima della F1 sull’altare del cambiamento e della globalizzazione.

Ne siamo davvero sicuri? I circuiti storici vengono costantemente minacciati dalle richieste di adesione da parte di nuovi paesi interessati allo show business della categoria. L’assenza in calendario di un round come la Germania è emblematica, nonostante la presenza di due ottimi impianti permanenti come Hockenheim e Nurburgring.

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Stefano Domenicali CEO di Liberty Media con Mohammed Bin Sulayem (Presidente della FIA)

Delle squadre “nobili” sono rimaste solo Ferrari, McLaren e Williams. Quello a cui assistiamo oggi è uno spettacolo dal DNA completamente modificato rispetto a pochi anni fa. Tuttavia questo prodotto geneticamente modificato funziona alla grande. Molte tappe del mondiale hanno fatto registrare sold out sorprendenti, come le oltre quattrocentomila presenze nel weekend di Austin. In un contesto finanziario in costante ascesa, la presenza della Ferrari è un must o un semplice nice to have?

La risposta, al momento, pare semplice: il Circus può serenamente rinunciare alla Ferrari e al relativo richiamo emozionale da sempre esercitato dalla scuderia modenese sui fan. In una recente inchiesta commissionata da Liberty Media alla società americana di analisi dati e misurazioni di mercato Nielsen, è emerso che il fascino del brand Ferrari è in progressivo declino.

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Team Ranking nel periodo 2006-2021 in base alle preferenze dei fan

Sulla base di tali evidenze le sorti, sportive del Cavallino Rampante incidono in modo marginale rispetto all’interesse generato dalla categoria, soprattutto nelle fasce di età più giovani. E il motivo risiede principalmente nel tipo di prodotto offerto che antepone l’intrattenimento rispetto ai valori tecnici e storici che hanno reso leggendario il team fondato da Enzo Ferrari.


F1. Ferrari ha bisogno di un ritorno al successo in Formula 1?

Se la Formula 1 sembrerebbe non avere necessità di una rossa vincente, dal canto suo Ferrari Corporate non ha bisogno di essere necessariamente vincente in pista, almeno dal punto di vista finanziario. Nel corso degli ultimi quindici anni, infatti, il fatturato dell’azienda automobilistica italiana è aumentato progressivamente senza subire alcun danno reputazionale recato dagli insufficienti risultati sportivi.

L’amministratore delegato Benedetto Vigna, nel corso della conference call in cui ha presentato i brillanti risultati industriali del terzo trimestre, ha parlato della crescita e dei miglioramenti della rossa di Maranello in questa stagione di Formula 1:

“L’ultima volta ho detto che stavamo lottando per il campionato. Siamo tornati ad essere competitivi, ma non possiamo essere soddisfatti dei risultati di quest’anno. Adesso ci concentriamo sulle ultime gare della stagione per poi prepararci al meglio per la prossima stagione”.

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L’esibizione della Ferrari 499P nel corso delle finali mondiali Ferrari sul circuito di Imola

Dal punto di vista meramente sportivo, l’ingresso dello storico marchio italiano nel mondiale WEC potrebbe garantire i tanti agognati successi, in una categoria dal crescente appeal con un potenziale ritorno in termini di immagine molto elevato.


F1/Ferrari: un rapporto di reciproco disinteresse?

Liberty Media, in quanto broadcaster, ha puntato sulla spettacolarizzazione della classe regina dell’automobilismo. La metamorfosi da sport a show è stata rapida e non ha trovato alcuna opposizione nei team in ragione di ricavi cresciuti in maniera esponenziale.

Grazie all’accordo con Netflix e alla serie “Drive to Survive”, le nuove generazioni in ogni angolo del mondo si sono avvicinate al mondo della Formula 1 come ad una sorta di reality show high concept, in grado di essere apprezzato da un pubblico molto ampio. All’interno di questo format è molto più importante la sceneggiatura che l’interprete, anche se leggendario come nel caso della storica scuderia modenese…


Autore e grafiche: Roberto Cecere – @robertofunoat

Foto: Scuderia Ferrari

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