La stagione di F1 sta inesorabilmente volgendo al termine e, pertanto, è tempo di bilanci non solo dal punto di vista tecnico. La rivoluzione regolamentare, che ha reintrodotto il concetto dell’effetto suolo a distanza di oltre quarant’anni, unitamente ai nuovi pneumatici da 18 pollici, ha imposto un nuovo modo di guidare per i piloti della massima categoria.
Una curva di apprendimento diversa figlia della capacità di adattamento del proprio stile di guida, al fine di massimizzare il potenziale del proprio mezzo. Durante i test invernali e nelle prime tappe del mondiale, alcuni piloti hanno evidenziato uno scarso feeling con le monoposto, mentre alcuni sono completamente scomparsi nell’anonimato come nel caso di Daniel Ricciardo.
Il pilota spagnolo della rossa ha vissuto un avvio di stagione difficile, segnato da due ritiri nelle prime quattro gare, e dall’arduo confronto con un Charles Leclerc in stato di grazia. All’oggettiva difficoltà di adattamento verso i nuovi standard di guida richiesti dalla F1-75, si è aggiunta l’emotività di un confronto interno parso logorante.
In una recente intervista rilasciata alla BBC, le supposizioni trovano riscontro nelle parole del pilota iberico:
“Mi sento sempre sentito veloce con qualsiasi tipo di macchina. Quest’anno, per la prima volta nella mia carriera, mi sono ritrovato con un’auto molto competitiva anche se non mi sentivo del tutto a mio agio. Ho dovuto mettermi alla prova e aprire nuove strade di assetto e stile di guida “.
F1: I punti di svolta della stagione di Carlos Sainz
Analizzando il passato di Sainz, possiamo notare come in diverse stagioni della seppur giovane carriera in Formula 1, Carlos abbia accusato maggiori difficoltà rispetto al proprio compagno di squadra. Segno tangibile di un approccio metodico al nuovo mezzo rispetto a quello istintivo di altri piloti.
Il turning point del mondiale 2022 di Sainz è arrivato durante il Gran Premio del Canada. Nella gara d’oltreoceano Carlos ha assunto il ruolo di prima guida, a causa della penalità che ha costretto il suo compagno di squadra a partire dal fondo allo schieramento. Libero mentalmente dal confronto e supportato dal team per il conseguimento della vittoria, il madrileño ha duellato nella seconda parte della gara con sua maestà Max Verstappen, uscendo sconfitto dalla battaglia ma rinvigorito nella consapevolezza dei propri mezzi.
Nel round successivo, a Silverstone, il figlio del due volte campione del mondo Rally, ha conquistato la prima pole e la tanto sospirata prima vittoria in carriera. Da allora il rendimento è stato costante, malgrado la dolorosa battuta d’arresto nel diluvio di Suzuka.
F1.Un record negativo ha complicato la stagione dello spagnolo
Tuttavia l’alfiere della Ferrari detiene un record negativo che lo ha fortemente penalizzato. Dopo venti gare la vettura numero 55 si è ritirata per ben quattro volte nel corso del primo giro. Precisamente a Melbourne, Imola, Suzuka e Austin. In due circostanze lo spagnolo era incolpevole (Imola e Austin, nda), benché la pessima qualifica sulle rive del Santerno e l’altrettanto brutta partenza dal palo in Texas, hanno certamente concorso affinché si creassero condizioni indesiderate.
Per sfidare i migliori, d’altronde, tali sbavature non sono consentite. Sainz è consapevole di non aver disputato la stagione perfetta: “Non sono orgoglioso. Il giorno in cui sarò avanti nelle statistiche sarò totalmente felice del lavoro svolto. Sino ad allora continuerò a cercare il modo per migliorare“
F1/Sainz: la necessità di focalizzarsi su se stesso
Sainz ha stupito per la sua grande lucidità in relazione alle decisioni strategiche da intraprendere in gara. In diverse circostanze ha dimostrato una lungimiranza maggiore di Charles Leclerc. Basti pensare al Gran Premio nel principato di Monaco e alla gestione della Safety Car nel Gran Premio di Inghilterra, opponendosi fortemente alle strategie suggerite dal muretto.
“Quest’anno ho guidato su un livello molto vicino a quello di Max o a qualsiasi altro pilota”. Questa frase di Sainz sottolinea un approccio che dovrebbe cambiare se il ferrarista intende divenire il riferimento per i suoi colleghi. La sensazione, infatti, è che Carlos cerchi il proprio limite attraverso il persistente confronto con Leclerc e Verstappen. L’ultimo step per poter ambire a qualsiasi traguardo deve tuttavia prendere corpo…
Autore e grafiche: Roberto Cecere – @robertofunoat
Foto: Oracle Red Bull Racing