Cala il sipario sulla stagione 2022 di F1, la 73esima della storia. Già dalla fine del Gran Premio di Abu Dhabi abbiamo visto le grafiche delle diverse emittenti nazionali ed internazionali che mostravano il conto alla rovescia per il venerdì del Bahrain, primo atto della stagione 2023. Ma per adesso è il momento di fermarsi. Piloti, tecnici e maestranze hanno il diritto di godersi le proprie famiglie e la propria casa, lasciando sedimentare i tanti avvenimenti di questa interminabile stagione.
Noi, qui, ci focalizziamo sul 2022 di Ferrari. Un anno controverso e portatore di sogni infranti, aspettative deluse ma anche di grossi passi avanti compiuti. Il secondo posto è davvero quello del “primo perdente”, come diceva John Regis?
F1. Il 2022 della Rossa in numeri
Per effettuare una valutazione oggettiva e ragionata non possiamo prescindere dai freddi numeri. Quelli della Rossa in questa stagione sono stati ottimi, per quanto le aspettative dettate dall’astinenza di un titolo mondiale dall’ormai lontano 2007 e le prestazioni iniziali della monoposto avessero fatto annusare ai tifosi ben altri risultati.
Su 22 interminabili gare, il Cavallino Rampante ha ottenuto solo quattro vittorie (tre siglate da Leclerc ed una da Sainz, nda) e venti podi, consistenti in 11 conquistati da Charles e 9 da Carlos. In cifre, Ferrari ha collezionato 554 punti contro i 759 di Red Bull, finendole dietro con un distacco di 205 lunghezze ed assicurandosi il secondo posto contro una Mercedes che, seppur in risalita, ha chiuso con un deficit di 39 punti.
F1. Ferrari: più del secondo posto?
“The Math is Mathing”, direbbero gli anglofoni, intendendo che i conti tornano. Questa differenza nel punteggio, infatti, si è vista tutta in pista e Ferrari non avrebbe potuto fare molto meglio. Non avrebbe potuto, in soldoni, soffiare a Red Bull un primo posto.
In questa stagione, Maranello è riuscito a giungere secondo sia nel Campionato Costruttori che in quello Piloti, con Charles Leclerc. Entrambi i risultati sono stati tuttavia ottenuti dietro ad una famelica ed implacabile Red Bull, guidata da uno spietato Max Verstappen. Il “Campione del Mondo bis” era talmente aggressivo in questa annata da deludere ed abbandonare persino il compagno di squadra a Mondiale già largamente intascato, nonostante Pérez non avesse mai esitato a supportarlo per aiutarlo a conquistare il suo secondo titolo complessivo e consecutivo.
Contro questa forza straripante Ferrari avrebbe potuto fare ben poco, nonostante le ottime premesse. Ad inizio stagione, infatti, il team modenese aveva presentato una monoposto estremamente competitiva, guardata con ammirazione dagli appassionati e con paura dagli avversari. Per le prime gare i risultati erano stati quelli sperati dopo i primi positivi test.
Poi, però, Ferrari ha fatto la Ferrari. Sono iniziati gli errori di strategia – l’ultimo, quello di montare le gomme da bagnato su una pista asciutta a Leclerc – e decisioni indefinibili. A volte abbiamo assistito a prese di posizioni incomprensibili e, in alcuni casi, anche trascurabili. In altri, invece, la flemma diplomatica prendeva il sopravvento, senza far sì che il Cavallino Rampante si imponesse. I mondiali, in F1, non si vincono solo con la macchina ma anche e soprattutto con le strategie. Politiche e soprattutto di gara.
A questo stress si aggiunge, non tanto inaspettatamente, l’ipotesi di una “BinottoExit”. Alla base di ciò si pensa che ci sarebbe il gelo fra lui e Leclerc, proprio a causa dell’errore citato in precedenza. il monegasco si è lasciato andare ad un team radio imbufalito e Binotto lo ha apertamente criticato in televisione dicendo che lo avrebbe ripreso perché quei commenti andrebbero evitati.
Ci sarebbe, quindi, in ballo una lotta di potere. Leclerc sarebbe pronto ad invocare, ammesso che ne abbia facoltà, una vecchia conoscenza dei tempi in Sauber (Vasseur, nda) in cambio del ruolo di primo pilota in Ferrari. Un ragionamento che però si andrebbe a scontrare con la posizione di Sainz. Il pilota madrileno, infatti, ha detto più volte, confermando la linea del team principal, che non ci sono mai stati “ruoli assegnati” e che non crede che una situazione del genere faccia al caso suo. Carlos non è mai stato secondo pilota di nessuno, non vuole diveltarlo oggi.
F1. Aspettative per il 2023
L’annata 2023 rischia di partire con una grande tensione. Qualcosa che andrebbe stroncata sul nascere, proprio per evitare inevitabili ripercussione sulla stagione sportiva non ancora nata. Ferrari ha dimostrato di saper interpretare bene il nuovo regolamento. La vettura era veloce, il passo c’era. Quello che è mancato lo possiamo sintetizzare in due parole chiave: crescita e chiarezza.
E’ mancata la crescita perché il team si è perso strada facendo dopo un avvio col botto. Tutti le altre scuderie hanno conosciuto un cammino evolutivo, contando su pacchetti d’aggiornamenti efficaci. In questo, il top team è stato Mercedes. La Freccia d’Argento ha risposto ad una macchina pessima con aggiornamenti in grado di garantire loro una speranza per il secondo posto, nonostante gli italiani fossero decisamente avanti ad inizio e metà stagione.
L’altra parola di quello che Ferrari non ha avuto è chiarezza. Chiarezza di intento comune, di comunicazione, di pensiero. Come abbiamo già detto, il team più famoso della F1 ha arrangiato strategie improbabili, non ha avuto la freddezza di apportare cambiamenti efficaci in corso d’opera, comunicando dove volessero andare e perché stesse seguendo quel determinato piano. La macchina c’è e, se si evitano tensioni inutili e si lavora su un piano utile e flessibile, il 2023 potrebbe anche colorarsi di rosso.
Autore: Silvia Giorgi – silvia_giorgi5
Fonte Immagini: Scuderia Ferrari