Titoli di coda: questo, a quanto pare, lo scenario in F1 di Binotto all’interno del mondo Ferrari. L’epopea dell’italo svizzero sembra giungere al termine dopo una vita dedicata al Cavallino Rampante. Le cause della papabile “defenestrazione” , tuttavia, affondano le radici in diverse tematiche. Ecco perché, ascrivere le colpe dei mancati successi della rossa al solo Mattia sembra assai riduttivo.
Attraverso uno scritto dedicato fruibile a questo link, in mattinata abbiamo analizzato brevemente il percorso degli ultimi anni. La gestione Binotto non ha funzionato al pari del modello Marchionne. Le congetture però, a questo punto, lasciano il tempo che trovano. Molto più saggio pensare al futuro per garantire stabilità alla storica scuderia modenese.
Nel caso in cui il rapporto tra Binotto e la Ferrari dovesse terminare, si potrebbe scatenare un effetto domino di vaste proporzioni all’interno della GES. Come spesso accade in tutte le grandi società, l’uscita della figura apicale di una divisione determina un fenomeno a catena.
L’attuale struttura organizzativa del team di Maranello è fatta a immagine e somiglianza di chi l’ha concepita ed è molto probabile, pertanto, che alcune figure di spicco che godono della massima fiducia di Mattia siano in questo momento disorientate. Situazione davvero molto rischiosa, in un periodo dell’anno dove il progetto 675 è in avanzata fase di definizione.
Chiunque raccoglierà il testimone dal manager di Losanna dovrà essere bravo ad amministrare un transitorio. Contesto nel quale apportare rapide modifiche nel modello di lavoro risulta tutt’altro che semplice.
Sarebbe infatti un gravissimo errore “interferire” nel lavoro attuale attraverso rivisitazioni della struttura organizzativa. Il nome di Frederic Vasseur circola insistentemente da giorni, oramai. Per l’ingegnere francese l’approdo in Ferrari rappresenterebbe il coronamento della sua carriera, per la squadra modenese, invece, una scommessa che per forza di cose dev’essere vinta per giustificare l’avvicendamento tra i due.
F1/Ferrari: ci sono le competenza per operare scelte strategiche rischiose?
Quando Jean Todt varcò i cancelli dello stabilimento italiano era una figura senza alcun tipo di esperienza all’interno nel Circus. Il suo nome venne caldamente suggerito da Bernie Ecclestone a Luca Cordero di Montezemolo. Tale flashback risulta necessario per condividere alcune riflessioni.
Allo stato attuale delle cose, Liberty Media avrebbe qualche interesse nel suggerire un manager alla Ferrari? Nell’organigramma societario della scuderia più vincente della storia, chi può fregiarsi di portare con se la competenza utile a prendere una decisone tanto strategica quanto rischiosa?
Per intenderci, senza troppi giri di parole, Vasseur rappresenta il manager migliore a diposizione? La sua assunzione sarebbe frutto di competenza e conoscenza del mondo Ferrari?
F1/Ferrari: Leclerc avrà finalmente il ruolo che gli spetta?
Giudicare una persona ancora prima che si metta all’opera non avrebbe senso. Tuttavia, per affidare un incarico di tale importanza ad un tecnico, le valutazioni in merito vanno necessariamente fatte. Inoltre, caldeggiando l’assunzione di Vasseur in seno alla scuderia, c’è un aspetto assai importante da valutare.
Il francese, seppur breve, ha un trascorso in Alfa Romeo con Leclerc. I due si conoscono molto bene e, a quanto pare, sarebbe lo stesso monegasco a caldeggiare l’ingaggio del cinquantaquattrenne di Draveil.
La ragione è molto semplice: oltre che stimare l’uomo a livello professionale, con Vasseur il ferrarista potrebbe raggiungere finalmente lo status di prima guida, prospettiva assente che durante la stagione appena conclusa ha creato non pochi problemi.
D’altronde, sebbene la voglia di vincere di Charles non abbia certo perso intensità, mortificare un talento del genere per l’unità di squadra in un mondiale dove battere Red Bull era un’impresa, non è parsa di certo la strategia migliore.
Oltre alla bontà del progetto tecnico, infatti, per tornare a vincere si deve necessariamente puntare sul cavallo di razza. Di conseguenza il supporto totale della squadra è di vitale importanza, per fornire a Leclerc tutti i crismi utili per esprimersi al meglio.
Tale aspetto non riguarda solamente l’approccio in pista, ma bensì il lavoro svolto sulla vettura. Si tratta di costruire il progetto attorno a Charles e indirizzare lo sviluppo dell’auto secondo i suoi dettami. Esattamente quello che Red Bull, sacrificando diversi piloti, ha fatto nei confronti di Max Verstappen. Tattica che, osservando i fatti, ha funzionato a dovere…
Autore: Alessandro Arcari – @berrageiz
Grafiche: Roberto Cecere – @robertofunoat
Foto: Scuderia Ferrari