In Mercedes AMG F1 la guardia resta alta. Dopo aver ottenuto una doppietta nel Gran Premio del Brasile che assume i connotati della pellicola di fantascienza dopo un campionato passato ad inseguire, spesso da lontano, Ferrari e Red Bull, l’evento di Abu Dhabi si presenta come l’occasione di sopravanzare la scuderia italiana proprio all’ultimo istante. Il più classico tiro da tre punti con la sirena che ha preso a suonare.
Non sarà semplice colmare il gap con il Cavallino che ultimamente è meno rampante del solito. Sebbene i punti in palio siano 44, le diciannove lunghezze di distacco rappresentano un margine che dà una certa quota di sicurezza a chi fa la lepre. Le Mercedes, anche se dovessero ancora una volta mettersi davanti a Leclerc e Sainz, difficilmente riusciranno a far bottino pieno su un tracciato che potrebbe sublimare le caratteristiche della RB18 che non possiamo immaginare nuovamente opaca come accaduto nella versione paulista. Ma in casa anglo-tedesca non vogliono riporre anzitempo il sogno nel cassetto e si mostrano particolarmente agguerriti. Ancora carichi grazie all’entusiasmo brasiliano non ancora sopitosi.
F1. Mercedes: George Russell non ha perso l’appetito
I riflettori del Circus sono naturalmente puntanti su George Russell che è arrivato nel paddock emiratino in forma smagliante e col sorriso di chi se sente sul tetto del mondo: “Ovviamente sono molto fiero del traguardo che ho raggiunto. E’ qualcosa che ho sognato sin da bambino e per la quale ho sempre lottato. Arrivi a ogni gara credendo di poter vincere, anche se a volte capisci dall’inizio del weekend che non sarà possibile. Domenica le stelle si sono allineate, è stata una gara perfetta e ho portato a casa il massimo per me e per il team“.
“È stato speciale – ha proseguito il pilota di King’s Lynn – ma ora non arrivo qui come un pilota diverso. Ho sempre creduto di poter conquistare la vittoria e credo di poter diventare campione del mondo un giorno. La fiducia è alta e il morale nel team è alle stelle, ma non mi sento all’improvviso un pilota trasformato da un giorno all’altro, resto sempre lo stesso“.
F1. Mercedes: Austin è la biforcazione sistemica della stagione 2022
Fino a tre gare fa nessuno avrebbe scommesso un soldo bucato su una Mercedes in grado di vincere con tutte le avversarie in pista. La W13 vista in Brasile è stata in grado, sia nella sprint race che nella canonica gara domenicale, di sciorinare un passo più concreto delle rivali più accreditate. Ed è forse proprio questa il reale trionfo ottenuto da una squadra che non ne ha voluto sapere di mollare, anche quando la logica e il tempo dicevano di abbandonare il progetto 2022 per riallocare risorse finanziarie e tecniche sulla stagione che partirà a marzo 2023.
Russell conferma che il momento chiave del campionato delle Frecce d’Argento sia stato Austin, laddove Brackely ha calato l’asso che si è materializzato in un pacchetto di update che ha tolto peso alla macchina e decimi di secondo al cronometro. Hamilton aveva sfiorato la vittoria in Texas e non ci era andato lontano all’Hermanos Rodriguez. Russell è riuscito nell’impresa ad Interlagos. “Ad Austin la macchina è andata molto meglio rispetto anche a quanto ci aspettiamo. Max sarà veloce qui, perché le caratteristiche di questo tracciato si adatteranno molto bene alla Red Bull, però in Brasile non ci aspettavamo di essere così competitivi, quindi ci proveremo ancora“.
F1. Toto Wolff tra pragmatismo e speranza
L’ottimismo dell’ex Williams è evidentemente contagioso. Tanto che Toto Wolff, l’uomo che in stagione ha mostrato un pragmatismo d’acciaio, non ha escluso di poter puntare alla piazza d’onore: “Abbiamo ancora la possibilità di conquistare la seconda posizione in campionato e il distacco dalla Ferrari è il più piccolo di tutto l’anno. Speriamo di mantenere questo slancio positivo per chiudere l’anno in bellezza“.
Dopo le parole motivazionali ecco il lato razionale che emerge e richiama all’ordine i naviganti: “Non ci aspettiamo di essere altrettanto competitivi ad Abu Dhabi a causa delle caratteristiche del circuito. Ma viste le sorprese che abbiamo avuto quest’anno con la W13, non ci resta che aspettare e vedere“. In effetti la creatura di Mike Elliott è stata sovente un libro dei misteri poiché si è comportata egregiamente dove non doveva (Ungheria, ad esempio) e malissimo laddove avrebbe potuto esaltarsi. Ecco che quello di Wolff non è un fatalismo di facciata, ma una fattiva incapacità di prevedere nel dettaglio cosa riserverà l’appuntamento mediorientale.
“Ottenere una doppietta in Brasile è stato un risultato incredibile per la squadra, ma è stato reso ancora più speciale dalle sfide che abbiamo affrontato in questa stagione e da come le abbiamo superate. La prima vittoria della stagione è il risultato di tanto duro lavoro, di dedizione e determinazione da parte di tutti. La nostra squadra non ha mai smesso di crederci e di spingere”.
Nel vortice di dichiarazioni pre-weekend ritroviamo un Lewis Hamilton più abbottonato. Nella conferenza di ieri si è perlopiù espresso sulle sensazioni che prova circa il ritiro di Sebastian Vettel che domenica correrà l’ultimo gran premio della sua luminosissima carriera. Il sette volte iridato è stato estremamente sintetico quando gli è stato chiesto del gp emiratino in relazione a quanto accaduto l’anno scorso.
“Non ci penso molto – ha dichiarato Lewis – Non ho molti pensieri sull’ultima gara qui e non mi concentro sulle cose che ho alle spalle. Mi focalizzo solo sul modo in cui posso essere il migliore in futuro“. Poche parole che raccontano quanto il pilota sia ormai totalmente proiettato al prossimo mondiale che vorrebbe essere quello della rincorsa all’ottava corona d’alloro.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1TV, Mercedes AMG