La stagione 2022 della F1 sta volgendo al termine ed è giunto il momento di tracciare un bilancio generale dell’annata che avrà il suo epilogo conclusivo il prossimo 20 novembre in occasione del GP Abu Dhabi che si svolgerà al Yas Marina Circuit. Dal punto di vista dei titoli in palio, sia quello piloti sia quello costruttori sono stati già consegnati con un paio di gare in anticipo. Max Verstappen si è confermato campione del mondo per il secondo anno consecutivo, mentre la Red Bull è tornata a trionfare per la prima volta dal 2013.
Il focus sarà puntato sulla battaglia per la seconda posizione nelle rispettive graduatorie, con Charles Leclerc e Sergio Perez ambedue a quota 290 e con la Mercedes a solamente 19 lunghezze di distacco dalla Ferrari. Proprio il costruttore tedesco ha completato in Brasile la propria rimonta tecnica rendendo vincente la W13 E Performance; un’impresa non da poco considerando com’era iniziata l’annata.
George Russell ha vinto sia la Sprint Race sia il primo GP in F1 e Lewis Hamilton ha completato la doppietta recuperando dopo il contatto con Verstappen al settimo giro. Nel corso della seconda sessione dei test invernali che si è svolta in Bahrain, la Mercedes aveva presentato la versione definitiva della W13, quella caratterizzata dalla filosofia progettuale e aerodinamica ‘zero sidepods‘.
F1 | Mercedes: le criticità inziali della W13 E Performance
Fiancate decisamente rastremate con una portata d’aria sulla parte superiore del fondo decisamente più ampia indirizzata verso il retrotreno della vettura. Una filosofia estrema, che ha avuto dei risvolti negativi data la persistente presenza del porpoising. La seconda versione della vettura tedesca ha quindi proposto un rivoluzionario design della pance molto rastremate caratterizzate dai vertical sidepods.
La filosofia aerodinamica della vettura ha creato molteplici grattacapi ai tecnici tedeschi. La più grande problematica è la presenza costante e accentuata del porpoising sui rettilinei ma anche in inserimento curva. Il pompaggio aerodinamico si verifica sulle rette o nelle curve da percorrere in pieno, come si è denotato all’Albert Park Circuit dalla curva 8 alla curva 9.
In queste circostanze si è notato come la vettura saltellasse frequentemente a causa del fatto che vi fosse un distacco continuo della vena fluida dal fondo della vettura, il che portava a delle oscillazioni che si ripercuotevano su tutta la monoposto. Questo si verificava quando il carico verticale aumentava progressivamente sulla macchina, per via delle forze aerodinamiche generate, al punto che il passaggio dell’aria al di sotto del fondo si assottigliava così tanto da far stallare l’elemento.
La W13 E Performance ‘B’ è stata afflitta da questa cronica presenza del porpoising che ne ha limitando il potenziale tecnico e prestazionale. La zona nella quale sono giunti i maggiori upgrade aerodinamici al fine di mitigare questo andamento è quella del fondo anteposta agli pneumatici posteriori.
Quest’area rappresenta un punto cruciale per generazione del carico aerodinamico. Con la differenza di pressione dell’aria che vi è tra i due lembi, superiore e inferiore, in questo punto nevralgico della vettura si crea un vortice corposo che va canalizzato in modo da mitigare la scompenso aerodinamico che si verifica.
I risultati ad inizio annata sono stati decisamente altalenanti. Per esempio Hamilton è stato eliminato addirittura nel Q1 a Jeddah. Entrambi i piloti, poi, non hanno passato il taglio della Q2 a Imola con distacchi abissali sull’1.5 secondi sul giro secco. Il primo accenno di risalita si è denotato in Spagna al Circuit de Barcelona-Catalunya quando il campione F2 2018 ha battagliato per la vittoria e il sette volte iridato ha compiuto un’ottima rimonta con le mescole hard denotando un ritmo da vittoria se non avesse subito il contatto con Magnussen al primo giro.
F1 | Mercedes: da Silverstone la progressione tecnica
Il costruttore tedesco ha testato svariate tipologie di fondo nell’arco dell’annata per mitigare il fenomeno del porpoising, cominciando a trovare la quadra definitiva da Silverstone in poi. Dalla tappa britannica si è denotata la minor presenza di bouncing e bottoming sui rettifili, il che ha dato la possibilità ai tecnici di Brackley di focalizzarsi maggiormente sull’assetto e sul comprendere maggiormente le potenzialità della vettura e come farla funzionare sui differenti tracciati.
Tra il GP Canada e il GP Ungheria sono giunti ben 7 podi complessivi e la pole position all’Hungaroring con Russell. A Spa Francorchamps, nonostante l’introduzione della direttiva tecnica TD039, le Frecce d’Argento erano sprofondate a 1.8 secondi di distacco sul giro facendo presagire il ritorno dell’incubo porpoising, ma in realtà era la spiccata resistenza aerodinamica all’avanzamento generata sui rettifili ad aver frenato la vettura tedesca a Spa e Monza.
Al GP d’Olanda, allo Zandvoort Circuit, Hamilton aveva il ritmo per vincere la gara ma è stato sfortunato con le tempistiche della Safety Car, mentre a Singapore, che sembrava poter essere un fine settimana favorevole, gli errori dei due piloti, capita anche a una coppia consistente come quella della Mercedes, hanno compromesso la tappa di Marina Bay. Al Circuit Of The Americas il sette volte campione del mondo ha lottato a lungo per il successo di tappa, ma la rimonta di Verstappen lo ha beffato proprio nel finale.
La tanto ricercata vittoria è giunta in Brasile ed è maturata grazie alla competitività della W13 E Performance e non per fattori extra come ad esempio ritiri della diretta concorrenza. É proprio questa la notizia più grande, ossia che la vettura di Stoccarda abbia trionfato per il fatto che fosse la più veloce nell’arco del fine settimana, evento che si è verificato per la prima volta nell’annata 2022 della F1. Un’impresa considerando il budget cap in vigore fissato a 140 milioni ed i distacchi accusati ad inizio mondiale. Alla luce di questa progressione tecnica, che Mercedes ci si dovrà aspettare nel 2023?
F1 | Mercedes, Wolff: “Non siamo tornati a dominare”
Su quale possa essere il livello di competitività della futura W14, è intervenuto Toto Wolff: “Penso che le prestazioni siano solo il risultato della somma delle novità e dello sviluppo che abbiamo fatto sulla W13, del buon lavoro svolto nel corso della stagione anche sul fronte della power unit e di tutti noi insieme. Abbiamo visto questa buona tendenza nel corso delle ultime tre gare. Siamo tornati a dominare? No, non lo siamo“.
“Nel corso della stagione abbiamo avuto situazioni in cui ci sembrava di aver capito quali fossero i nostri problemi, ma poi ci sono state altre battute d’arresto – ha spiegato a Motorsport il team principal austriaco – e ovviamente anche fine settimana tremendamente difficili come quello di Spa-Francorchamps. Il team non ha mai smesso di crederci, pur riconoscendo che non sempre avevamo capito tutto. Questo dimostra la mentalità e i valori della squadra e sono davvero molto orgoglioso dei risultati raggiunti“.
F1-Autore: Dennis Ciracì–@dennycira
Foto: F1, Mercedes AMG F1