La stagione di F1 2022 si è conclusa da dieci giorni ed è stata segnata dalla cavalcata trionfale di Max Verstappen e della Red Bull. L’olandese ha colto il secondo titolo iridato della carriera, mentre la scuderia di Milton Keynes ha vinto il quinto titolo costruttori della propria storia dopo i quattro successi consecutivi dal 2010 al 2013. Complessivamente, il team anglo-austriaco, ha raggranellato 17 successi di tappa su 22 appuntamenti stagionali, un numero che spicca soprattutto per come sia iniziata la stagione.
F1 | Red Bull: avvio complicato
L’annata caratterizzata della più grande rivoluzione aerodinamica dal 1982 ha visto ai nastri di partenza una Ferrari molto competitiva, con la F1-75 porsi come il riferimento velocistico della F1. Ma la RB18 non è parsa inferiore dal punto di vista prestazionale. Infatti nella tappa inaugurale in Bahrain, Verstappen ha animato la gara per il duello senza esclusione di colpi con Charles Leclerc, mentre Sergio Perez occupava la quarta posizione alle spalle di Carlos Sainz. Tuttavia, nel finale, ambedue i piloti della Red Bull sono stati costretti al ritiro per problemi di affidabilità e al tempo stesso il Cavallino Rampante ha messo a referto una doppietta.
Successivamente al trionfo di Jeddah, dove il bi-campione del mondo riuscì a battere il monegasco alla distanza dopo un testa a testa durato quasi tutta la gara – un confronto prima cronometrico e successivamente a realizzatosi suon di sorpassi ed astuzie – a Melbourne l’olandese fu costretto ad alzare nuovamente bandiera bianca per un altro ritiro dovuto alla precaria affidabilità. Leclerc vinse nuovamente portandosi a 46 lunghezze di vantaggio sul pilota di Hasselt, gettando nello sconforto sia lui sia la scuderia di Milton Keynes.
F1 | Red Bull: risalita e aggiornamenti costanti mirati per la RB18
Toccato il punto più basso e con un ritardo in classifica già netto in entrambe le graduatorie, la compagine anglo-austriaca comincia la risalita tramite i primi sviluppi. La RB18 è nata con un peso ben al di sopra dei 795 chilogrammi imposti dalla FIA, conseguentemente, una volta individuata la problematica, lo sviluppo è stato mirato a portare delle componenti telaistiche ed aerodinamiche alleggerite al fine di mantenere il medesimo design ma con più leggerezza dei materiali.
Con un peso minimo ben al di sopra del minimo consentito, a Milton Keynes hanno individuato un’area di sviluppo nella quale poter migliorare la vettura dal punto di vista prestazionale semplicemente alleggerendola, senza dunque introdurre ingenti sviluppi aerodinamici o lavorare alacremente per risolvere il porpoising apparso sulla F1 2022, fenomeno al quale la RB18 non è mai stata soggetta sin dalle battute inaugurali dell’annata.
Ad Imola è giunta la prima doppietta stagionale per gli anglo-austriaci e si è denotato come uno dei punti di forza della vettura sia stato quello di attivare le coperture su entrambi gli assi in condizioni di temperatura dell’asfalto fredda portandole nell’immediato nel corretto working range. Una gestione termica delle gomme che porta un notevole vantaggio nella fase di warm-up senza ricorrere a due giri di riscaldamento per arrivare al massimo dell’aderenza. Intanto, la partnership tecnica tra la Honda e la Mobil1 si rafforzava nello sviluppo del biocarburante E10 in modo da massimizzare le performance motoristiche e allo stesso tempo evitare problemi di affidabilità.
L’uno-due di Imola è stato il preludio ad un periodo d’oro per la Red Bull. Infatti, nelle successive cinque gare, Verstappen trionfa a Miami, Barcellona, Baku e Montreal mentre Perez diviene il “Principe di Monaco“. Successi maturati per la spiccata efficienza aerodinamica e la gestione pneumatici nelle due tappe nordamericane, mentre nelle tre trasferte europee sono stati più i demeriti della Scuderia di Maranello a spianare la strada al successo anglo-austriaco, tra errori strategici ed affidabilità precaria.
Nell’arco dell’annata a Milton Keynes si sono focalizzati principalmente sulle seguenti aree di sviluppo:
– riduzione del peso complessivo della monoposto, accreditata di un extra di circa 15 chilogrammi in più rispetto ai 795 chilogrammi come minimo imposto dalla FIA;
– design delle fiancate ulteriormente affinato per accentuare l’effetto scivolo come negli anni degli scarichi soffiati in modo da incrementare la portata d’aria verso il retrotreno per generare deportanza;
– design del cofano motore con griglia di raffreddamento rialzata per una maggiore pulizia dei flussi sulle fiancate verso la zona superiore dell’estrattore;
– interventi di micro-aerodinamica sul fondo nella zona fondo per una migliore distribuzione della pressione dell’aria lungo il fondo stesso;
– focus sulle bocche d’ingresso e sulla struttura dei Canali Venturi al fine di incrementare la portata d’aria al di sotto della vettura per la generazione di carico aerodinamico;
– fori dei condotti di raffreddamento dell’impianto frenante all’avantreno per evitare problematiche si surriscaldamento;
– specifiche della beam-wing a seconda delle tipologie dei tracciati e delle caratteristiche tecniche richieste, così come l’alettone posteriore:
– profilo endplate dell’alettone anteriore per la pulizia dei flussi;
– paratie esterne del diffusore per migliorare la gestione dei flussi in una zona nevralgica della monoposto.
F1 | Red Bull: RB18 punto di riferimento della categoria
La Ferrari, tuttavia, non demorde e riesce a cogliere due successi consecutivi a Silverstone e al Red Bull Ring. Soprattutto in quest’ultima circostanza Leclerc batte Verstappen sorpassandolo in pista per ben tre volte con una gestione degli pneumatici decisamente migliore sulla distanza. Peccato che quello fu l’ultimo sussulto del Cavallino Rampante, dato che dalla Stiria in poi si è assistito ad un assolo incontrastato degli anglo-austriaci e dell’olandese.
La RB18 è stata oggetto sia di sviluppi mirati sullo stile di guida della propria punta di diamante sia di aggiornamenti aerodinamici su specifiche aree della stessa. Il pilota olandese ha riscontrato qualche problematica ad inizio annata per il fatto che non sentisse l’avantreno reattivo nei cambi di direzione e preciso in inserimento, caratteristica prioritaria per il suo stile di guida. Ragion per cui il delta cronometrico tra Verstappen e Perez era ristretto inizialmente per poi ampliarsi in modo marcato dal Paul Ricard Circuit in avanti.
Il risultato è stato che il classe 1997 di Hasselt ha trovato il bandolo della matassa con la propria monoposto e, dopo aver trionfato a Le Castellet e all’Hungaroring partendo dalla decima posizione grazie alla mossa strategica vincente di Hannah Schimtz che ha mandato in crisi il muretto della Rossa, a seguito della pausa estiva il percorso stagionale è stato inarrestabile. A Spa Francorchamps si è denotato come la superiorità della RB18 fosse netta dato che l’iridato olandese ci ha impiegato appena dodici giri per passare da 14° a 1° posto. A Zandvoort il tempismo della Safety Car ha svantaggiato la Mercedes di Hamilton, mentre a Monza non c’è stata storia.
Quello che è emerso nelle due tappe nelle Ardenne e in Brianza è che la Red Bull di Verstappen ha effettuato solamente una sosta percorrendo rispettivamente 17 e 26 passaggi con le mescole soft, ovvero il 38% e il 49% delle due distanze di gara. Un dato che da la dimensione di come la RB18 fosse altamente prestazionale nel gestire il degrado del compound più morbido senza accusare un decadimento marcato nella fase finale dello stint con un ritmo gara pressoché invariato tra l’inizio e la fine del singolo long-run.
Un altro dato che offre spunti di riflessione è quello relativo all’efficienza aerodinamica. Di fatto, ad eccezione di Silverstone dove l’ex pilota Toro Rosso fu penalizzato ad un pezzo di un’AlphaTauri che colpì il fondo della sua vettura facendolo sprofondare da primo a settimo, la monoposto di Milton Keynes ha vinto tutte le gare su tipologie di tracciato che richiedono una bassa resistenza aerodinamica all’avanzamento e deportanza nei tratti guidati: Jeddah, Miami, Baku, Montreal, Spa Francorchamps e Monza.
Altra prova di forza fu rappresentata dalla gara di Suzuka in condizioni di pista bagnata. Il venticinquenne olandese trionfò rifilando di media 1.1 secondi al giro alla Ferrari di Leclerc su ventotto tornate disponibili. Ad Austin, nonostante un pit stop di oltre dieci secondi, il campione del mondo in carica fu autore nel finale di una rimonta che lo portò a sopravanzare prima il ferrarista e successivamente il sette volte campione del mondo che stava per assaporare il primo trionfo stagionale. A Città del Messico ed Abu Dhabi l’alfiere Red Bull ha gestito ogni frangente della corsa con accortezza dal primo all’ultimo giro dominando ambedue i gran premi.
F1 | Horner: “Imola il punto di svolta”
Christian Horner, team principal della Red Bull, si è espresso quale si sia stato il momento decisivo dell’annata F1 2022: “penso che la nostra squadra abbia svolto un lavoro straordinario nel presentare una vettura così performante. Nonostante un doppio ritiro in Bahrain, mentre la Ferrari conquistava una doppietta, non abbiamo mai perso di vista il nostro obiettivo. Quando siamo arrivati a Imola, vincendo la Sprint Race e il GP con la nostra prima doppietta dell’anno, siamo stati in grado di rimettere sotto pressione la Ferrari e di non darle respiro. Abbiamo continuato a sviluppare in modo efficiente la vettura, e Max è stato in forma smagliante”. Parole che certificano l’evoluzione positiva di una vettura nata efficace ma che doveva perdere peso.
Autore: Dennis Ciracì–@dennycira
Foto: Red Bull Racing, Alessandro Arcari